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Il giorno dopo la trattativa al ministero con Urso i sindacati chiedono certezze sulla situazione Stellantis. Landini: incognite e provvisorietà. Uno studio della Fiom fa il punto sul futuro dell’automotive
Il giorno dopo la trattativa al Ministero per la produzione in Italia di autoveicoli (indotto compreso) della Stellantis giunge lo spazio della riflessione e dagli applausi si passa a quello che si prospetta per il futuro dell’automotive. Ci va giù duro Maurizio Landini, segretario generale della Cgil: “Quello presentato da Stellantis non è un piano industriale che dia certezze sul futuro e sulle produzioni, è un piano transitorio, un prendere tempo. Restano incognite e punti non chiariti. Per noi i problemi non sono risolti. Il 2025 sarà ancora un anno di cig. E mentre l’azienda dà la buonuscita milionaria all’ex ad, agli operai in cassa arriva uno stipendio poco sopra i mille euro”.
Per suo conto l’analisi della Fiom, che fa il punto sul comparto metalmeccanico con un focus sull’auto, non è meno tenera.
IL BILANCIO FIOM
A fine 2024 in Stellantis si contano 18mila lavoratori, su complessivi 33mila, in cassaintegrazione e in solidarietà.
Per il leader delle tute blu di Corso d’Italia, Michele De Palma, “sarà un 2025 molto difficile e molto duro”. Per superare le difficoltà e fare chiarezza la Fiom ritiene indispensabile “andare a Palazzo Chigi per costruire un pacchetto complessivo di rilancio dell’automotive che tenga insieme la casa d’auto e tutte le aziende della componentistica”. Non solo.
I PIANI INDUSTRIALI
La Fiom chiede che sia fatta una verifica sulla realizzazione dei piani illustrati al tavolo del Ministero, in quanto le cose dette da Jean Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis. non possono riternersi essere un Piano Industriale, ma solo di transizione, giacché il percorso dovrà essere definito solo quando ci sarà un nuovo amministratore delegato.
E sui due miliardi destinati agli stabilimenti italiani, il leader della Fiom puntualizza: “Chi si occupa di auto sa che i piani industriali sono di decine di miliardi di investimento. Immaginare, progettare e produrre modelli a costi che non sono comparabili” a questa cifra è impensabile.
MELFI: BENE GLI ANNUNCI MA LA VERTENZA RESTA APERTA
“Bene gli annunci delle vetture ibride allo stabilimento Stellantis di Melfi ma la vertenza non è ancora chiusa” dicono i sindacati uniti dei metalmeccanici della Basilicata. Nella posizione dei rappresentanti dei lavoratori si evidenziano nel dettaglio le assegnazioni produttive per Melfi ed il relativo cronoprogramma. A partire dal 2025 a marzo sarà in produzione la prima DS8 elettrica, a seguire, a giugno entrerà in produzione la nuova Compass elettrica. A fine anno 2025 inizieranno le preserie della Compass mild hybrid; nel 2026, nel primo semestre, partirà la produzione della Compass mild hybrid insieme alla DS7 sia in versione elettrica e mild hybrid.
Nel secondo semestre 2026 partirà la nuova Lancia Gamma, anch’essa nella versione elettrica e mild hybrid. Inoltre l’azienda, “sotto nostra sollecitazione – hanno evidenziato i rappresentanti sindacali – ha dichiarato che al momento il 90% delle aziende dell’indotto ha acquisito le commesse per le nuove vetture e ha anche dichiarato che non ci saranno ulteriori processi di internalizzazione per quanto riguarda la logistica e, visti i nuovi lanci produttivi, ci sarà una attenzione per il settore, è fondamentale che ci siano i volumi per la saturazione degli impianti e per il mantenimento occupazionale per tutte le aziende dell’indotto”.
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Per far fronte alle salite produttive e all’addestramento/formazione dei lavoratori, in modo temporaneo, per il 2025, l’azienda ha comunicato che lo stabilimento cambierà organizzazione del lavoro e orari, passando dagli attuali 15 turni a dieci turni, con una riduzione giornaliera dei volumi per far sì che lo stabilimento abbia una continuità produttiva giornaliera su un turno alternato primo/secondo turno.
POMIGLIANO SOLLECITA CHIAREZZA PER IL FUTURO
A Pomigliano d’Arco, in Campania, prende posizione la Confapi che guarda alla tenuta delle piccole aziende che producono per lo stabilimento Stellantis. Dice Raffaele Marrone, presidente di Confapi Napoli: “Non è solo uno snodo cruciale per il futuro dell’azienda stessa ma anche per un’intera filiera che coinvolge tutta la regione campana. Alle commesse della multinazionale italo-franco-olandese, infatti, rispondono tantissime piccole e medie imprese campane che vivono anche grazie a quelle forniture. La sopravvivenza della fabbrica, quindi, è fondamentale per garantire un futuro all’intero indotto dell’automotive della regione, come ci ha insegnato il caso Trasnova, dove era a rischio il posto di lavoro di quasi 300 operai, risolto in extremis con un intervento del governo.
Un nodo cruciale è anche il rispetto dei termini di pagamento degli impegni contrattuali. I ritardi nel saldo delle fatture stanno creando notevoli problemi di liquidità che si ripercuoteranno non solo sulla vita dei lavoratori partenopei direttamente coinvolti ma anche sul tessuto economico e sociale del territorio”, sottolinea Marrone.
IL GOVERNATORE DE LUCA: PASSAGGIO IMPORTANTE, MA…
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca che ha partecipato mercoledì presso il ministero dello Sviluppo all’incontro con i dirigenti di Stellantis, ha giudicato positivamente l’apertura di un tavolo in un momento difficilissimo per il settore dell’automotive in Europa e in Italia, esprimendo ai dirigenti di Stellantis un apprezzamento e un avvertimento. Un apprezzamento per gli impegni assunti, per la garanzia offerta per i lavoratori di Stellantis in Italia e in Campania, per l’avvio di un percorso di tutela delle migliaia di lavoratori dell’indotto, ai quali saranno rivolti incontri specifici, stabilimento per stabilimento. Ha lanciato poi un avvertimento perché questo Piano Italia comunicato da Stellantis presuppone l’impegno dell’Europa e del Governo nazionale per potersi concretizzare.
“Occorre – afferma – una revisione radicale della normativa europea attualmente in vigore, a partire da gennaio, e acquisendo la linea della neutralità tecnologica nel percorso di transizione ecologica; e occorre la costituzione di un fondo europeo per la ricerca e l’innovazione, per poter reggere nella competizione globale. Ma occorre anche un impegno nazionale, per realizzare le infrastrutture necessarie alle auto elettriche e per far fronte al prezzo dell’energia che in Italia supera del 30/40 per cento il prezzo dei paesi nostri concorrenti, anche in Europa”.
I MA E I SE DELLA POLITICA
Dopo la trattativa giunge anche l’ora dei partiti che sul risultato, per ora positivo, intendono appendersi la medaglietta al petto. Si comincia da Fratelli d’Italia con il deputato Beatriz Colombo che sostiene: “Il Tavolo Stellantis rappresenta uno snodo fondamentale per il futuro dell’automotive in Italia. Nel corso dell’incontro, sotto la guida del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, sono stati tracciati finalmente obiettivi strategici per rilanciare l’intera filiera industriale del settore”.
Una forte protesta giunge da Termoli con Roberto Gravina, consigliere regionale del M5s e coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali.
“Il tavolo del 17 dicembre al MIMIT non ha portato alcuna chiarezza sul futuro della Gigafactory di Termoli. Stellantis e ACC continuano a rinviare decisioni, lasciando il nostro territorio nel più totale vuoto, mentre il Governo Meloni e il Ministro Urso restano in un preoccupante silenzio, dimostrando disinteresse per il Molise e i suoi progetti di sviluppo”.
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