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Non si vedono novità all’orizzonte rispetto all’avvio dei lavori della ferrovia Matera-Ferrandina. Quasi un anno di ritardi


Non si vedono novità all’orizzonte rispetto all’avvio dei lavori della ferrovia Matera-Ferrandina. La situazione, per quanto si sa, è la stessa di circa 40 giorni fa in cui già si registrava un ritardi di 10 mesi rispetto a quelli che erano i programmi iniziali per l’avvio dei lavori. L’intervento deve realizzare quel tratto ferroviario atteso da diversi decenni che deve andare a collegare la città di Matera e in particolare l’area di La Martella con Ferrandina in modo da collegarla di fatto alla linea ferroviaria nazionale di Trenitalia.

INVESTIMENTO SUPERIORE AI 300 MILIONI DI EURO

Si tratta nello specifico di un investimento complessivo di poco superiore ai 300 milioni di euro per una linea elettrificata di 20 chilometri a binario unico che deve portare dalla stazione di Matera La Martella a Ferrandina e che sarà servita sia da un collegamento diretto e da un collegamento verso Nord attraverso la nuova bretella di collegamento con la linea Battipaglia-Potenza-Metaponto.
In realtà però i lavori non sono ancora partiti. L’ultima notizia circa un problema di interferenza con una linea Enel a Miglionico dovrebbe essere risolto ma non ce ne sarebbe alcuna conferma e la realizzazione dell’opera che dovrà essere completata entro il 2026 richiederà 30 mesi di tempo cioè si andrà oltre evidentemente il 2026 a meno che non si riesca a trovare una modalità di accelerazione dei lavori.

CANTIERE UTILIZZATO AL MINIMO

Ad oggi per quanto si sa il cantiere rimane utilizzato al minimo anche in termini di lavoratori operativi, poco più di una decina, mentre la realizzazione dell’opera ancora è in sospeso. Si continuano ad attendere comunicazioni, segnali e risposte sia sul fronte Regione sia sul fronte sindacale e della stessa Prefettura. Ma a ieri nulla si era ancora sbloccato.

L’intervento richiederà uno sforzo importante sotto il profilo anche dell’impiego di personale. Tanto che già alcuni mesi fa si era parlato della possibilità a regime che venissero impiegate in forma diretta o indiretta fino a 250 persone al giorno. Numeri che di fatto non trovano ad oggi conferme ufficiali ma che certamente danno il senso dell’importanza e della grandezza di questo tipo di intervento e anche delle inevitabili ricadute sotto più profili non sono infrastrutturali che può avere sul territorio.
E’ anche per questo che lo stand by che sfiora l’anno diventa sempre più preoccupante con il rischio ormai che se la situazione non si sbloccherà nel giro di pochi giorni si possa rinviare l’avvio vero e proprio dei lavori al 2025 con inevitabili slittamenti nella conclusione dell’opera che sforerebbe i vincoli imposti dal Pnrr.

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