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Il Cup ha fissato a dicembre 2026 la data per la visita urologica di un paziente vibonese

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Sanità vibonese ancora sotto i riflettori: il caso della prenotazione di una visita con tempistiche dilatate nella denuncia di un paziente vibonese che si è visto fissare l’esame urologico a dicembre 2026


VIBO VALENTIA – A quanto se ne sa, si tratta del nuovo record italiano della sanità: un utente vibonese, residente Triparni, frazione di Vibo Valentia, denuncia di essersi visto prenotare dal Cup la visita urologica per dicembre 2026.
No, non è un errore di stampa, è proprio così: dovrà aspettare poco più di due anni. Nel frattempo, la sua patologia molto probabilmente si aggraverà ma questo non sembra essere un particolare in grado di togliere il sonno a chi nell’azienda sanitaria dovrebbe agire per eliminare le liste d’attesa o quanto meno ridurle a tempi accettabili. Insomma, un nuovo caso di sanità in affanno nel vibonese, e non sarà certo l’ultimo visto che ad ogni piè sospinto vi è una denuncia sulla dilatazione dei tempi in ordine alle visite di varia tipologia.

SANITÀ, LA PRIMA VISITA DEL PAZIENTE VIBONESE AD APRILE 2024 POI LA PRENOTAZIONE PER IL 2026

La vicenda ha un che di paradossale, come racconta l’interessato: «Ad aprile scorso sono stato visitato a Tropea per un problema urologico e il medico mi ha ordinato una terapia di sei mesi per poi fare una seconda visita di controllo a fine cura, cioè a novembre. E così già dopo un paio di mesi, esattamente a giugno, sapendo che ci sarebbe stato da attendere un po’, munito di ricetta del mio medico curante, ho pensato bene di telefonare al Cup per fissare una seconda visita. Ma la risposta che mi hanno dato ha superato le mie più pessimistiche previsioni».

LA TELEFONATA AL CUP E LA PRIMA DATA UTILE A DICEMBRE 2026

Dal Centro unico di prenotazione Calabria Centro gli hanno detto infatti che la prima data utile era il 28 dicembre 2026: «Capisce? Più di due anni di attesa… Ma si può? Prima mi dicono di fare la cura per sei mesi e poi quando chiedo la visita di controllo, sempre a Tropea, loro non possono farla prima di 25 mesi. C’è qualcosa che non va. Tramite il Quotidiano del Sud chiedo ragione di tutto questo all’attuale dirigenza dell’Asp, alla commissione antimafia che la guida: dicano pubblicamente se è una cosa normale dover attendere più di due anni per una visita di controllo. Chi può escludere che nell’attesa la mia situazione si possa aggravare?».
Domande indubbiamente legittime, che noi giriamo al prefetto Piscitelli che guida la commissione. Questa che vi abbiamo raccontato è solo l’ultima protesta in ordine di tempo contro la lunghezza delle liste d’attesa nella sanità vibonese, lunghezza a volte davvero abnorme, come dimostra il caso.

LISTE D’ATTESA: PROBLEMA MAI RISOLTO

A nostra memoria non c’è stato un direttore generale o commissario arrivato negli anni al secondo piano di palazzo ex Inam che non abbia messo ai primi posti del suo programma “il significativo abbattimento delle liste d’attesa”. Proclami roboanti, impegni pubblici e poi? Niente, la situazione, tranne qualche modesto risultato, è rimasta uguale o è addirittura peggiorata, come nel caso di specie. Di conseguenza gli utenti, di fronte alla prospettiva di dover attendere mesi o anni, sono costretti a rivolgersi ai privati, con conseguenti e significativi esborsi di denaro.
E chi questi soldi non li ha? S’arrangi. È evidente che tra le cause di questo inconveniente c’è la carenza di medici, in questo caso urologi all’ospedale di Tropea. Ma può essere solo questo a spiegare tempi di attesa così lunghi, forse i più lunghi di tutta Italia? C’è, negli stessi ambienti dell’Asp, chi non ci crede proprio e punta il dito contro un’organizzazione del lavoro non ottimale. «Quello che ci sta a cuore è soltanto poter prenotare una visita o un esame senza vederci rimandati alle calende greche. Prefetto Piscitelli, è forse chiedere troppo?».

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