Monete d’oro sequestrate
2 minuti per la letturaTre arresti e sequestri per 15 milioni di euro tra Cosenza e il Tirreno cosentino: riciclavano i proventi di truffe ai danni dello Stato acquistando monete d’oro
COSENZA- Eseguiti in mattinata tre arresti per truffe ai danni dello Stato e autoriciclaggio. In contemporanea sono stati notificati avvisi a rendere interrogatorio nei riguardi di otto indagati per i quali è stata avanzata richiesta di misura. Si tratta di un’operazione di polizia e guardia di finanza tra Cosenza ed il Tirreno cosentino. L’attività investigativa si è estesa con accertamenti effettuati anche in Puglia, Toscana, Piemonte, Lombardia e Sardegna.
E’ la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ad aver emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei riguardi di tre persone. Oltre a decreti di sequestro preventivo per equivalente per un totale di oltre 15 milioni di euro. I provvedimenti sono emessi dal Gip presso il Tribunale di Cosenza. Sono in corso anche le notifiche degli inviti a presentarsi per rendere interrogatorio a seguito di richiesta di misura cautelare nei riguardi di ulteriori otto indagati. Durante le indagini, gli investigatori di Cosenza hanno sottoposto già a sequestro tre chilogrammi circa di monete d’oro, per un valore di circa 170 mila euro.
Le indagini, svolte dalla Guardia di Finanza di Cosenza e dal centro operativo sicurezza cibernetica di Cosenza. Si sono sviluppate mediante intercettazioni telefoniche e telematiche, approfondimento di numerose segnalazioni per operazioni sospette nonché approfondimenti informatici di elevato tecnicismo. Hanno quindi consentito di accertare l’esistenza di una presunta organizzazione criminale composta da sette persone. Queste operanti nel territorio di Cosenza e della costa tirrenica, volta alla realizzazione di numerose truffe ai danni dello Stato per il conseguimento di crediti di imposta. Con monetizzazione degli stessi mediante cessione a Poste Italiane Spa e successivo autoriciclaggio della provvista ottenuta mediante acquisto di oro da investimento.
Per come emerso dalle indagini, l’organizzazione prevedeva la presenza di soggetti preposti alla gestione dell’intera associazione. I quali provvedevano a istruire le pratiche di richiesta della cessione del credito di imposta e a beneficiare sostanzialmente dei vantaggi economici della frode. Rappresentati dall’oro da investimento acquistato con i proventi della stessa. E, di altri soggetti deputati a reclutare le persone che avrebbero fornito le credenziali per la richiesta fraudolenta dei vantaggi tributari ed economici. Nonché di altri ancora incaricati di recuperare materialmente l’oro acquistato. I numerosi soggetti reclutati, formali richiedenti e beneficiari di diversi bonus statali, trattenevano, in ragione della loro disponibilità, quale compenso, circa il 10% della somma illecitamente ottenuta.
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