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Napoli, agguato a Ponticelli: 37enne ucciso a colpi d’arma da fuoco. Fonti investigative rivelano che l’uomo aveva legami di parentela con presunti affiliati al clan camorristico Sarno.
NAPOLI – Un nuovo episodio di violenza scuote il quartiere di Ponticelli. Enrico Capozzi, 37 anni, è stato ucciso nella serata del 9 gennaio 2025 a colpi di arma da fuoco in via Aldo Merola. L’episodio si inserisce in un contesto di tensioni criminali che continuano a insanguinare la periferia napoletana.
NAPOLI, AGGUATO A PONTICELLI: 37ENNE UCCISO A COLPI D’ARMA DA FUOCO
L’agguato è avvenuto intorno alle 20.30. Secondo le prime ricostruzioni, i sicari, a bordo di uno scooter, hanno aperto il fuoco contro la vittima, ferendola gravemente. Capozzi è stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasportato all’Ospedale del Mare, dove è deceduto poco dopo.
LA PISTA CRIMINALE E IL LEGAME CON IL CLAN SARNO
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e dall’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli, puntano a ricostruire il contesto e le motivazioni dietro l’omicidio. Fonti investigative rivelano che Capozzi aveva legami di parentela con presunti affiliati al clan camorristico Sarno, un tempo egemone nella zona di Ponticelli. Gli inquirenti non escludono che l’agguato possa essere una vendetta orchestrata da un gruppo rivale, in una possibile riaccensione della faida tra clan.
CAOS ALL’OSPEDALE DEL MARE: PAURA TRA IL PERSONALE SANITARIO
La violenza non si è fermata sulla scena del crimine. Dopo aver appreso la notizia della morte di Capozzi, alcuni familiari si sono recati all’Ospedale del Mare e hanno messo a soqquadro i locali del pronto soccorso, causando momenti di panico tra i presenti.
Secondo quanto riferito dall’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, il personale sanitario, terrorizzato, si è barricato nelle stanze in attesa dell’arrivo della Polizia di Stato. «A noi personale sanitario non interessano le dinamiche che hanno portato a questo agguato, né tantomeno interessa conoscere i responsabili o la matrice… a noi interessa semplicemente che ancora una volta i locali sanitari di un pronto soccorso sono stati teatro di violenza, violenza che resterà impressa negli occhi e nella mente di chi ogni giorno lavora per garantire la salute», si legge in un comunicato dell’associazione pubblicato sui social.
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