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Anche a Giffone ora è vietato ammalarsi, con la Guardia medica a singhiozzo il sindaco Antonio Albanese si ispira al collega di Belcastro


GIFFONE – A distanza di pochi giorni da quella che in molti hanno definito un’ordinanza “shock” tramite la quale il sindaco di Belcastro, Antonio Torchia, ha disposto nel proprio comune il divieto di ammalarsi, si bissa nel reggino con un atto dalla stessa portata provocatoria. Antonio Albanese primo cittadino di Giffone, piccolo comune dell’entroterra aspromontano, ha recentemente emanato un’ordinanza con la quale ha intimato ai propri cittadini di «evitare di contrarre qualsiasi malattia e patologia che necessiti un intervento medico d’urgenza e di assumere comportamenti che non mettano a rischio la salute, evitando qualsiasi incidente anche in casa».

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Atto di piccata provocazione, alla cui base la motivazione sarebbe similare a quella addotta del collega sindaco del comune catanzarese: una mancata ed effettiva assistenza medica su un territorio isolato geograficamente che protratta nel tempo, attraverso una prestazione a singhiozzo della guardia medica perennemente scoperta nella turnazione, rischia di ledere in concreto il diritto alla salute dei cittadini. Sopravvivere non basta. Lo ha ben capito quindi anche il sindaco di Giffone sconsigliando ai propri concittadini, con sarcasmo, di barcamenarsi in attività pericolose quali lo sport o un viaggio e di protendere, invece, per un più sicuro stato di cautelare riposo. Un attacco esasperato rivolto alle istituzioni sempre più incapaci di assicurare le garanzie di un welfare locale, che sembra ormai una figura mitologica.

ANCHE A GIFFONE È VIETATO AMMALARSI

Tutto inizia il 31 maggio 2024 quando Albanese segnala ufficialmente la discontinuità nell’operatività del presidio di guardia medica presente a Giffone. Un servizio assistenziale fornito frequentemente a singhiozzo in un comune la cui popolazione è composta prevalentemente da cittadini over 60, che presenta congenitamente delle difficoltà logistiche. Giffone è infatti ubicato in una zona periferica e montana, non aiutato nella viabilità dalle condizioni nelle quali versa la rete stradale, e distante 33 km dal pronto soccorso più vicino, ovvero quello dell’ospedale “S. Maria degli Ungheresi” a Polistena.

Alla prima segnalazione ufficiale del sindaco sono seguite una lunga serie di segnalazioni all’Asp di Reggio Calabria, agli uffici regionali competenti, alle associazioni presenti sul territorio, volte alla risoluzione del problema. Il 18 dicembre 2024 sono pervenute al comune aspromontano delucidazioni in merito da parte dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. L’Asp ha ribadito come, al momento, non risultasse nessuna accettazione di incarico a tempo indeterminato per la postazione di continuità assistenziale di Giffone. L’iter di attribuzione dell’incarico era stato attivato il 26 aprile 2024 nel momento in cui, in tale data, erano stati individuati due incarichi vacanti, procedendo in seguito, con decreto del 9 luglio 2024, a rendere note le graduatorie definitive in merito agli incarichi vacanti di assistenza primaria ruolo unico a ciclo orario.

Attraverso una serie di decreti dirigenziali il competente settore del dipartimento Salute e Welfare ha preso a suo tempo atto dell’accettazione degli incarichi da parte dei soggetti avanti titolo. «Purtroppo – proseguiva l’Asp – non risulta alcuna accettazione di incarico a tempo indeterminato per la postazione di continuità assistenziale di Giffone». Una vicenda sino ad oggi andata avanti a suon di botta e risposta da parte di un sindaco non disposto a soprassedere in merito alla salute dei suoi cittadini, una vicenda alla quale si spera di mettere al più presto la parola “fine”.

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