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I dati sulla sanità in Calabria nel 2023 confermano una regione dove i livelli essenziali di assistenza continuano a non essere garantiti
COSENZA – la Calabria continua a non spendere per garantire i livelli essenziali di assistenza. Vale a dire quell’insieme di prestazioni che il servizio sanitario pubblico deve garantire a tutti.
La conferma arriva dal monitoraggio parziale sui Lea che le regioni dovranno discutere nei prossimi giorni. Per il 2023 la Calabria si conferma agli ultimi posti assieme alla Sicilia e alla Valle D’Aosta. L’unico segnale di ripresa arriva dagli indicatori sull’area ospedaliera, dove per il secondo anno consecutivo la Calabria supera la sufficienza. Il tutto in un contesto di progressivo peggioramento del sistema sanitario nazionale, soprattutto nelle aree territoriali.
A mettere tutto nero su bianco è il Dg della programmazione sanitaria del ministero della Salute al forum risk management di Arezzo del 27 novembre scorso. Poche slide per confermare un andamento negativo che ha colpito anche la Lombardia, scesa in ottava posizione nelle rilevazioni 2023.
LA SPINA DORSALE CHE TAGLIA MEZZO SUD
I primi venti ospedali per casistica e attrattività (oltre l’11% per ricoveri e day hospital) non superano Napoli e Foggia. Cinque sono in Lombardia, tre nel Veneto, tre nel Lazio, tre in Toscana, uno tra Campania, Puglia, Liguria, Piemonte e Marche. Il resto del Sud continua a “fornire” pazienti ad altre strutture. «Necessario completare la spina dorsale – si legge nelle slide coprendo la parte del sud scoperta e le isole».
ASPETTATIVA DI VITA
L’altro punto riguarda l’aspettativa di vita in buona salute dei cittadini. In Calabria è di circa 82 anni, peggio fanno soltanto la Campania (81 anni) e la Sicilia. Veneto e Toscana, in testa alle classifiche, arrivano fino agli 84 anni circa. La Calabria al momento è quella con il dato aggregato più basso, poco più di 50 quando la soglia minima sui Lea è 60. Tutte le regioni in piano di rientro hanno un finanziamento pro capite dei sistemi sanitari inferiori alla media nazionale di 2.431 euro circa. Solo Calabria e Sicilia, però, rientrano nelle fasce di inadempienza più critiche.
DOVE SONO I PROBLEMI – In linea teorica e in attesa dei dati completi, la Calabria replica quanto già fatto nel 2022. Riesce a garantire parte delle prestazioni fondamentali negli ospedali, superando la sufficienza, ma continua a peggiorare sia nella prevenzione che nella sanità territoriale. Ed è un po’ una valutazione in linea con quanto certificato da Agenas pochi giorni fa, con le Asp calabresi, a partire da Vibo Valentia e Crotone, agli ultimi posti in Italia. Il problema numero uno nella prevenzione restano gli screening. I valori continuano ad essere bassissimi, con alcune Asp che non arrivano neanche al 10% della potenziale platea di persone da sottoporre a test di prevenzione.
L’altro punto sono le vaccinazioni: in Calabria l’accesso alle vaccinazioni continua ad essere “basso” (in ogni caso sopra l’85%) e non c’è una copertura totale.
SANITÀ CALABRIA E LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA, IL CASO SOCCORSI
Dove la Calabria resta insufficiente è anche nell’area distrettuale. Tra gli indicatori c’è anche il cosiddetto “allarme target”, ovvero il tempo di risposta dei mezzi di soccorso in caso di chiamata. Nel Vibonese siamo arrivati a 35 minuti di attesa per l’arrivo di un’ambulanza, sopra i trenta minuti praticamente ovunque su tutto il territorio calabrese. Il limite massimo tollerabile, secondo il ministero, è di 18 minuti. I dati sono in progressivo peggioramento ormai da quattro anni. Sintomo di un sistema di soccorso che continua a non avere mezzi a disposizione (molti ancora fermi per mancanza di personale).
Lo scenario, secondo Cicchetti, è questo: «persistono le iniquità infrastrutturali, di accesso e di salute tra le regioni e tra aree metropolitane e aree interne (mobilità passiva); Molti episodi fanno percepire una caduta nella fiducia dei cittadini verso il sistema sanitario pubblico e le dimissioni dimostrano la disaffezione degli operatori al sistema pubblico» a questo va aggiunto il problema delle liste d’ attesa.
SANITÀ CALABRIA E LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA, L’AVVERTIMENTO DEI MINISTERI
D’altra parte è da tempo che i ministeri segnalano un problema nella gestione delle risorse a disposizione in Calabria per garantire gli standard minimi di cure. «L’avanzo che si osserva dopo le coperture nell’anno 2022 – si legge nell’ultimo verbale di verifica – è collegato al ritardo degli interventi, come anche evidenziato dai numerosi accantonamenti delle risorse del Fondo sanitario regionale indistinto e vincolato, che avrebbero dovuto essere messi in atto per il potenziamento dei Lea, auspicati dalle numerose iniziative legislative nazionali a sostegno della Regione Calabria intervenute negli anni e dall’iscrizione dei contributi dello Stato a sostegno del Piano di rientro della Regione Calabria che appaiono non utilizzati.
Si richiama il Commissario ad acta al corretto e completo utilizzo delle risorse a disposizione per l’erogazione delle prestazioni assistenziali».
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