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Laboratori di LiberaMente: un viaggio nei luoghi dell’anima dei detenuti attraverso la scrittura creativa e autobiografica.
COSENZA – Nella casa circondariale di Cosenza è in corso un progetto che unisce scrittura, lettura e rieducazione, promosso dall’associazione LiberaMente e realizzato nell’ambito del concorso “I luoghi dell’anima”. Giunto alla sua seconda edizione, il concorso si propone di dare voce ai sentimenti e alle emozioni dei detenuti, coinvolgendoli in un percorso creativo unico e profondo.
Il progetto rientra nel programma “Libri che camminano”, finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura, grazie al titolo di “Città che legge 2022” ottenuto dal Comune di Cosenza. Al centro dell’iniziativa vi sono laboratori di scrittura creativa e autobiografica, che trasformano la casa circondariale in un luogo di cultura e introspezione.
LABORATORI DI LIBERAMENTE: LA SCRITTURA COME STRUMENTO DI CRESCITA PERSONALE
La prima fase del progetto ha visto la conclusione del laboratorio di scrittura creativa, condotto dalla giornalista e scrittrice Rosalba Baldino, che ha lavorato con dieci detenuti di media sicurezza. «È stato un laboratorio molto partecipato e per me un’esperienza umana fortissima – ha spiegato Baldino – i discenti hanno mostrato tanta umiltà nell’imparare e interesse per il lavoro svolto insieme, che ha rappresentato per loro anche uno stimolo alla lettura».
Tra i momenti significativi del laboratorio, la partecipazione di ospiti d’eccezione come Marilena Cerzoso, direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri, e Antonietta Cozza, consigliere comunale delegata alle attività culturali. Anche Patrizia Bertone, rappresentante di FQTS, ha sottolineato la potenza espressiva dei lavori dei detenuti, definendoli «un viaggio intenso e sorprendente dentro le mura del carcere».
LETTURA E SCRITTURA: UNO SPAZIO PER RIFLETTERE
Il viaggio nei “luoghi dell’anima” prosegue con il laboratorio guidato dalla scrittrice Elena Giorgiana Mirabelli, prossimo alla conclusione, e con quello di scrittura autobiografica che sarà avviato a dicembre dalla giornalista Carla Chiappini. Ad arricchire il programma, tre incontri con autori: Assunta Morrone presenterà Le montagne che camminano, Francesco Veltri racconterà Il mediano di Mauthausen, e Attilio Sabato parlerà del suo romanzo L’ultimo Re.
I detenuti partecipanti, molti dei quali di origine straniera, stanno affrontando un percorso che li conduce a esplorare emozioni e vissuti profondi, traducendoli in prosa e poesia. I loro lavori, ricchi di introspezione, saranno raccolti nel volume “Controluce, racconti dal carcere”, in cui ogni scritto rappresenterà una testimonianza di speranza e umanità.
UNA GIURIA D’ECCEZIONE E UN IMPEGNO COMUNE
I testi prodotti saranno valutati da una giuria composta da personalità di spicco: Mario Bozzo, già presidente della Fondazione Carical, Rosita Paradiso, dirigente scolastica, Loredana Giannicola, dell’Ufficio scolastico regionale, e don Enzo Gabrieli, direttore del settimanale Parola di Vita.
«Siamo sempre più convinti che il carcere debba avere una funzione rieducativa», ha dichiarato Francesco Cosentini, presidente di LiberaMente. «Dopo le esperienze del 2022 e del 2023 finanziate dalla Fondazione CON IL SUD e del Movimento Lavoratori Azione Cattolica, l’attività è ripartita quest’anno grazie a questo progetto e siamo molto contenti che il Comune abbia voluto includere la casa circondariale tra i luoghi di lettura dandoci l’opportunità di continuare questo lavoro con i detenuti. Ringraziamo la direttrice della casa circondariale Maria Luisa Mendicino, il comandante della polizia penitenziaria di Cosenza Agostino Sistino e tutta l’area educativa, che nonostante l’esiguo numero di agenti, hanno permesso la realizzazione dell’iniziativa».
LABORATORI DI LIBERAMENTE: UN PROGETTO CHE GUARDA OLTRE LE MURA
Il lavoro condotto all’interno della casa circondariale di Cosenza è una dimostrazione concreta di come la cultura possa diventare strumento di riscatto. Tra le righe scritte dai detenuti si intravedono non solo le ombre del passato, ma anche la luce di una possibile rinascita. Un’esperienza che, come sottolineano gli organizzatori, rappresenta un esempio di come la lettura e la scrittura possano camminare anche nei luoghi più inaspettati, costruendo ponti tra il carcere e la società.
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