I carabinieri davanti alla sede dell'Accademia
3 minuti per la letturaAssolta l’ex assessore comunale di Vibo, Nadia Bax, finita a processo per la vicenda dei falsi diplomi all’accademia “Fidia” di Stefanaconi. Stessa decisione per il figlio Mauro Borello. L’interessata: “Tanta sofferenza ma la verità è venuta a galla”
VIBO VALENTIA – Nadia Bax, ex assessore al Comune di Vibo, e il figlio Mauro Borello escono definitivamente dall’inchiesta “Diacono”, avente ad oggetto i presunti diplomi falsi conseguiti presso l’accademia Ars & Scientia di Stefanaconi. Il Gup del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca Loffredo, in esito all’udienza dello scorso 10 dicembre, in sede di giudizio abbreviato, ha infatti assolto i due imputati dall’accusa di corruzione in concorso con Davide Licata, perché il fatto non sussiste.
Secondo l’accusa, la Bax, quale medico di base, nel febbraio-aprile 2020, avrebbe rilasciato falsi certificati medici a Davide Licata in cambio del rilascio, da patte di quest’ultimo, di un diploma e di un attestato di dattilografia in favore del figlio Mauro Borello.
ANCHE LA PROCURA HA CHIESTO L’ASSOLUZIONE DI BAX E FIGLIO
Nel corso dell’udienza il pubblico ministero ha richiesto l’assoluzione per Borello e la condanna della Bax alla pena di tre anni di reclusione ma il difensore di quest’ultima (che ha assistito anche l’altro imputato), l’avvocato Nicola Cannatelli del Foro di Cosenza, ha sostenuto e dimostrato come, invece, i certificati medici attestassero patologie effettivamente possedute da Licata, e che nessun patto illecito, tanto meno corruttivo, era mai intervenuto, avendo, peraltro,. Borello conseguito il diploma di maturità presso un liceo statale, e l’attestato di frequenza al corso di dattilografia presso tutt’altro istituto, senza alcun collegamento con l’Accademia Fidia o con il Licata.
Il gup Loffredo, all’esito della camera di consiglio, ha recepito le tesi difensive, ed ha quindi assolto gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”. Decisione ovviamente accolta con soddisfazione da parte dei due imputati che, per come commentato alla difesa, “avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato perché pienamente consapevoli della evidente ed immediata rilevabilità della inconsistenza dell’accusa mossa nei loro confronti, per come avvenuto, così superando l’amarezza di una prolungata esposizione mediatica per essere stati indagati per fatti del tutto infondati”.
LE PAROLE DELL’EX ASSESSORE BAX DOPO L’ASSOLUZIONE AL PROCESSO SUI DIPLOMI FALSI
Ecco dunque le parole di Nadia Bax per l’assoluzione sua e del figlio avvenuta dopo “tanta sofferenza e tanto accanimento proprio perché in quei giorni c’è stato un tam tam continuo solo perché tra gli indagati c’erano un ex assessore di Vibo e il figlio mentre nulla si è detto delle numerose altre note a Vibo. Sono stati giorni e mesi di sofferenza specialmente proprio poi dopo aver saputo dai giornali tutto quello che era successo”.
La Bax ricorda di aver appreso la notizia dai giornali perché “non avevo ricevuto nulla”, e rivendica di “essere sempre stata molto ligia sul lavoro ma non ho mai avuto il timore di un epilogo diverso. Secondo le carte mio figlio risultava diplomato lì, mentre invece ne ha solo uno, in un liceo statale; si è laureato a Milano e tutto quello che ha se l’è sudato. Potevano controllare meglio al ministero e capirne quanti ne ha invece di coinvolgerci in un tritacarne giudiziario e mediatico”.
Sempre la Bax commenta che oggi può “tirare un sospiro di sollievo, una soddisfazione, perché la verità è venuta fuori, soprattutto per il coinvolgimento di mio figlio in maniera superficiale, ingiusta e inaccettabile che lo ha fatto soffrire. E di questo – conclude l’ex assessore – ringrazio chi ci ha assistito in via legale durante questa vicenda per fortuna con un lieto fine per noi, e gli amici che mi sono stati vicino e che non hanno mai dubitato della mia buona fede”.
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