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La Corte d'Appello di Catanzaro

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In Appello condanne più che dimezzate ai narcotrafficanti che gestivano tre piazze dello spaccio di droga a Crotone


Pesanti sforbiciate dalla Corte d’Appello di Catanzaro alla sentenza con cui un anno fa il gup distrettuale dispose undici condanne nel processo col rito abbreviato scaturito da un’inchiesta che nel gennaio 2022 aveva portato a una retata con cui sarebbe stato stroncato un intenso traffico di stupefacenti gestito in città da Giuseppe Spagnolo (di 28 anni), particolarmente attivo nel centro storico. Anche se, secondo l’accusa, erano tre le piazze di spaccio.

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LE DECISIONI: CONDANNE RIDOTTE IN APPELLO PER I NARCOTRAFFICANTI DI CROTONE

Proprio a lui, che continua ad essere ritenuto il promotore dei traffici anche se in Appello è stata esclusa per tutti l’aggravante dell’associazione a delinquere formata da almeno dieci persone, è stata inflitta la pena più elevata, che comunque scende da vent’anni di reclusione a 19. Per suo fratello Alessandro (27), la pena è stata abbassata da 20 anni a 9 anni e 6 mesi, essendo stato ritenuto soltanto partecipe e non promotore.

Da 20, ridotta addirittura a 6 anni la condanna per l’altro fratello, Francesco (30).  Per Ercole Spagnolo (49), la pena scende da 20 a 9 anni essendo anche lui ritenuto partecipe e non promotore. Significativa anche la riduzione di pena, da 10 anni e 2 mesi a 5 anni, per Gianluca La Forgia (40): secondo l’accusa era il canale di approvvigionamento del gruppo criminale. Ridotta da 7 anni e 4 mesi a 6 anni e 11 mesi la pena per Luigi Spagnolo (40).

Azzerata la condanna a 6 anni e 8 mesi per la madre dei fratelli Spagnolo, Vittoria Covelli (48), assolta da tutte le accuse. Rideterminata in 3 anni la pena di 5 anni e 6 mesi già inflitta a Claudio Ivan Covelli (4e). Ridotta da 5 anni e 2 mesi la pena per Andrea Rizza (30). Da 5 anni aa 2 anni  Raffaele Messina (26). Da  4 anni e 6 mesi a 4 anni e 5 mesi Gaetano Scicchitano (53).

LE ACCUSE

Market della droga era soprattutto la città vecchia, un dedalo di vicoli quasi impenetrabile per le forze dell’ordine, presso cui era stata predisposta una strutturata rete, organizzata in forma piramidale, i cui componenti, con ruoli e competenze specifiche, secondo gli inquirenti, si procuravano e smerciavano al dettaglio ingenti quantitativi di droga. I profitti confluivano in una cassa comune ed erano suddivisi dai capi della presunta gang, i componenti della famiglia Spagnolo. Mentre agli altri imputati sarebbe stato assicurato un compenso. I tre punti di spaccio erano in piazza Libertà, nel rione San Francesco e, appunto, nel centro storico. Specie in via Caloiro, dove è stato documentato un continuo andirivieni di consumatori di stupefacenti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

LE INTERCETTAZIONI

Tutto è iniziato dal rinvenimento, nell’agosto 2020, di mezzo chilo di droga, tra marijuana e cocaina, a casa di Scicchitano. E di un altro etto di “maria” a casa di Messina. Il glossario utilizzato nelle intercettazioni non era difficile da decriptare. “Maglietta bianca” la cocaina, “maglietta verde” la marijuana. Proprio Scicchitano è apparso agli investigatori come il magazziniere del gruppo capeggiato da Giuseppe Spagnolo e che Messina fosse un emissario contattato in caso di necessità.

C’è anche un’intercettazione utile per ricostruire un momento di fibrillazione del clan poiché Spagnolo rinfaccerebbe a Messina un uso smodato del telefono e si lamenterebbe di una perquisizione. Ma è proprio da una conversazione tra Spagnolo e la madre, Vittoria Covelli, che gli inquirenti ricavano che c’è un “deposito”. «Il deposito sono andati a trovare. Grazie a chi? Grazie a tua sorella… perché hai visto Gaetano arrivare con me, quando gli ho fatto il passaggio?».

LA DIFESA CHE HA PORTATO ALLA RIDUZIONE DI CONDANNE PER I NARCOTRAFFICANTI DI CROTONE

La difesa, composta dagli avvocati Roberto Coscia, Domenico Rizzuto, Paolo Salice, Fabrizio Salviati, Giovanni Serra, Sergio Rotundo e Aldo Truncè, ha puntato tutto sull’insussistenza dell’associazione a delinquere.

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