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Rosario Pirrotta protagonista nel calcio dei Dilettanti, con la maglia dell'Eufemiese

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Era un altro calcio, quello di Rosario Pirrotta fra i Dilettanti: un calcio d’altri tempi. Era il calcio senza i social, per esempio. E già questo dice tanto, anche perché di immagini e di video che lo riguardano ce ne sono davvero poche. Altrimenti sai che spettacolo quelle punizioni sganciate dalla distanza che finivano puntualmente in fondo al sacco. Il calcio, una grande passione, a maggior ragione per uno come Rosario, nato a dieci metri dal campo di Bagnara Calabra. È cresciuto praticamente con il pallone in mano. Il calcio uno dei pochi momenti di svago. Il campo vera palestra di vita. Classe 1967, sposato con Concettina, ha due figli: Danilo ed Emanuele. Lavora al Grand Hotel Victoria di Bagnara, come addetto/responsabile ricevimento da 20 anni. E ha fatto parte del calcio dilettantistico calabrese, dove si è fatto apprezzare per quelle punizioni che piegavano in due le mani dei portieri. Da difensore ha segnato veramente molti gol e per le sue squadre, arrivati a un certo punto, avere un rigore o un calcio di punizione dal limite era più o meno la stessa cosa. Tanto poi calciava Pirrotta e l’esito era sempre lo stesso. Con lui andiamo a rivivere il calcio di venti e trenta anni addietro, al quale si è tutti legati con un po’ di nostalgia.

Con la maglia dell’Ardore: Rosario Pirrotta è il sesto in alto da sinistra

Rosario Pirrotta, i Dilettanti e il calcio di una volta

Fra i Dilettanti il calcio ha visto protagonista Rosario Pirrotta con Bagnarese e Castrovillari, Deliese e Nuova Melito, Ardore, Gioiese e Tropea. E ancora Cittanova ed Eufemiese. Parliamo di campionati di Promozione, Eccellenza e Serie D. Una categoria, quest’ultima, affrontata a Castrovillari nella stagione 1985/86, dopo aver fatto il suo esordio a Bagnara, nel torneo di Promozione. Nel 1985 la Calabria annoverava ben 11 squadre in Serie D, suddivise in due gironi. A Castrovillari un giovane Pirrotta ha per compagni di squadra i vari Pagliaminuta e Tormento, Cersosimo, Colautti, Cardamone, Bongiorno e via dicendo. «Una bella annata – ci dice Rosario Pirrotta – conclusa al settimo posto nel girone che comprendeva squadre calabresi e pugliesi. Un torneo molto competitivo e formativo, vinto dal Bisceglie sul Fasano. Per me enorme è stata la soddisfazione di giocare in Serie D».

Ciccio Leva, leggenda del calcio fra i Dilettanti, e l’ordine di far tirare le punizioni a Rosario Pirrrotta

Si diceva della specialità di Rosario Pirrotta, noto nel calcio dei Dilettanti soprattutto per quella gran botta su calcio da fermo. Tutto nasce da un’intuizione di Ciccio Leva, il compianto allenatore reggino che tutti ricordano con grande affetto. «Devo tutto a lui. Lo conobbi alla Nuova Melito. Prima di quella stagione non avevo mai calciato le punizioni. In giro c’erano diversi calciatori molto più bravi di me in questa specialità. Fra l’altro in squadra avevamo calciatori del calibro di Pasquale Laganà e Tiberio Cilione, decisamente bravi nel calciare le punizioni. Ma dopo i primi allenamenti, Leva si accorse della mia capacità sui tiri da fermo e disse a mister Zindato di far battere a me le punizioni. Da tutte le posizioni! E non finisce qua». Rosario Pirrotta aggiunge anche l’emozione nel sentire mister Zindato dire, nella fase che precede l’esordio in campionato, che “le punizioni le avrebbe calciate Pirrotta” appunto da tutte le posizioni. «In realtà volevo sparire. Mi sembrava una mancanza di rispetto nei confronti di Cilione e di Laganà». Ma Ciccio Leva, al solito, aveva ragione. «Proprio quel giorno, il giorno dell’esordio a Melito, nella gara contro il Locri calciai una punizione che andò a sbattere sulla parte interna della traversa e poi sulla linea. Sfiorai il gol, insomma, e fra i pali c’era Enrico Etna. Quel giorno non segnai, ma quell’anno feci 7 gol in campionato, tutti su punizione». Quella di Melito «è una delle tante avventure che rammento con piacere anche perché avevamo un presidente, Saverio Spinella, che ci trattava come professionisti. Un signore del calcio».

