Il procuratore Spagnuolo davanti la villetta
3 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – Si è ucciso sparandosi in bocca dopo avere ucciso moglie e figli. Sarebbe questa, secondo quanto sta emergendo dagli accertamenti tecnici, la dinamica dell’omicidio-suicidio compiuto in una villetta a Rende. A sparare contro i familiari, dunque, sarebbe stato Salvatore Giordano. L’uomo, tra l’altro, secondo quanto emerso, oltre a sparare contro le due donne le avrebbe anche accoltellate.
Gli inquirenti hanno trovato davanti ai loro occhi quattro cadaveri: padre, madre e due figli. Le vittime sono: Salvatore Giordano, di 57 anni, la moglie, Francesca Vilardi, di 59, ed i due figli Giovanni e Cristiana. La dinamica di quanto é accaduto é, comunque, al vaglio dei carabinieri del Comando provinciale.
VIDEO: INQUIRENTI DAVANTI ALLA VILLETTA DELLA STRAGE
Due pistole in casa
Sono due le pistole trovate in casa e utilizzate per compiere la strage sono state sottratte a chi le deteneva legalmente. Le armi, secondo quanto é emerso dagli accertamenti dei carabinieri, erano legalmente detenute dal padre di Salvatore Giordano e custodite in un armadio nell’appartamento in cui vivono gli anziani genitori del commerciante, al piano inferiore a quello in cui é avvenuta la strage. Chi ha sparato le ha prese dal posto in cui erano custodite e le ha portate con sé nella casa in cui sono stati trovati i quattro cadaveri.
La ricostruzione
Il triplice omicidio ed il suicidio sono avvenuti in una villetta singola in via Malta, in contrada Cutura di Rende dove viveva la famiglia dell’uomo ed i suoi genitori. La tragedia sarebbe avvenuta la notte scorsa. Non c’é alcuna certezza, secondo i carabinieri della Compagnia di Rende ed i magistrati della Procura di Cosenza che sono sul posto, che a sparare contro la moglie e i due figli sia stato Salvatore Giordano. L’ipotesi che sia stato Giordano a compiere la strage é verosimile, ma per averne la certezza si attende l’esito degli esami balistici e dello stub sui cadaveri.
VIDEO 2: LE INDAGINI DAVANTI LA VILLETTA
Tre corpi nel corridoio ed il quarto in una stanza vicina. É così che i carabinieri hanno trovato i cadaveri della famiglia Giordano. Nel corridoio gli investigatori hanno trovato i corpi del capofamiglia, Salvatore Giordano, della moglie Francesca Vilardi e della figlia Cristiana. Il figlio Giovanni, invece, era in una stanza attigua. Le due pistole sono state trovate una vicina a Giovanni e l’altra nel corridoio.
La dinamica di quanto é avvenuto nella casa di Rende in cui sono stati trovati i cadaveri di quattro persone «é in corso d’accertamento per cui, al momento, non c’é nulla di sicuro su quanto é realmente accaduto». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo: «C’é un sopralluogo in corso – ha aggiunto Spagnuolo – da parte dei carabinieri della sezione Scientifica e del medico legale. All’esito degli accertamenti sarà possibile capire cosa effettivamente é accaduto e chi ha sparato a chi. Al momento, in questo senso, non si può dire nulla». Nella villetta sono intervenuti anche i carabinieri del Ris, mentre sono stati sentiti familiari ed amici.
Alcuni familiari, che vivono nelle villette vicine, avrebbero detto di avere sentito dei botti e di essere andati a controllare senza ricevere risposta. Oggi alle 14 sono tornati ed hanno fatto la scoperta chiamando i carabinieri.
L’allarme dei parenti
Nella villetta in cui sono stati trovati i cadaveri abitano anche i genitori ed un fratello del commerciante. É stato il fratello di Giordano a dare l’allarme quando il commerciante non si é presentato stamattina nel negozio di telefonia e strumenti musicali che i due gestivano insieme a Cosenza. L’uomo ha suonato alla porta d’ingresso dell’abitazione del fratello, senza ricevere risposte, ed ha chiamato i vigili del fuoco per fargli aprire la porta. Dopo che i vigili l’hanno sfondata sono stati trovati i quattro cadaveri, a poca distanza l’uno dall’altro.
La testimonianza sulla famiglia
«Una famiglia tranquilla, mai un litigio. Non mi capacito di ciò che accaduto. Salvatore era un lavoratore, i ragazzi due giovani normali, Cristiana lavorava in un call center e Giovanni era all’università». Lo racconta il cugino di Salvatore Giordano, che abita nella villetta accanto a quella in cui é avvenuta la strage.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA