La lunga coda per la frana sulla statale 18
2 minuti per la letturaFALERNA (CATANZARO) – “Ore 13, lunedì di Pasquetta 2018… dieci chilometri di fila al semaforo in contrada Principessa. Anas nulla può fare se non sollecitare interventi. Così muore l’economia, il commercio, il turismo, il comprensorio. È una triste realtà! Peccato” Ciò ha scritto, ieri, un noto imprenditore turistico della zona, sul suo profilo Facebook.
Il traffico all’ora del pranzo di Pasquetta è andato in tilt all’uscita dello svincolo autostradale di Falerna, in direzione nord. Non dimentichiamo che, ieri, è stato pure il giorno di San Francesco di Paola e tantissimi fedeli si sono avviati verso la città tirrenica, in segno di devozione al Santo calabrese. Il che ha ulteriormente aumentato il numero di automobilisti in transito sulla statale 18, invasa sia da chi ha scelto di trascorrere Pasquetta in una località del Tirreno catanzarese e cosentino, sia dai devoti di San Francesco.
La fila chilometrica, in senso inverso, si è verificata nel tardo pomeriggio, all’orario del rientro, sulla statale tirrenica che attraversa Amantea e Campora San Giovanni: l’incolonnamento delle automobili partiva da prima della galleria di Coreca, nel Comune di Amaneta fino ad arrivare, all’estremità sud di Campora San Giovanni, al confine con Nocera Terinese. Proprio in tale punto, alcuni giorni fa, la grande mareggiata ha distrutto una corsia della superstrada, obbligando l’Anas a disporre un senso unico alternato sul tratto della carreggiata colpito dai marosi.
Senso unico alternato regolato da due semafori, posti ai due capi dell’interruzione della corsia lato mare della Ss 18. Proprio tali semafori hanno causato l’insopportabile ingorgo. La concomitanza di Pasquetta, con il giorno di San Francesco di Paola ha fatto il resto.
In molti, prevedendo l’aumento di viaggiatori per il lunedì dell’Angelo, avevano esortato l’Anas, almeno nelle ore di punta del traffico, a togliere i semafori, liberando la corsia insidiata dal mare. Ma l’ente responsabile della viabilità nazionale non ha voluto sentire ragioni, mantenendo il senso un unico alternato.
Anche perché, svelano fonti ben informate, l’Anas, fin dallo scorso mese di ottobre, aveva in più occasioni sollecitato la Regione ad intervenire con ulteriori barriere a mare, visto che quelle realizzate nel marzo del 2017, non avevano sortito l’effetto sperato a difesa della linea di costa, minata dal progressivo avanzamento del mare.
Il lanciato allarme, però, non avrebbe destato più di tanto gli uffici regionali preposti. Ed ora, la superstrada tirrenica, dopo esserlo stata per anni in quel punto, è di nuovo appesa ad un filo, nonostante i 4 milioni di euro spesi per le summenzionate barriere, ultimate non più tardi di un anno fa.
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