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Disservizi da terzo mondo al San Vito-Marulla di Cosenza: disabili dimenticati, bar chiusi, bagni indecenti e sporcizia ovunque. Struttura vetusta e quasi abbandonata a sé: ma il tifoso, esattamente, cosa paga acquistando il biglietto?


Entrare e vivere lo stadio di Cosenza è diventato uno strazio. Sembra quasi irrispettoso chiamarlo “San Vito-Marulla”: un po’ per il quartiere, un po’ perché fa male associare certe situazioni al nome della bandiera rossoblù. Ma è quello il posto. Un luogo che dovrebbe essere il tempio del calcio cosentino, ma che lentamente sta diventando la tomba di se stesso. E certo non a causa del tempo che passa o di chi lo frequenta da anni e anni. Ciò che si è vissuto nella serata di venerdì in occasione dell’anticipo di Serie B con il Modena va dal vergognoso al surreale. Un insieme di inefficienze e di superficialità da far rabbrividire.

A cominciare dai disservizi avuti da alcuni ragazzi disabili: il primo in Tribuna A, con un gruppo elettrogeno messo nel posto sbagliato da chi forse non aveva avuto le giuste direttive e che impediva l’accesso al settore loro preposto. In Tribuna B, invece, un ragazzo in sedia a rotelle a fine gara non riusciva ad uscire perché qualcuno si era dimenticato le chiavi di un cancello. Mentre su un altro lato alcune sbarre impedivano il passaggio della sedia. Sono intervenuti anche i carabinieri, per capire come risolvere la questione. Alla fine otto persone hanno dovuto prendere di peso la sedia e passare al di sopra delle sbarre.
In tutto questo un gruppo di ragazzi di Modena ha assistito alla scena poco edificante. E bisogna dire che non si tratta di casi isolati: chi ha vissuto certe disavventure segnala che comunque disservizi di ogni tipo si verificano spesso e volentieri. Tanto da far diventare la partita della squadra del cuore come un percorso ad ostacoli anziché un evento da vivere in spensieratezza.

Altro giro altra corsa: la sporcizia regna sovrana all’interno della struttura. In tutti i settori, tanto da chiedersi per quale spettacolo si sta pagando quando ci si reca a comprare il biglietto. Si dirà: ma c’è stato il vento e ha provocato disservizi. Il vento avrà influito, certo, ma dalle foto a corredo di questo articolo anche un bambino si accorgerebbe che non è solo il vento la causa, ma la totale incuria. E infatti ne sono testimonianza i bagni di tutto lo stadio: quelli della Rao erano invasi non da foglie trasportate dal vento, ma di spazzatura e rifiuti di ogni tipo. Segno che nessuno ha provveduto alla pulizia.

E poi, bisogna dirla tutta: anche quando il vento non c’è (e a Cosenza fortunatamente le raffiche di vento capitano poche volte in un anno) i seggiolini tanto famosi dello stadio sono sempre impresentabili. Tanto che la gente è costretta a portarsi l’occorrente da casa per pulirli. Così come impresentabili spesso e volentieri sono anche i bagni. Questo in tutti i settori. E torniamo all’inizio: ognuno può chiedersi “ma cosa sto pagando…?”. Ma soprattutto: perché una politica dei prezzi sempre presuntuosa e poco solidale se poi si va allo stadio e ci si deve vergognare?

E ancora: bar chiusi, convenzione non rinnovata. Ci si chiede il perché. E sapendo tutti i problemi che la società ha avuto negli ultimi mesi, è chiaro che il pensiero che ne esce fuori è sempre negativo… Cosa è successo? Chi ha deciso e perché?
Ieri in Tribuna Blu, poi, si chiedeva ad alcuni ragazzini “raccattati” sul luogo di distribuire le bottiglie d’acqua. Mentre in Tribuna A gli steward non hanno ritenuto distribuire le bottigliette perché non c’era nessuno che entrasse le casse e loro non ritenevano fosse un loro compito.  

Altra questione, i tornelli: staccati per paura che saltasse la corrente, perché il sistema elettrico dello stadio “San Vito-Marulla” è vetusto e nessuno vuole sistemarlo. Risultato: ingresso manuale e senza registrazione. Il vento c’entra, ma che la struttura sia fatiscente non è reato scriverlo. Per concludere, il Cosenza disputa la Serie B, il secondo campionato d’Italia, ma al momento chi si reca al “San Vito-Marulla” deve farsi il segno della croce perché c’è una situazione da categorie molto inferiori. E chiediamo scusa sia a San Vito che a Gigi Marulla che si invocano sempre quando si è costretti a parlare in certi termini dello stadio comunale di Cosenza e di chi lo gestisce…

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