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Roma, 22 gen. (askanews) – “Gli elefanti non sono persone”. Giuridicamente, la sentenza della Corte suprema dello stato americano del Colorado non ha nulla a che fare col “common sense”, il “buon senso” invocato dal presidente Donald Trump per giustificare la sua agenda politica in campagna elettorale, ma forse è comunque un segno dei tempi: i cinque pachidermi rinchiusi nel Cheyenne Mountain Zoo ci resteranno, malgrado un’associazione animalista pretendesse di esercitare il diritto alla libertà in loro vece.
Il Nonhuman Rights Project (Nrp) sosteneva che Missy, Kimba, Lucky, LouLou e Jambo fossero effettivamente detenuti nello zoo e aveva cercato di presentare una richiesta di “habeas corpus” per conto degli animali, chiedendo che fossero trasferiti in un parco speciale per elefanti. L’habeas corpus è un istituto della common law anglosassone che prevede il diritto delle persone di contestare la propria detenzione davanti a un giudice.
La Corte si è pronunciata per 6-0 a favore di una precedente decisione del tribunale distrettuale, che affermava che l’istituto dell’habeas corpus “si applica solo alle persone e non agli animali non umani”.
Questo vale “a prescindere da quanto possano essere cognitivamente, psicologicamente o socialmente sofisticati”, ha aggiunto il giudice della Corte Suprema dello Stato Maria Berkenkotter nella sua sentenza, secondo quanto riportato dalla Bbc.
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