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Un nuovo sequestro di beni, per un valore di circa 6 milioni di euro, è stato messo a segno dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti del medico chirurgo reggino Francesco Cellini, responsabile e legale rappresentante della cooperativa Anphora che gestisce la clinica “Nova Salus” a Villa San Giovanni.

REGGIO CALABRIA – Un nuovo sequestro di beni, per un valore di circa 6 milioni di euro, è stato messo a segno dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti del medico chirurgo reggino Francesco Cellini, responsabile e legale rappresentante della cooperativa Anphora che gestisce la clinica “Nova Salus” a Villa San Giovanni.

Il professionista è imputato nell’operazione “Sansone” (SCOPRI I CONTENUTI SULL’OPERAZIONE SANSONE) condotta nel 2016 contro le cosche Condello di Reggio Calabria e Zito-Bertuca, Imerti-Buda di Villa San Giovanni. Secondo l’accusa avrebbe ricoverato alcuni mafiosi per evitargli il carcere e curato i latitanti Pasquale e Giovanni Tegano. Il nuovo sequestro va ad aggiungersi a quello da 19 milioni eseguito nel marzo scorso (LEGGI LA NOTIZIA) ed è stato disposto a conclusione di accertamenti finanziari che hanno riguardato decine di conti corrente e diversi istituti di credito, assicurativi e finanziari, svolti dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con il supporto dello Scico della Finanza e insieme ai al Ros dei Carabinieri. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale su richiesta della Dda.

Cellini, in particolare, secondo l’accusa, aveva rapporti di «costante e reciproco scambio» con il capo cosca Pasquale Bertuca in virtù dei quali il chirurgo si sarebbe adoperato più volte per favorire il ricovero nella clinica «Nova Salus» di esponenti di varie cosche vicine al boss e su sollecitazione diretta e indiretta di quest’ultimo. Nella stessa clinica era stata ricoverata anche la madre di Bertuca oltre ad alcuni esponenti di spicco della ‘ndrangheta ai domiciliari, tra i quali Giacomo Latella, Mario Palaia, Pasquale Libri, Pasquale Pititto, Paolo Meduri, Domenico Grasso, Gennaro Ditto, Pasquale De Maio, Pasquale Bilardi, Francesco Pangallo e Giuseppe Mazzagatti.

Dagli accertamenti economico-patrimoniali svolti su delega della Dda dal Nucleo di polizia economico finanziaria-Gico di Reggio Calabria, è emerso, tra l’altro, come, a partire dal 2000, una consistente parte dei redditi dichiarati annualmente da Cellini fosse stata erogata dal Servizio sanitario nazionale. Le erogazioni, visto il ruolo attivo e/o occulto di amministratore di fatto della clinica «Nova Salus», per l’accusa è in contrasto con l’Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale e per questo motivo i redditi sono stati considerati indebitamente percepiti. 

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