 Il calcio dei Dilettanti di ieri e di oggi secondo Rosario Pirrotta

Si è ritirato nel 2006 (segnando anche 4 gol, a 39 anni, in Prima categoria). I Dilettanti non li segue più da vicino, Rosario Pirrotta, ma si informa sul calcio e su quel che succede. I tempi sono cambiati e per l’ex calciatore di Bagnara la differenza fondamentale sta «nella parola data, seguita da una stretta di mano. Ai miei tempi bastava questo per suggellare e rispettare un accordo». Aveva un proprio codice, Rosario, e rivendica con orgoglio quel suo modus operandi: «Quando passavo da una squadra all’altra, non chiedevo mai io per primo il rimborso spese. Dicevo: “Valutatemi dalle prestazioni, dalla serietà e poi fate voi”. Devo dire che mi è sempre andata bene».

I rapporti nel calcio

Non può che essere Ciccio Leva il tecnico al quale Rosario Pirrotta è maggiormente legato: «Un uomo buono, un tecnico che la sapeva lunga. Impossibile non volergli bene. Per quanto mi riguarda mi ha trasmesso un’autostima incredibile. Aveva grande fiducia in me. Mi faceva battere le punizioni da centrocampo, perché sapeva che avrei potuto creare qualcosa di importante per la squadra. Per me è stato come un secondo padre e l’avventura alla Deliese la ricordo con piacere anche per la sua presenza, oltre che per l’ambiente fantastico che si era creato». Per quanto riguarda i compagni di squadra «ho sempre legato con tutti, in particolare con quelli con i quali ho giocato negli ultimi anni della carriera. A S.Eufemia d’Aspromonte abbiamo fatto una cosa straordinaria sotto l’aspetto sociale. Abbiamo letteralmente levato dalla strada tanti giovani. E qui mi preme evidenziare l’operato di Peppe Napoli, sempre sensibile a queste situazioni. Uno che ha dato tanto al calcio dilettantistico calabrese».

L’Eufemiese

A S.Eufemia d’Aspromonte annate straordinarie fra il 1995 e il 2000 (dopo il salto di categoria). La squadra ha disputato dei tornei di Promozione di alto livello, viaggiando nella parte sinistra della classifica. Ha saputo tenere testa a formazioni di un certo peso e tradizione, come Vibonese e Siderno, Polistena e Palmese e via dicendo. E per Rosario Pirrotta una media di 5 gol a campionato. Passavano gli anni, ma lui sganciava quel gran tiro su punizione e “buonanotte” per i portieri avversari. E poi calciava anche i rigori. Quindi… «Sant’Eufemia è stata, per me, una seconda casa. Peppe Napoli, come dicevo, persona straordinaria. Pensavo di andare a giocare senza tanti impegni e invece succede qualcosa. Si sale in Promozione».

Con l’Eufemiese, la squadra con la quale Rosario Pirrotta ha chiuso la carriera

Lo spareggio a Vibo

Già, perché al termine della stagione 1994/95 l’Eufemiese e la Nuova Archi terminano il girone D di Prima categoria a pari punti. Entrambe chiudono a 48. L’Archi con il migliore attacco (65 gol). L’Eufemiese con la migliore difesa (17 reti subite). La squadra di Pirrotta, poi, sul proprio campo è imbattibile: le vince tutte. Quindici su quindici. L’anno precedente la promozione era sfumata per appena due punti. Adesso per salire di categoria bisogna superare l’Archi. Il 28 maggio del 1995 si gioca a Vibo lo spareggio. L’arbitro designato arriva da Sala Consilina (il sig. Parrella). Gara scorbutica, sentita, equilibrata, combattuta. A dieci minuti dalla fine Magni porta avanti l’Archi. Sembra finita. Ma tre minuti dopo Alvaro è abile a conquistare un calcio di rigore. Dal dischetto va il libero e capitano della squadra, appunto Rosario Pirrotta: conclusione vincente. Si va ai supplementari. Giusto per la cronaca, Eufemiese in campo con questa formazione: Bagnato, Napoli, Mazzullo, Avventuroso, Parrello, Pirrotta, Bonavita (114’ Ventra), Villari, Musumeci, Baietta (36’Velardo), Alvaro. Allenatore Surace.

La punizione vincente

Si parlava dello spareggio di Vibo e della gara che va ai supplementari. Anche qui grande tensione e tanto equilibrio. Il risultato non si sblocca e ci si avvia verso i calci di rigore. Ma proprio all’ultimo minuto, al 120°, l’arbitro concede un calcio di punizione all’Eufemiese. Fra i tanti tifosi al seguito della squadra la speranza di evitare la lotteria dal dischetto aumenta, perché sanno che la punizione la calcerà Rosario Pirrotta. E ovviamente il capitano calcia forte in porta e gonfia la rete, mandando in estasi la propria tifoseria. L’Eufemiese è in Promozione «e quello rimane il ricordo più bello della mia avventura calcistica. Quella promozione raddoppiò in me il senso di responsabilità verso il paese e lo spirito di sacrificio. Dovevo dare l’esempio e così è stato, ma devo dire che quanto ho fatto è stato ricambiato nei miei confronti, sotto tutti i punti di vista».

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