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Lo sfogo di due assistenti sanitarie che denunciano una situazione discriminante per il ruolo ricoperto e si appellano alla Regione: «Nelle Asp calabresi «spesso altre figure professionali, pur valide, ricoprono incarichi specifici destinati a figure come la nostra»


VIBO VALENTIA – A parlare sono due giovani neolaureate calabresi in Assistenza Sanitaria, (Teresa P. e Teresa M.), denunciando una situazione di «discriminazione e mancato riconoscimento professionale» che colpisce la loro figura professionale in Calabria. Attraverso una lettera aperta, le due professioniste mettono in luce le difficoltà che affrontano quotidianamente, tra la mancanza di opportunità lavorative adeguate e il mancato utilizzo delle loro competenze nelle Aziende sanitarie provinciali (Asp).

LO SFOGO DI DUE ASSISTENTI SANITARIE CALABRESI

«Nella nostra regione – scrivono le neolaureate – la figura dell’Assistente Sanitario non viene adeguatamente riconosciuta né valorizzata». Le due professioniste lamentano che, nonostante la specifica preparazione accademica e l’iscrizione all’albo professionale, il loro ruolo sia spesso trascurato sia nel settore pubblico che in quello privato.

In particolare, denunciano come nelle Asp calabresi «siano spesso altre figure professionali, pur valide, a ricoprire incarichi specifici destinati agli assistenti sanitari». Una situazione che non solo priva questi ultimi delle opportunità lavorative che spettano loro di diritto, ma che rischia anche di compromettere l’efficacia degli interventi di prevenzione e sensibilizzazione sanitaria.
L’importanza della prevenzione. La prevenzione sanitaria, sottolineano Teresa P. e Teresa M., è uno degli ambiti principali su cui si concentra il lavoro dell’assistente sanitario. «Non intendiamo competere con altre figure professionali – precisano – ma è fondamentale riconoscere l’importanza del nostro ruolo nella salute pubblica, soprattutto in ambito preventivo, educativo e di sensibilizzazione».

“ASSISTENTI SANITARI CALABRESI NON ADEGUATAMENTE INTEGRATI”

Nonostante ciò, in Calabria i concorsi pubblici per questa figura sono quasi inesistenti, e nel settore privato gli Assistenti Sanitari non sono adeguatamente integrati. Una disparità che diventa ancora più grave considerando che questi professionisti, iscritti a un albo, devono pagare regolarmente le tasse allo Stato, pur non vedendo garantito il giusto accesso al mercato del lavoro. Le due giovani assistenti sanitarie calabresi chiedono chiarezza su questa situazione, auspicando un cambiamento concreto e una maggiore valorizzazione del loro ruolo. «Non chiediamo privilegi – affermano – ma giustizia per il nostro lavoro, per il nostro impegno quotidiano e per la dignità della nostra professione».

Teresa P. e Teresa M. sperano che la loro denuncia possa accendere i riflettori su un problema che riguarda non solo loro, ma molti altri Assistenti Sanitari in Calabria, e che rappresenta una criticità per il sistema sanitario regionale.
In un momento storico in cui la prevenzione e l’educazione alla salute sono più che mai cruciali, la voce di queste giovani professioniste è un richiamo importante a investire nelle risorse umane e a garantire il pieno riconoscimento delle competenze di ogni figura professionale.

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