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Ex braccio destro del boss Nicolino Grande Aracri, riarrestato Antonio Gualtieri considerato uno dei capi della cosca in Emilia. Aveva appena finito di scontare una pena a 12 anni nell’ambito del processo Aemilia
CUTRO – Uno dei capi della filiale emiliana della cosca Grande Aracri, il 63enne Antonio Gualtieri, è stato riarrestato 20 giorni dopo aver terminato di scontare la pena di 12 anni inflittagli nel maxi processo Aemilia.
L’ex braccio destro del boss Nicolino Grande Aracri è stato portato in carcere dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia perché accusato di una tentata estorsione da 190mila euro aggravata dal metodo mafioso. Si era rimesso all’opera, secondo l’accusa, una volta espiata la pena (in parte ai domiciliari in virtù di gravi problemi di salute) per i reati di associazione mafiosa, estorsione, ricettazione ed emissione di fatture false. Gualtieri era considerato la mente imprenditoriale della cosca, poiché era colui che veniva incaricato di organizzare i principali affari illeciti e le principali operazioni finanziarie, in cui confluivano i proventi illeciti di una consorteria criminale dalla vocazione spiccatamente imprenditoriale.
RIARRESTATO PRESUNTO BOSS IN EMILIA DELLA COSA GRANDE ARACRI
Appena tornato in libertà, avrebbe tentato di riscuotere un credito di circa 190mila euro vantato da un suo familiare nei confronti di un agente immobiliare. E avrebbe agito col metodo mafioso per costringere il debitore ad assolvere al pagamento, con minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari. Gli elementi raccolti dagli inquirenti avrebbero configurato un quadro ritenuto gravemente indiziario dalla Procura di Reggio Emilia, che si è mossa in coordinamento con la Direzione distrettuale antimafia di Bologna.
EMILIA E CUTRO IN ALLARME
Ed è scattato il provvedimento restrittivo d’urgenza. In Emilia è allarme perché diversi degli imputati del processo più grande mai celebrato contro le mafia in Nord Italia stanno riacquistando la libertà. Lo stesso allarme si registra a Cutro, casa madre della super associazione mafiosa, in un contesto in cui la situazione è più fluida rispetto a un tempo poiché il capo supremo di quella organizzazione criminale sembra essere stato soppiantato dopo il tentativo di collaborare con la giustizia rivelatosi peraltro una farsa. Ma l’influenza criminale della super associazione mafiosa, anche e soprattutto al Nord Italia, è ancora forte.
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