La discarica di Scala Coeli
INDICE DEI CONTENUTI
Tra i siti per ricevere i rifiuti della bonifica di Crotone indicata anche la discarica di Scala Coeli sequestrata nei giorni scorsi
CROTONE – Il commissario straordinario per la bonifica del Sin (Sito d’interesse nazionale) di Crotone, Emilio Errigo, aveva indicato la discarica di Scala Coeli, sequestrata nei giorni scorsi dalla Procura di Castrovillari, tra i cinque impianti calabresi che avrebbero potuto ricevere le scorie radioattive provenienti dalle discariche fronte mare delle fabbriche dismesse dell’ex capitale industriale della Calabria. L’indicazione, tra gli altri impianti, della contestatissima discarica della Bieco srl era stata fatta dal generale in pensione nel corso della conferenza di servizi dopo aver chiesto addirittura l’intervento di componenti specializzate dell’Arma dei carabinieri al fine di verificare disponibilità e capacità ricettiva di rifiuti pericolosi, rifiuti pericolosi con tenorm senza amianto e rifiuti pericolosi con tenorm e amianto.
Parliamo della conferenza di servizi terminata, il primo agosto scorso, col diktat del Ministero che, nonostante il parere negativo degli enti territoriali, approvava il progetto stralcio di Eni Rewind e imponeva la discarica del gruppo Vrenna a Crotone come sito in cui smaltire 360mila tonnellate di rifiuti pericolosi, contenenti tenorm e norm con e senza amianto. Una decisione, quella del Ministero, che approderà al vaglio del Tar in seguito ai ricorsi di Comune e Provincia di Crotone, Regione Calabria e associazioni.
BONIFICA CROTONE, DUBBI E PERPLESSITÀ DIETRO ALLA SCELTA DI SCALA COELI
Ad accentuare dubbi e perplessità è il fatto che, tra i siti papabili, il generale Errigo avesse indicato quello di Scala Coeli in una fase in cui era risaputo che fosse pendente un procedimento penale. Il provvedimento di martedì scorso è scattato, infatti, a distanza di oltre un anno dal gravissimo sversamento di percolato, avvenuto nel giugno 2023, per il quale Legambiente aveva immediatamente presentato un dettagliato esposto sul disastro ambientale causato dall’ingente quantitativo di liquami confluiti nel fiume Nicà, che sfocia nel mare Jonio nel tratto tra tra Cariati e Crucoli, al confine tra le province di Cosenza e Crotone. Un sito della discordia, quello di Scala Coeli, contro cui da tempo si moltiplicano denunce, manifestazioni di protesta, richieste di revoca delle autorizzazioni.
BONIFICA DI CROTONE E IL CASO SCALA COELI, IMPIANTI AUTORIZZATI E AUTORIZZABILI
Rispetto alla lista fornita dal generale, il dg del Ministero Luca Proietti raccomandava di verificare se fossero “autorizzati o autorizzabili per ricevere rifiuti con presenza di materiali tenorm, contenenti radionuclidi”. Non sono comunque autorizzabili in presenza del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che dal 2019 impone il divieto di smaltimento in Calabria dei rifiuti pericolosi derivanti dalla bonifica (come tenorm e norm con e senza amianto) e vincola l’utilizzo dei depositi “preliminari” D15 e D9 al contratto di smaltimento fuori regione. Tutto ciò dopo che per quattro anni Eni non ha avviato la bonifica col progetto da lei stessa presentata col vincolo di portare i rifiuti fuori dalla Calabria.
Nel maggio scorso, l’azienda dei fratelli Raffaele e Gianni Vrenna, durante una conferenza stampa convocata dal loro amministratore delegato, aveva peraltro dichiarato di non essere autorizzata a ricevere rifiuti pericolosi rendendo noto di aver manifestato indisponibilità a riceverli a Ispra, incaricata di un censimento dal commissario Errigo.
FUORI DALLA CALABRIA
Proprio di recente il generale, intervenendo a Ecomondo, il principale evento annuale dedicato alla green e circular economy che si svolge a Rimini, ha evidenziato quanto «sia complesso, complicato e sempre più difficile, individuare in Italia e in territorio estero, siti idonei autorizzati per il conferimento e il trattamento dei rifiuti speciali pericolosi e dei residui dei processi industriali contenenti radionuclidi e amianto». Soltanto alcuni giorni fa, dopo un approfondimento del Quotidiano sui siti esteri, il generale annunciava che la ricerca fuori dalla Calabria non si sarebbe fermata.
Appena insediato, due anni fa, annunciava che «i rifiuti non resteranno a Crotone», che definiva come «città bombardata da sostanze nocive». Isin (l’Ispettorato per la sicurezza nucleare) faceva riferimento, nella sua relazione allegata al verbale della conferenza di servizi, alla società Geiger Italia S.r.l., operatore attivo nell’ambito del trattamento e smaltimento, dotato di una piattaforma di inertizzazione ad Agnosine, nel Bresciano, che «pur non potendo esportare rifiuti Tenorm in Germania nell’immediato (si parla del 2021, ndr), tuttavia non escludeva la possibilità di effettuarlo previa preventiva notifica con tempi di ottenimento di 3-6 mesi». La stessa relazione menziona una discarica nei Paesi Bassi, la Mit Ambiente.
SCOUTING E SITI
Ancora non si sa molto sulle diverse tipologie di materiali contenute nella discarica ex Fosfotec e le concentrazioni di attività dei radionuclidi di origine naturale, una quota di scorie non oggetto del decreto del Mase e per la quale non ci sono impianti autorizzati in Italia (fonte Isin). Ci si chiede se, nell’ambito dello scouting eseguito dal commissario Errigo, limitatamente ai rifiuti pericolosi con tenorm e pericolosi con tenorm e amianto, anche all’ estero, siano stati sentiti gli organismi di informazione e sicurezza nazionale e gli organi collaterali esteri, come egli stesso annunciava. E se i Servizi segreti abbiano contattato quegli impianti che hanno dato disponibilità a trattare all’estero i rifiuti pericolosi, come scritto da Isin.
L’unica cosa certa, stando ai verbali, è che Eni Rewind non ha inteso approfondire questo percorso perché, dice sempre Isin, “conferma l’indisponibilità di discariche fuori dalla Calabria per rifiuti con amianto e la disponibilità della sola Sovreco a Crotone”. Eppure il gruppo Vrenna, per bocca del suo ad, sosteneva di essere sfornito dei codici per ricevere i rifiuti pericolosi con amianto provenienti dalla bonifica.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA