Luigi Incarnato
3 minuti per la letturaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Manca l’acqua a Lamezia Terme e il giudice dispone il sequestro degli impianti idrici cittadini per ripristinare l’ordinaria distribuzione dell’acqua.
Tutto è nato da una carenza idrica iniziata nei giorni scorsi, ad orari fissi, tra le 20 e le 5 del mattino, creando notevoli disagi non solo nelle abitazioni dei cittadini e gli esercizi pubblici e commerciali, ma anche nelle infrastrutture essenziali alla comunità e negli apparati antincendio utilizzabili, in situazioni di emergenza, dai vigili del fuoco.
Per questo, su richiesta della Procura della Repubblica, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lamezia Terme ha emesso decreto di sequestro preventivo dei serbatoi di compensazione ed ogni altro apparato tecnicamente necessario a ripristinare la regolare portata idrica nella città.
Il sequestro ha portato anche all’emissione di sette avvisi di garanzia. Per la Lamezia Multiservizi risultano indagati Paolo Villella e Mario Perri (dirigenti responsabili dell’ufficio Servizio Idrico); per la Sorical Sergio De Marco, dirigente responsabile area operativa della Sorical S.p.A., Massimo Macrì, responsabile del compartimento centro, Luciano Belmonte, responsabile dell’ufficio di zona di Lamezia Terme, Baldassare Quartararo e Luigi Incarnato nella qualità di commissari liquidatori Sorical. Incarnato è candidato nel collegio uninominale della Camera di Castrovillari, in quota centrosinistra.
I militari del gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme hanno provveduto ad eseguire il sequestro e dalle indagini è emerso che la riduzione incideva sui fabbisogni primari di circa 40.000 abitanti della città. Come evidenziato nelle indagini, l’acqua è un bene essenziale strettamente connesso col diritto alla salute costituzionalmente garantito, ma è venuta a mancare, sino a giovedì, dalle 20 circa di ogni sera fino alle 5 circa del mattino seguente in varie zone di Lamezia Terme, in modo indiscriminato.
Il sequestro punta a prevenire la reiterazione dell’ipotizzato reato di interruzione di pubblico servizio e dell’aggravamento delle relative conseguenze.
Dopo la notifica dell’avviso di garanzia, Incarnato ha evidenziato: «Ben venga l’indagine della Procura di Lamezia Terme, forse solo così si farà definitivamente chiarezza sul servizio idrico della Calabria. Non sono e non mi sento nel mirino della magistratura ma, semmai, della notizia se di questa se ne vuole fare un uso politico e strumentale a poche ore dalle elezioni. Questo è inaccettabile».
«L’indagine è partita oltre un mese fa – aggiunge – e abbiamo dato la massima collaborazione agli inquirenti per far capire le anomalie del sistema che si ripercuotono sui cittadini. A Lamezia, così come nel Crotonese nelle scorse settimane (e ogni qualvolta Sorical procede alle riduzioni per morosità), non c’è stata alcuna interruzione dell’erogazione del servizio, ma solo la normalizzazione della forniture ai serbatoi secondo gli standard di leggi nazionali ed europee. Di come venga gestita la risorsa idrica, dai serbatoi comunali agli utenti finali, non è responsabilità della Sorical, ma di chi gestisce il servizio.Le azioni intraprese dalla Sorical per il recupero dei crediti sono nell’esclusivo interesse dei cittadini che pagano regolarmente il servizio e che pretendono, giustamente, un servizio di qualità. E’ inconcepibile che il 90% dei cittadini lametini paghi regolarmente il servizio idrico e Sorical, da oltre due anni e mezzo, non riceve il pagamento del servizio reso. La società, nonostante le difficoltà finanziarie, sotto la mia gestione – conclude Incarnato – ha ripreso gli investimenti e supportato diversi Comuni a gestire in modo efficiente ed efficace la risorsa idrica che, resta inteso, non è illimitata».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA