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E’ caos al Pronto soccorso di Vibo Valentia, operativi solo un ausiliario e tre infermieri dopo il mancato rinnovo dei precari


VIBO VALENTIA – Era inevitabile. Dopo il mancato rinnovo della proroga dei contratti al personale sanitario (oss e infermieri) e il fallimento di stanare gli imboscati da parte dell’Asp di Vibo – che si è ritrovata addirittura con un esubero di dipendenti – nel pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo di provincia c’è stato il caos.
«Stamattina se qualcuno si fa un giro in pronto soccorso troverà un bel casino. C’è un solo ausiliare in servizio. I pazienti vanno cambiati e con una sola persona in servizio è impossibile farlo».

LA DENUNCIA

La denuncia arriva da alcuni cittadini che si sono trovati, loro malgrado, a dover assistere i propri congiunti presso la struttura dello “Jazzolino” dove ad operare non solo vi era un unico ausiliario ma solo tre infermieri rispetto ai 5-6 che fino a qualche giorno affollavano le sale. Il risultato: lunghe file, utenti insofferenti (per usare un eufemismo) e personale costretto ad un super lavoro, cercando di sopperire all’assenza dei colleghi. Non solo quelli ai quali non si è rinnovato, lo scorso 30 novembre il contratto di lavoro. Ma anche quegli “imboscati” che destinati al Pronto Soccorso sono andati in ferie (già programmate) e chi è andato in malattia.
Insomma, il piano della commissione straordinaria che guida l’Azienda sanitaria vibonese di sopperire con gli “imboscati” alle figure professionali con le quali si è interrotto il rapporto di lavoro, almeno per quanto concerne l’area dell’emergenza-urgenza è, al momento, fallito. D’altronde, le organizzazioni sindacali di categoria avevano paventato che il ricambio non sarebbe stato certo semplice da attuare, soprattutto in tempi così stretti, ma la troika commissariale, giustamente dal suo punto di vista, ha tirato dritto, forte dei numeri in più che si ritrovava sulla carta. Ma un conto, appunto, è la statistica, un altro, ben diverso, è la realtà.

SERVE UNA STRATEGIA

Tornando a quanto avvenuto ieri, fortunatamente a parte il caos non vi sono state situazioni di rischio per il personale sanitario, già abbondantemente sotto tiro ormai da diverso tempo e non certo per colpa sua visto, appunto, la penuria di figure professionali.
D’altronde, se i concorsi vanno deserti e nemmeno dalle graduatorie si riesce a risolvere il problema significa che tutte le azioni messe in campo fino ad oggi si sono dimostrati del tutto inefficaci. E allora, servirà cambiare strategia, in modo radicale nella speranza di invertire il trend. I medici cubani – che pure si sono integrati molto bene e in brevissimo tempo, attirandosi le simpatie anche dei pazienti – era chiaro che non avrebbero rappresentato la soluzione ma solo un lieve tampone ad una emorragia che sembra inarrestabile.
Se poi si mettono in campo anche scelte non adeguatamente ponderate chiaramente la situazione non può che peggiorare. Come ieri mattina e come quelle a venire che costringeranno chi è rimasto, ormai allo stremo, a sobbarcarsi un peso insostenibile.

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