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Attacchi e denunce infondate in attesa dell’approvazione del Cipes del Ponte sullo Stretto; ecco le bolle mediatiche che fanno male
Man mano che ci avviciniamo alla approvazione definitiva da parte del CIPES del Ponte sullo Stretto di Messina, cioè ormai fra pochi giorni, assistiamo ed assisteremo sicuramente a degli attacchi, anche privi di senso o, addirittura, completamente infondati.
Assisteremo, cioè, a denunce sul rischio che il Ponte possa creare dei problemi di natura psichica. Sì la visione di un’opera che cambia il paesaggio rischia di creare possibili forme di “devianza”.
E assisteremo a denunce motivate sulla possibilità di incontrare, scavando i pozzi dei due piloni, vulcani dormienti.
Assisteremo anche alla possibilità di una riduzione della fertilità negli uomini e nelle donne residenti nei pressi dello Stretto. Una riduzione creata dalle attività legate alla costruzione sia dei due piloni, sia degli impalcati, sia dei trefoli.
PONTE SULLO STRETTO, LA LETTERA DEL PRESIDENTE INGV
Molti riterranno le mie gratuite elucubrazioni o gratuite denunce perché completamente lontane da motivazioni logiche. Ebbene, devo contraddire queste possibili perplessità su queste mie ipotesi perché leggendo quanto dichiarato dal Presidente dell’Istituto Nazionale di Geotecnica e Vulcanologia (INGV) Carlo Doglioni, lettera che riporto in alcune parti di seguito, penso ci si convinca che nei prossimi giorni, insisto, assisteremo a tante denunce, a tante illazioni sulla validità dell’intero impianto progettuale del Ponte.
Ed allora ricordo che tutto nasce da alcuni quesiti posti dal deputato Angelo Bonelli al Presidente Doglioni in merito agli studi fatti dall’Istituto Nazionale di Geotecnica e Vulcanologia per la Società Stretto di Messina sulla presenza di faglie attive nell’area del Ponte in risposta ai dubbi posti dalla Commissione di Verifica di Impatto Ambientale (VIA), a tali quesiti il Presidente Doglioni chiarisce con apposita nota formale. “Si rappresenta che l’INGV non ha avuto incarico da parte della Società Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive, due ricercatori dell’INGV hanno svolto analisi dell’area a esclusivo titolo personale e tali analisi non sono in possesso di questa amministrazione e non possono rappresentare l’opinione istituzionale dell’INGV”.
“Relativamente alla faglia di Cannitello (dove dovrebbe poggiare uno dei due piloni del Ponte) per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano allo scrivente realizzate recentemente da personale INGV”. Il Presidente Doglioni poi si intrattiene ulteriormente nel rapporto con l’Onorevole Bonelli. Fornendo delle comparazioni tra l’accelerazione al suolo causata da fenomeni sismici come quelli del terremoto dell’Aquila e di Amatrice e quella ipotizzata nel progetto del Ponte precisando che per il Ponte è stato preso un parametro di riferimento più basso.
LA NOTA E IL PERCORSO MEDIATICO
Non entro nel merito delle attività dei due ricercatori interni all’INGV. Mi meraviglio che lavorino all’interno dell’INGV a titolo personale. Insisto non entro nel merito perché mi sembra una motivazione kafkiana. Preciso però che se il Presidente Doglioni, nel suo ruolo istituzionale, avesse voluto giustamente essere attore diretto in tale corretta analisi, invece di rispondere alle richieste dell’Onorevole Bonelli, invece di trasmettere sempre all’Onorevole delle sue ulteriori perplessità spiccatamente tecniche, invece di rispondere in modo così dettagliato ad un parlamentare contrario da sempre alla realizzazione dell’opera, allora avrebbe dovuto formulare una raccomandazione o una prescrizione nelle sedi opportune. In particolare, in occasione dell’esame del progetto da parte del CIPES.
Questa nota, invece, inviata prima del CIPES attraverso un percorso mediatico fa parte, sempre a mio avviso, della serie di “anticipazioni” che testimoniano il ricorso, da parte degli oppositori del Ponte a tutte le possibili denunce simili, sì anche a quelle elencate all’inizio. Tutte denunce, ripeto sino alla noia, che andrebbero prodotte nelle sedi opportune e non utilizzando una gratuita diffusione mediatica.
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