X
<
>

Antonio Misiti, responsabile di sala. A destra, Valentino Franconieri, chef e pizzaiolo

Share
7 minuti per la lettura

“The Fork” celebra due giovani calabresi della Piana. Scelti dai clienti, in un Paese geloso della sua cucina


MELICUCCO – C’è un nome a sorpresa al terzo posto della classifica dei ristoranti francesi. Non è votato alla nouvelle cuisine, non offre escargots, foie gras, cassoulet o altri piatti tipici di un Paese che sta nell’Olimpo della gastronomia: prepara invece pietanze tipiche italiane, con un’impronta mediterranea, calabrese in particolare.
Nei giorni scorsi la piattaforma “The Fork”, app attiva in tutto il mondo e attraverso la quale è possibile prenotare un tavolo al ristorante basandosi sulle recensioni dei clienti, ha pubblicato la top 100 dei migliori locali sul suolo francese secondo i propri utenti. In maniera del tutto inaspettata ad occupare la terza piazza è il ristorante-pizzeria “Le Quartier Latin”, situato nell’omonimo quartiere di Parigi, al civico 1 di Rue Mouffetard, nel cinquième arrondissement, a due passi dalla Sorbona, in una zona ad alta concentrazione di studenti e di caratteristici “café”.
A gestirlo da circa due anni e mezzo sono due giovani calabresi originari di Melicucco, piccolo centro della Piana di Gioia Tauro.

I DUE GIOVANI CALABRESI, ANTONIO MISITI E VALENTINO FRANCONIERI


Antonio Misiti, responsabile di sala di 39 anni, e Valentino Franconieri, chef e pizzaiolo di 38 anni, quasi non ci credevano quando una nota trasmissione televisiva li ha chiamati per fissare un appuntamento e realizzare un servizio sul loro locale visto il risultato ottenuto nella classifica di The Fork. «Ho pensato fosse uno scherzo – ha raccontato Antonio – a un certo punto dovevo servire un cliente e ho detto al giornalista che l’avrei richiamato ma non credevo più di tanto a ciò che mi aveva detto. Ho raccontato della telefonata a Valentino che mi ha spronato a richiamare: “male che vada ci facciamo una risata” mi ha detto. Alla fine era tutto vero».
Antonio e Valentino non si aspettavano il podio ottenuto lasciandosi alle spalle addirittura qualche ristorante con stelle Michelin: «Verso ottobre-novembre dello scorso anno – raccontano – siamo stati contattati da The Fork che ci comunicava che eravamo tra i primi 5 nella classifica assoluta dei ristoranti di Parigi secondo le recensioni degli utenti. Da allora non abbiamo ricevuto più comunicazioni. La cosa ci ha fatto davvero piacere ma siamo andati avanti con il nostro lavoro senza pensarci più di tanto. Ultimamente, invece, molti clienti ci facevano notare che eravamo tra i primissimi nella classifica assoluta dei ristoranti in Francia, noi nemmeno lo sapevamo. Siamo molto soddisfatti perché è un riconoscimento che viene dalle persone, segno che il nostro lavoro e la nostra cucina vengono apprezzati. Per noi questo vuol dire tanto e ci ripaga di molti sacrifici.

LA CLASSIFICA DI THE FORK

Da quando la classifica di The Fork è stata ripresa da Le Parisien e dalla trasmissione che ci ha dedicato il servizio abbiamo notato una maggiore affluenza e siamo davvero molto contenti».
Antonio e Valentino, entrambi formatisi negli studi superiori a Polistena, in ambito umanistico il primo, in alberghiero l’altro, amici prima ancora che colleghi di lavoro, vivono a Parigi ormai da 10 anni.

Partiti nel 2015 quasi per scherzo, oggi la “Ville Lumière” è diventata la loro casa, il luogo dove sono riusciti a costruire i loro successi personali e professionali. «All’epoca una nostra amica calabrese partì per Parigi per gestire un ristorante –. raccontano – Noi in quel periodo non stavamo lavorando. Eravamo in uno di quei momenti in cui avevamo bisogno di staccare, di riflettere sul nostro futuro dopo le esperienze lavorative in Calabria che non erano state tutte positive. Per scherzo abbiamo detto alla nostra amica di contattarci nel caso in cui il ristorante avesse avuto bisogno di personale».
Passano alcuni mesi e arriva la telefonata da Parigi: «C’è bisogno di un cuoco e di qualcuno in sala, volete venire?». Antonio e Valentino non ci pensano un attimo: «Ci siamo detti: perché no? Proviamoci, vediamo come vanno le cose e male che vada ce ne torniamo a casa. Facciamo questa esperienza». Da lì parte la loro avventura nella capitale francese. «All’inizio è stata dura – racconta Antonio – si guadagnava poco, la città è cara e poi c’era lo scoglio della lingua. Per chi come me ha a che fare direttamente con i clienti non è un ostacolo non da poco e per fortuna, da questo punto di vista, oggi va molto meglio. Non nascondo che volevo mollare, a differenza di Valentino. Averlo al mio fianco, è stato importante perché mi ha sostenuto molto». «Cercavo di incoraggiare Antonio a resistere – aggiunge Valentino – e allo stesso tempo spronavo anche me stesso. Non potevo dire ad Antonio di tenere duro se poi io ero il primo a volere mollare. È stato un sostenersi a vicenda e alla fine ne è valsa la pena».
Valentino per diversi anni ha continuato a lavorare nel ristorante dove ha preso il via la sua avventura parigina, Antonio ha cambiato qualche posto di lavoro, concedendosi anche momenti di studio del proprio mestiere, girando per la Francia cercando di capire cosa chiedesse il cliente francese rispetto a quello italiano. Poco più di due anni fa arriva per entrambi l’opportunità di gestire “Le Quartier Latino” insieme a un altro socio. Occasione colta al volo.

IL RISTORANTE PIZZERIA DEI DUE GIOVANI CALABRESI A PARIGI


Il ristorante-pizzeria conta 40 coperti all’interno e altri 24 nella parte esterna, attiva nei mesi più caldi. I dipendenti sono poco meno di dieci e provengono da varie parti del mondo. Un ambiente multietnico come lo è Parigi ma il faro del locale è la cucina italiana. «Ai clienti proponiamo i piatti tipici della nostra cucina, di quella mediterranea – racconta Valentino – in particolar modo calabrese e anche siciliana. I nostri prodotti vengono tutti dall’Italia e nel nostro menu non possono mancare la ‘nduja e la cipolla rossa di Tropea. Abbiamo scelto di fare solo antipasti, primi e pizze. Poche cose ma fatte bene. Ai clienti proponiamo 30 tipi di pizza e abbiamo lanciato una modalità in cui sono loro stessi a poter comporre la pizza che desiderano con gli ingredienti che preferiscono. Tranne l’ananas!». E quanto pare i clienti apprezzano molto.
Ma quali sono le differenze tra lavorare in Francia e in Italia? Antonio e Valentino espongono la loro visione basata soprattutto sulle proprie esperienze: «Le differenze ci sono e sono tante. Qui i diritti sono molto più tutelati. Gli orari di lavoro previsti dal contratto sono rispettati, la paga è puntuale, puoi godere delle ferie. In Calabria non è sempre così. Abbiamo avuto diverse esperienze lavorative nel settore e sicuramente c’erano meno tutele. Alla fine al Sud ti adatti e lavori per vivere decentemente, a volte sopravvivere. Inutile nasconderlo, si lavora anche per guadagnare, non solo per la passione. Le condizioni e il sistema di lavoro in Calabria sono diversi rispetto a quelle francesi e la differenza la fanno anche le opportunità. Certo, si fanno molti sacrifici, mancano la famiglia e gli amici ma con impegno e un pizzico di fortuna alla fine tutto ciò viene ripagato».
In un periodo storico in cui si parla molto di “Restanza”, con l’obiettivo di creare le condizioni per permettere a chi rimane nella propria terra di emergere, Antonio e Valentino propendono più per la “Partenza”: «In Calabria spesso non ci sono le condizioni. Il consiglio che diamo ai giovani è di fare un’esperienza all’estero. Ti amplia la mente, allarga gli orizzonti del pensiero. La visione delle cose cambia completamente e non può che fare bene. Il confronto con le altre culture arricchisce, il lato multietnico di una città come Parigi è stimolante. Dispiace non aver fatto prima la nostra scelta di partire. Quando torniamo in Italia siamo felici anche se a volte ci sentiamo “turisti a casa nostra”. Molte cose sono cambiate, tanti amici sono fuori o hanno messo su famiglia. La nostra vita ormai è qua, in futuro chissà, magari torneremo al Sud in pensione. Qua siamo felici»».
Felici come chi si è appena guadagnato un posto nel terzetto dei migliori ristoranti di Francia. Chapeau.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE