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Roma, 23 nov. (askanews) – Non basta la contestazione di un piccolo gruppo di militanti, in apertura della due giorni del Movimento 5 stelle al palazzo dei Congressi dell’Eur, a rovinare la giornata di Giuseppe Conte. Attorno alle 19.30 sale sul palco per annunciare di aver superato lo scoglio più temuto dell’intero “processo costituente” avviato in estate: il quorum della metà più uno nel voto on line dei circa 89mila iscritti, necessario per validare le modifiche statutarie. È, di fatto, la sconfitta per il fondatore Beppe Grillo, da mesi impegnato a contestare la linea politica proposta da Conte, con la collocazione “nel campo progressista”, e le stesse procedure della costituente e del voto.
Il dettaglio dei risultati si conoscerà domenica, alla chiusura delle urne virtuale prevista per le 15. Ma dopo gli appelli all’astensione lanciati da qualche difensore del “Movimento delle origini”, il quorum raggiunto rende alquanto probabile il superamento del ruolo di “garante a vita” per Grillo. Ma è assai probabile anche l’accoglimento delle alte proposte-chiave di Conte: a partire dal superamento del limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni, che secondo il comune sentire del gruppo dirigente resta uno dei maggiori ostacoli al consolidamento del Movimento sui territori e nei risultati elettorali. Da verificare la tenuta di nome e simbolo: anche sulla possibilità di cambiare “il brand” Conte e i suoi, al termine del lavoro preparatorio durato mesi, hanno sottoposto la scelta al voto degli iscritti.
In questa situazione è arduo immaginare che il comico genovese si presenti a Roma per bere l’amaro calice della sconfitta, ma certamente, dopo gli scontri degli ultimi mesi, una qualche forma di presenza magari a distanza, in video, sul blog, Grillo la deve quantomeno a quanti hanno sostenuto la sua battaglia a difesa, parole sue, dei “principi fondamentali” del M5S.
Contestatori a parte, anche i big del Movimento presenti dedicano qualche parola allo scontro interno. “Io – dice la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, che non ha abbracciato la causa della diserzione di Nova perorata dai ‘grillini’ più ortodossi ma ha criticato nei mesi scorsi il clima ostile creatosi nei confronti di Grillo – sogno sempre il Movimento aperto, grande, inclusivo che mi ha convinto a impegnarmi”. La presidente della Sardegna Alessandra Todde taglia corto sul tema Grillo: “Non gli direi nulla, la cosa importante è che siamo cresciuti, siamo un movimento adulto, non abbiamo padroni e troveremo la nostra strada”. Secondo Chiara Appendino, vicepresidente del M5S, Grillo “ha fondato il Movimento e se vuole venire può parlare come tanti altri”. “È casa sua”, sottolinea l’ex presidente della Camera Roberto Fico, che, richiesto di un parere su contestatori e opposizione interna, rivendica di essere stato “spesso in minoranza” ma di essere “ancora qui”; quanto ai possibili abbandoni delle personalità più vicine a Grillo, per Fico “è sempre una perdita se si è corretti nel dibattere internamente. Perché spesso noi abbiamo avuto persone che avevano secondi fini e questo non si deve più permettere: lo abbiamo visto anche con le scissioni che ci sono state nel Movimento, sono state ferite gravi”.
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