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Una squalifica con troppe incognite per la Redel Viola che aveva appena vinto contro i rivali della Basket School Messina


Slow motion: le immagini mostrano i ragazzi della Redel Viola che festeggiano, quando al capannello si avvicina un tipo con gli occhiali corpulento, di altezza ragguardevole, che appoggia la fronte su quella del giocatore della Viola di colore Idiaru e gli dice qualcosa. A quel punto intervengono i compagni di quest’ultimo che allontanano l’aggressore senza colpire nessuno. La scena si svolge domenica 17 novembre, intorno alle ore 20, al termine della partita tra Redel Viola Reggio Calabria e Basket School Messina, sul parquet del Pala Calafiore di Reggio, davanti a circa 2500 persone.

Tutto ciò dopo che la squadra di casa, prima in classifica a punteggio pieno, ha battuto quella ospite, seconda in classifica, in una partita agonisticamente accesa, ma rimasta sempre nei binari della correttezza. Gli arbitri designati, forse inopportunamente, sono uno di Catania e l’altro, di nazionalità iraniana, impegnato per un dottorato a Messina. Le loro decisioni in campo sono contestate, ma senza andare oltre il lecito.

UNA STRANA SQUALIFICA PER LA REDEL VIOLA

Ebbene, ieri arriva il comunicato del Giudice sportivo, basato sul referto dei direttori di gara, che ricostruisce la vicenda nei seguenti termini: un dirigente della Viola ha colpito con un pugno all’altezza dell’occhio un giocatore avversario, senza causare danni. E poi ancora: un giocatore ospite ha spintonato un tesserato avversario dopo essere stato da questi colpito; 20 – 30 persone hanno invaso il campo da gioco minacciando gli avversari e impedendo loro di raggiungere gli spogliatoi; uno degli invasori ha colpito con un calcio il numero 7 della squadra ospite; solo l’intervento delle Forze dell’ordine ha consentito ad arbitri e giocatori del Messina di andare negli spogliatoi, con difficoltà in quanto l’ingresso nel tunnel era ostruito dai sostenitori di casa e il tunnel stesso colpito.

SQUALIFICA E SANZIONI PER LA REDEL VIOLA

Sanzioni: ammenda di 225 € per offese continue del pubblico agli arbitri; inibizione di 20 giorni per il dirigente della Viola; squalifica per una gara per il giocatore della Basket School; squalifica di 4 giornate del campo di gara; ammenda di 6000 euro per invasione di campo di più persone con aggressione; squalifica di 2 giornate per il giocatore Ivanaj della Viola per atti di violenza compiuti non in fase di gioco determinando la successiva rissa.

A questo punto, c’è da chiedersi il motivo di tanto accanimento nei confronti della squadra di casa per un problema causato da un dirigente di quella ospite, neanche menzionato nel provvedimento e non nuovo ad episodi del genere. I video e le foto sono lì a testimoniare in maniera inoppugnabile che il parapiglia, senza gli episodi di violenza citati dal giudice sportivo imbeccato dagli arbitri, è scaturito dalla sua aggressione nei confronti di un giocatore di colore e dal comportamento di qualche giocatore ospite.

L’OMBRA DELLE FRASI A SFONDO RAZZISTA

Sarebbe interessante verificare se, come appare logico, l’azione violenta è stata accompagnata da frasi a sfondo razzista, come qualcuno ha riferito. Insomma, la gioia della vittoria, con 4 – 5 persone non autorizzate in campo a festeggiare (in questi casi può essere comminata una multa), trasformata in una invasione con atti di violenza. E che motivo avrebbero avuto la società, i giocatori, il pubblico reggini, sempre irreprensibili, di comportarsi in tal modo nel giorno di una vittoria così importante, arrivata al culmine di un cammino costellato esclusivamente da successi? Dalle immagini emerge chiaramente che allo scadere del tempo regolamentare i giocatori delle due squadre si abbracciano. Tutti tranne qualcuno. Come Busco, del Messina, il quale provoca un giocatore neroarancio dicendogli «ci vediamo a Messina» (si sente nell’audio originale). Come Di Dio, che si rivolge al pubblico e, imboccando il tunnel, rimanda minacciosamente alla partita di ritorno.

REDEL VIOLA SQUALIFICATA, ORA IL RICORSO IN APPELLO

Sembra che anche un uomo della Digos abbia ricevuto un colpo, probabilmente fortuito. Insomma, il racconto dei direttori di gara cozza con la realtà dei fatti narrata dalle immagini. Ora la Viola sarà costretta a ricorrere in appello, e da più parti si fa strada l’idea di una sottoscrizione popolare per affidare la tutela della squadra al migliore professionista disponibile. Rimane l’amarezza nel constatare che il lavoro degli ultimi anni per costruire una realtà sana, e per riportare la Viola a livelli più consoni al suo passato, debba fare i conti con un indiscutibile danno all’immagine e alla reputazione della società e della città di Reggio. Non se ne avvertiva certamente la necessità.

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