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Intelligenza artificiale, fondamentale sarà il ruolo della scuola, per insegnare non solo competenze tecniche, ma anche capacità critiche


L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando i settori produttivi, creando nuove opportunità ma anche nuove preoccupazioni. Forse dovute anche a una conoscenza ancora lontana delle sue applicazioni. Sebbene se ne parli molto, spesso manca una comprensione chiara delle sue implicazioni economiche e sociali. Non si parla del futuro ma del presente. L’IA viene già applicata in settori chiave come la sanità, la pubblica amministrazione, l’industria e l’agricoltura, ridefinendo l’economia globale dagli Stati Uniti alla Cina, fino all’Europa e all’Italia, Meridione compreso.

L’IA, ad esempio, sta trasformando la sanità, migliorando la diagnosi precoce, personalizzando i trattamenti e rendendo i processi più efficienti. Negli Stati Uniti, tecnologie basate sull’IA come IBM Watson Health vengono utilizzate per analizzare grandi quantità di dati clinici, contribuendo a diagnosi più rapide e precise. Il mercato dell’IA nella sanità americana dovrebbe crescere dai 6,9 miliardi di dollari del 2021 ai 67 miliardi nel 2027, secondo Statista.

In Cina, l’IA è parte integrante della strategia nazionale per modernizzare il sistema sanitario. Startup come Ping An Good Doctor offrono servizi di consulenza medica basati sull’IA, raggiungendo milioni di utenti nelle aree rurali. Questo modello sta rispondendo a una domanda crescente, ma rischia di sostituire figure mediche di base non qualificate.

In Europa, l’IA viene integrata nei sistemi sanitari pubblici, ad esempio con piattaforme come HealthCatalyst, che supportano la gestione ospedaliera. Tuttavia, in Italia, l’adozione rimane limitata a progetti pilota, come quelli avviati da alcune regioni settentrionali. Al Sud, la carenza di infrastrutture digitali limita l’espansione, rischiando di ampliare il divario sanitario.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

L’IA promette anche di rendere la pubblica amministrazione più efficiente, automatizzando attività burocratiche e migliorando i servizi al cittadino. Negli Stati Uniti, l’uso dell’IA nella gestione delle pratiche amministrative ha portato a risparmi stimati di 41 miliardi di dollari all’anno, secondo il Government Accountability Office. Tuttavia, ciò ha generato timori per la perdita di posti di lavoro tra gli impiegati pubblici di livello medio.

In Cina, l’IA è già impiegata in progetti di “smart cities”, con sistemi di riconoscimento facciale utilizzati per la sicurezza pubblica. Queste tecnologie sono accolte con favore per la loro efficienza, ma sollevano preoccupazioni sulla privacy e sui diritti dei lavoratori.

Nell’Unione Europea, l’IA potrebbe sostituire il 14% delle mansioni burocratiche entro il 2030, secondo il rapporto della Commissione Europea del 2022. In Italia, iniziative come PagoPA e SPID stanno digitalizzando i servizi, ma il Sud resta indietro, con solo il 28% delle amministrazioni locali completamente digitalizzate, rispetto al 46% del Nord.

Tra tutti i settori l’industria è il settore in cui l’IA ha avuto l’impatto più significativo. Negli Stati Uniti, la robotica e l’IA hanno permesso una produzione più rapida ed economica, ma con un costo: la perdita di oltre 2 milioni di posti di lavoro manifatturieri dal 2000 a oggi, secondo Brookings Institution. Al tempo stesso, si stanno creando opportunità per figure specializzate in “data science” e manutenzione di sistemi intelligenti.

In Cina, l’IA è la pietra angolare del piano Made in China 2025, che mira a trasformare il paese in una superpotenza industriale. Settori come l’elettronica e l’automobile stanno adottando massicciamente l’automazione, riducendo la necessità di lavoratori poco qualificati.

L’USO DELL’IA IN EUROPA

In Europa, il settore industriale beneficia dei fondi del Green Deal, che incentivano l’uso dell’IA per la sostenibilità. In Italia, l’Industria 4.0 ha spinto all’adozione di tecnologie intelligenti, ma il Sud è frenato dalla mancanza di competenze tecniche tra i lavoratori locali.

L’agricoltura di precisione è poi una delle applicazioni più promettenti dell’IA. Negli Stati Uniti, startup come John Deere utilizzano droni e sensori intelligenti per monitorare i raccolti, riducendo l’uso di acqua e pesticidi. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, ciò ha portato a un aumento del 20% dell’efficienza delle coltivazioni nel Midwest.

In Cina, il governo sostiene l’adozione di tecnologie AI-driven nelle campagne per combattere l’urbanizzazione e migliorare la produttività agricola. Tuttavia, l’automazione potrebbe mettere a rischio milioni di posti di lavoro nelle zone rurali.

In Italia, il settore agricolo soffre di ritardi tecnologici, specialmente nel Mezzogiorno, dove solo il 18% delle aziende utilizza strumenti digitali avanzati, secondo un rapporto Coldiretti del 2022.

Il Mezzogiorno d’Italia deve affrontare una crescente crisi demografica, segnata dal calo delle nascite e dall’invecchiamento della popolazione, che rischiano di compromettere ulteriormente la competitività economica della regione. In questo contesto, l’intelligenza artificiale (IA) si presenta come una risorsa strategica per mitigare gli effetti negativi di questa dinamica. Attraverso l’automazione dei processi produttivi e il miglioramento dell’efficienza aziendale, l’IA può compensare la riduzione della forza lavoro. Tuttavia, nel Sud Italia, l’adozione dell’IA è ancora limitata: solo il 18% delle piccole e medie imprese ha avviato progetti in questo ambito.

L’IA E IL GIORNALISMO

L’IA sta entrando, è già entrata in realtà, anche nel giornalismo, con strumenti in grado di generare articoli, traduzioni e analisi dei dati in pochi minuti. Piattaforme come OpenAI GPT, già utilizzate da testate come il Washington Post, stanno rivoluzionando la produzione di contenuti. Ma il rischio è evidente: oltre alla necessaria riqualificazione delle competenze professionali il timore è di un’omogeneizzazione culturale dovuta all’utilizzo di fonti standardizzate. Per evitarlo è inevitabile l’integrazione dell’IA con il lavoro umano, non la sua sostituzione, per garantire diversità di prospettive e pluralismo.

Per affrontare le trasformazioni imposte dall’IA, è necessaria infatti una riqualificazione massiva della forza lavoro. Negli Stati Uniti, programmi come Upskill America mirano a preparare i lavoratori per le professioni del futuro. In Europa, il Fondo Sociale Europeo finanzia corsi di formazione. In Italia, il PNRR stanzia risorse per la formazione digitale, ma il Sud necessita di interventi specifici.

Fondamentale sarà il ruolo della scuola, che dovrà adattarsi a un mondo dominato dall’IA, insegnando non solo competenze tecniche, ma anche capacità critiche e creative. Solo così sarà possibile affrontare le sfide di un futuro in cui l’intelligenza artificiale sarà sempre più centrale.


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