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Vincenzo De Luca

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De Luca e terzo mandato: «Il no del governo è solo contro di me. Mi chiedo: ma in questo
Paese la legge è uguale per tutti?»


Altro che dimissioni. «Per me non cambia nulla, andiamo avanti. La mia posizione non è cambiata di una virgola e non cambierà». Parole e musica di Vincenzo De Luca.
Il governatore della Campania non demorde. Anzi, rilancia dopo la decisione del governo di impugnare la legge regionale sul terzo mandato: «La Campania si muoverà in un contesto di legalità, siamo fiduciosi e pensiamo a lavorare».
Non è solo il governo di centrodestra a remare contro De Luca. C’è anche la segretaria Elly Schlein e il Pd nazionale a osteggiare la ricandidatura di De Luca, tanto che il governatore ha minacciato il suo stesso partito affermando di essere pronto a correre “in solitaria”.
Nei suoi rilievi critici il presidente della Campania attacca su tutti i fronti e non risparmia nemmeno il “suo” Pd. Dalla conferenza stampa di ieri mattina a palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale, emerge un altro aspetto da non trascurare: erano presenti tutti i consiglieri regionali Pd, nessuno escluso, con in testa il capogruppo e recordman di preferenze Mario Casillo.
I PASSAGGI DELLO SHOW
È uno show nello show quello che va in scena a palazzo Santa Lucia. In sala, alle spalle di Vincenzo De Luca, campeggiano alcuni cartelli, rivolti proprio al governo nazionale, con gli slogan “Non abbiate paura degli elettori” e “La legge (non) è uguale per tutti”.
«L’incontro di questa mattina – ha detto De Luca – è dedicato tutto alla presidente del Consiglio e al governo. Per il resto ho già parlato, se volete posso solo aggiungere, da vecchio filosofo, Parmenide… l’essere è, il non essere non è».
Non solo Parmenide. Il governatore trova ispirazione anche nelle parole di papa Wojtyla. «Non abbiate paura – ha sbottato – Hanno forse paura di De Luca, degli elettori. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati».
«La decisione del governo è contra personam» – dice ancora il presidente della Regione Campania – Il governo non ha impugnato le leggi del Veneto, del Piemonte e delle Marche, che è uguale a quella della Campania. Mi domando: ma in questo Paese la legge è uguale per tutti? O è uguale per tutti tranne che per il sottoscritto? Ha ancora senso la scritta che troviamo nei tribunali, “La legge è uguale per tutti”? Nel nostro caso la legge non è uguale per tutti. Questo principio costituzionale è stato calpestato».
SFERZATE A GIORGIA E AL PD
L’attenzione, poi, si sposta su Andrea Orlando. «Qualche mese fa – attacca De Luca – si è candidato alla presidenza della Liguria un esponente politico del Partito democratico che ha 5 mandati parlamentari e per tre volte è stato ministro: nessuno ha detto niente, ma è tollerabile questo livello di ipocrisia in questo Paese? Se prendiamo l’elenco dei parlamentari, tutti quelli che hanno parlato hanno almeno tre mandati, ma cercheranno di arrampicarsi sugli specchi dicendo che questa della Campania è una cosa diversa. Ho un sentimento di grande orgoglio per l’attenzione che mi è stata dedicata. Il governo ha deciso di impugnare la legge della Regione Campania. Pensare che il presidente del Consiglio, in questo quadro internazionale tormentato da guerre e tragedie, abbia voluto trovare il tempo per interessarsi della legge della Regione Campania è motivo di orgoglio».
È uno show senza tregua di oltre un’ora, quello di De Luca. «Godere dell’attenzione di «un presidente che ha familiarità con i potenti del mondo, come Trump, Musk, Milei, Orban, Lollobrigida, Donzelli, avere l’attenzione di questo mondo è motivo davvero di grande soddisfazione».
«Ho la sensazione che finirà come sulla legge sull’autonomia che è stata smantellata – dice – Ci difenderemo davanti alla Corte costituzionale. Andiamo avanti con assoluta tranquillità. Saranno mesi di impegno civile, di battaglia democratica e faremo in modo di far ritrovare ai nostri concittadini i contenuti della vita democratica, che rispetto alla politica politicante sono scomparsi».
De Luca tira in ballo anche il presidente del Pd ed europarlamentare, nonché ex presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: «L’ex presidente dell’Emilia-Romagna sta parlando molto in questo periodo, trasmettendo l’idea che con un atto di generosità ha rinunciato alla candidatura per il terzo mandato. In Emilia Romagna il presidente uscente non si poteva ricandidare perché la legge elettorale, del 2004, è diversa ed è una legge che non consentiva nessuna altra scelta». Il discorso si incentra poi sul partito di Matteo Salvini e sul presidente veneto, Luca Zaia.
I MANDATI DI ZAIA
«Quando si parla del Veneto, non si parla del terzo mandato perché il terzo mandato lo ha già finito Zaia, lo sta esercitando da quattro anni. Il terzo mandato lo ha già finito senza che nessuno abbia detto nulla – ha tenuto a sottolineare il governatore campano – Il problema che pone la Lega è un altro ed è un problema di fondo: il potere di decisione che devono avere i territori e i cittadini, ma non è il terzo mandato».
«Non siamo in vendita e non cederemo mai la dignità della Campania e di Napoli – dice ancora il governatore – Noi abbiamo fatto un lavoro immane che ha dato dignità alla nostra Regione. Oggi quando si parla di Campania si parla con grande rispetto». La battaglia per le regionali d’autunno è entrata pienamente nel vivo.


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