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Piazza delle Costellazioni, luogo simbolo di Agna e Agna Le Piane

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Sanità in crisi a Matera, il dottore in servizio è andato in pensione. Campanaro (Fimmg): «Difficile soluzione»


Non ci sono sono i residenti di La Martella tra chi non può contare sul medico di famiglia nel quartiere ma anche gli abitanti di Agna e Agna Le Piane. In tutto si tratta di circa 750 famiglie per le quali, da dicembre scorso, è più complicato ammalarsi.

AD AGNA E AGNA LE PIANE NON CI SI DEVE AMMALARE


È da fine anno, infatti, che i medico che prestava servizio nel rione è in pensione. Nessuno al momento lo sostituisce e i timori dei cittadini aumentano. Ad oggi, infatti, come già segnalato dal Quotidiano nei giorni scorsi per i fatti al borgo La Martella, avere bisogno del medico di famiglia rischia di trasformarsi in un’avventura.
La possibilità geograficamente più accessibile, per chi vive a Agna e Agna Le Piane, sarebbe nel vicino rione dei Cappuccini. A quanto pare, però, la quota di pazienti disponibili in atri studi sarebbe già stata raggiunta. E dunque? L’unica ipotesi potrebbe essere rivolgersi a un medico con ambulatorio in centro, da raggiungere rigorosamente in auto o in autobus.
Problemi che si potrebbero risolvere?

LA DIFFICILE RISOLUZIONE DEL PROBLEMA


Un chiarimento arriva da Michele Campanaro, segretario della Federazione Medici di Medicina Generale di Matera che spiega: «I medici vengono assegnati a livello comunale ma, a differenza delle farmacia che vengono messe a bando e che sono obbligate ad aprire in determinate aree, nell’ambito cittadino, per quanto riguarda i medici questo non accade. Questi professionisti assumono la convenzione, aprendo l’ambulatorio dove possono. In passato i medici tendevano a posizionarsi in quartieri in cui non ce n’erano altri, per acquisire più pazienti. Oggi, invece, la carenza di medici crea un problema anche da questo punto di vista.

A MATERA MANCANO ALMENO TRE MEDICI


A Matera mancano almeno tre medici che verranno assegnati a fine gennaio. Nel mese di settembre ne mancavano nove, di cui quattro sono stati coperti. I cinque rimanenti sono stati riproposti a novembre e ne sono stati assegnati altri due.
Tra i tre restanti potrebbe esserci quello per Agna, ma è solo un’ipotesi». I problemi, dunque, potrebbero avere una via d’uscita, anche se la legge non prevede alcun obbligo.
«Una volta -ricorda ancora Campanaro -c’erano più medici che posti di lavoro; oggi non è più così e dunque capita che si scelga la posizione meno difficile. Di fatto la soluzione a problemi come questo, non esiste o se non altro risulta essere complicata. Per legge non si può obbligare un medico a andare in quartiere rispetto a un altro. Lo prevede il contratto nazionale».

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