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Enzo Sculco

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Nella memoria depositata nel processo Glicine l’ex consigliere regionale Sculco parla anche dell’incontro col fratello del boss Grande Aracri


CROTONE – La visita nella sede del movimento politico dei Demokratici da parte dell’avvocato Domenico Grande Aracri, fratello di Nicolino, il capo crimine ergastolano di Cutro? «Un’improvvisata». Così la definisce l’ex consigliere regionale Enzo Sculco, presunto dominus di un comitato d’affari al centro del maxi processo Glicine, in una memoria consegnata al Tribunale penale di Crotone. Sculco, difeso dall’avvocato Mario Nigro, sta ormai intervenendo a tutte le udienze del processo rendendo dichiarazioni spontanee. Ha annunciato che lo farà ogni qualvolta sarà chiamato in causa dalle varie testimonianze, per precisare la sua posizione.

GLICINE, SCULCO E GRANDE ARACRI: LA MEMORIA DIFENSIVA

Ma la memoria difensiva entra nel merito di alcune circostanze evocate da un ufficiale della Dia durante la sua deposizione. «Il nostro è sempre stato un voto libero e limpido e non abbiamo mai cercato, né voluto, voti di “scambio” e, nemmeno, voti che provenissero da chissà chi», premette Sculco, accusato, tra l’altro, di essere stato il promotore di una presunta associazione a delinquere dedita a una serie impressionante di reati contro la pubblica amministrazione della quale avrebbero parte anche big della politica calabrese come l’ex governatore Mario Oliverio e l’ex deputato Nicola Adamo.

Ma la memoria difensiva entra nel merito di alcune circostanze evocate da un ufficiale della Dia durante la sua deposizione. «Il nostro è sempre stato un voto libero e limpido e non abbiamo mai cercato, né voluto, voti di “scambio” e, nemmeno, voti che provenissero da chissà chi», premette Sculco, accusato, tra l’altro, di essere stato il promotore di una presunta associazione a delinquere dedita a una serie impressionante di reati contro la pubblica amministrazione della quale avrebbero parte anche big della politica calabrese come l’ex governatore Mario Oliverio e l’ex deputato Nicola Adamo.

LA “VISITA”

«Per quanto riguarda la visita nel mio ufficio da parte dell’avvocato Francesco Scalzi, accompagnato dall’avvocato Domenico Grande Aracri, fu una improvvisata senza alcun appuntamento. Probabilmente si trovavano a Crotone per affrontare alcune questioni con il Comune. Non conoscevo di persona l’avvocato Scalzi, ricordo che, tempo addietro, ne sentii parlare molto bene dal punto di vista professionale. Mentre dell’avvocato Grande Aracri avevo notizia che si stava occupando, insieme a Scalzi, della pratica legale del ricorso al Tar sulla vicenda Marrelli». Il riferimento è alla vertenza del Marrelli Hospital, che Sculco definisce come “vertenza sociale”.

L’avvocato Grande Aracri era il legale del gruppo Marrelli. «Fu solo una visita di cortesia e di conoscenza», prosegue Sculco. Ma il ras della politica crotonese notò anche che in un’altra circostanza, arrivando in ufficio un po’ più in ritardo del solito, notò che nella stanza di sua figlia, l’ex consigliera regionale Flora Sculco, «di fronte alla scrivania, era seduto l’avvocato Grande Aracri. Restai stupito – aggiunge Enzo Sculco – perché Flora non conosceva né sapeva alcunché dell’avvocato Grande Aracri. Ho fatto un cenno a Flora di venire nella mia stanza e chiesi spiegazioni. Lei mi rispose “che quel signore seduto nella sua stanza, che non aveva mai visto prima voleva conoscermi”. Le dissi di stare attenta e di trovare una scusa per liberarsene». Ma è appena il caso di ricordare, a proposito del gruppo di intercettazioni sul “partito della pagnotta”, che uno degli interlocutori che affermavano di aver votato per Flora Sculco alle regionali 2014, ottenendo in cambio un’assunzione per la moglie, è considerato vicino alla cosca Grande Aracri.

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CASO MARRELLI

Nel documento consegnato ai giudici buona parte è occupata dalla vicenda Marrelli. «Il dottor Massimo Marrelli (scomparso qualche anno fa in tragiche circostanze, ndr) lottava per ripristinare almeno una parte delle convenzioni detenute dalla fallita Villa Giose. Con lui, c’era tutta Crotone e la provincia e tutte le istituzioni e le rappresentanze politiche ed istituzionali ad ogni livello. Partiti, sindacati, mondo associativo professionale ed economico e sociale, erano tutti impegnati a sostenere la sacrosanta battaglia per assicurare e ridare vita ad una struttura sanitaria di qualità sul territorio. C’era il popolo con più manifestazioni di sostegno che durarono tanto tempo, ma nessuno si sfiancò». E ancora: «Partecipare in difesa degli interessi del territorio, dei cittadini e dei lavoratori, non è un reato ma è un dovere a cui Flora non si è mai sottratta, non solo nella vicenda Marrelli, ma anche laddove si verificavano situazioni di crisi aziendali e con la conseguente perdita di posti di lavoro».

IL RUOLO DI AIELLO

Sculco nega che l’intervento dell’allora deputato Pd Ferdinando Aiello sia dovuto al rapporto che questi aveva con gli Sculco, contrariamente a quanto affermato dall’investigatore. Ecco la sua ricostruzione. «Ferdinando Aiello era stato a Crotone inviato dalla ministra Elena Boschi, che conosceva ed apprezzava Flora, a partecipare ad una iniziativa pubblica sul referendum sul tema della Riforma Costituzionale promossa dal Governo Renzi. In quella circostanza Flora fece la relazione introduttiva ed Aiello intervenne portando il pensiero dei vertici nazionali, in particolare della Ministra Elena Boschi che era una delle protagoniste, insieme al premier Matteo Renzi, della proposta di riforma.

Era la prima ed unica volta che vedemmo Aiello, consumammo un pranzo insieme al termine del Convegno e poi non abbiamo più avuto occasioni di incontrarlo. In quella unica occasione, a pranzo, parlammo con lui della vicenda Marrelli e lo invitammo a dare una mano di aiuto: si rese disponibile e si impegnò a parlare con il sub-commissario della sanità Calabrese Andrea Urbani, nonché importante dirigente del Ministero della Sanità, con il quale disse di avere un ottimo rapporto». L’intervento di Aiello è giudicato da Sculco «insufficiente a risolvere il problema dell’assegnazione di un budget adeguato al Marrelli Hospital».

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