2 minuti per la lettura
La storia e le battaglie del Centro antiviolenza Lanzino di Cosenza. Il libro che raccoglie 35 anni di pratica femminista presentato all’Unical
L’Unical ha riannodato ieri, lunedì 25 novembre 2024, i fili di una battaglia che passa per il linguaggio e la parola. Infatti, “Al centro le parole, 35 anni di pratica femminista” è proprio il titolo del libro (edizioni Coessenza) presentato al Cubo 20 dell’ateneo di Arcavacata. Un volume collettivo che ripercorre, attraverso la voce delle sue attiviste, la storia del Centro antiviolenza “R. Lanzino”.
«È uno spazio dove Roberta ancora ci parla, dove si raccoglie e promuove la libertà delle donne» – ha detto a proposito del centro Giovanna Vingelli, docente di Sociologia all’Università della Calabria e delegata del rettore per la Parità di genere. La stessa professoressa ha evidenziato il rapporto tra capitalismo e patriarcato. Un incontro di parole e sulle parole. La più importante resta «patriarcato», evocata in apertura dalla professoressa Ines Crispini, ordinario di Filosofia morale all’Unical: «L’errore è considerare “patriarcato” un concetto esclusivamente giuridico, perché non lo è». Si tratta, piuttosto, ha aggiunto la Crispini di «un concetto culturale» che innesca una «logica binaria». Una parola così potente da rappresentare e assegnare «ruoli sulla base della differenza sessuale». La diretta conseguenza è la brutale equazione «pubblico adatto al maschile e privato al femminile».
CENTRO ANTIVIOLENZA LANZINO, UN LIBRO DI LOTTA AL PATRIARCATO
La professoressa Crispini trova una sintesi in grado di fornire l’identikit dell’uomo gonfio e tronfio di patriarcato: «Maschio, bianco, occidentale e spesso con gli occhiali». Gli occhiali sono una palese allusione agli intellettuali. L’avvocata Marina Pasqua ha spiegato l’importanza del presidio cosentino: «Il Centro antiviolenza “R. Lanzino” è stato il primo in Italia a costituirsi parte civile nei processi dopo la riforma del Codice di procedura penale nel 1989». A Cosenza la pratica femminista viene da lontano, anche «dall’Unical degli anni Settanta» con il suo carico di intellettuali militanti – sottolinea.
L’avvocata Pasqua ricostruisce il suo percorso di lotta tra Roma e Cosenza, la condivisione di un cammino insieme ad altre attiviste come «Antonella Veltri», l’attuale presidente nazionale di Di.Re (Donne in rete contro la violenza). Daniella Ceci, socia fondatrice del Centro ha evidenziato le tappe di 35 anni di lotte, restituendo il senso del volume: «Non potevamo disperdere questa storia». Il dovere di raccontare una «pratica femminista condivisa» – ha aggiunto. Condivisione nelle e delle diversità come ha sottolineato Gemma Cestari, direttrice del Premio Sila ’49: «Un lavoro straordinario di donne in grado di far convivere le loro differenze».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA