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Nonostante la bocciatura dalle linea Bardi sulla questione Acquedotto lucano, il centrosinistra sceglie la linea del silenzio come Fdi
POTENZA – È bastata la prospettiva di un ingresso nel consiglio di amministrazione di Acquedotto lucano spa a placare gli animi del centrosinistra lucano. Nonostante l’annuncio del protrarsi delle interruzioni idriche a Potenza e nei agli 28 comuni serviti dall’invaso, semivuoto, del Camastra.
Sono trascorse nel silenzio più assoluto, infatti, le prime 24 ore dalla clamorosa bocciatura della linea del governatore Vito Bardi da parte dell’assemblea della società di Regione e 119 comuni lucani su 131. Con la conferma, sì, dell’amministratore unico Alfonso Andretta, a cui Bardi avrebbe voluto affidare un secondo mandato triennale, ma soltanto per il tempo necessario al subentro del nuovo cda.
LA LINEA DEL SILENZIO
A scegliere la linea del silenzio sono stati in primis gli esponenti di Fratelli d’Italia, smarcatisi dalla linea di Bardi, ma anche quelli del Partito democratico, che hanno raccolto e rilanciato la proposta di tornare a un’amministrazione collegiale della società.
D’altro canto, c’è ancora da capire la reale fattibilità o meno di un ritorno a un consiglio di amministrazione «a invarianza di spesa», come richiesto dalla magistratura contabile. Basti pensare che l’ultimo consiglio di amministrazione in carica, nel 2015, costava alle casse della società oltre 300mila euro rispetto ai 150mila dell’amministratore unico in carica.
ACQUEDOTTO LUCANO, L’ALTRA OPZIONE DI BARDI
Non è detto, pertanto, che alla fine il governatore non ottenga, per via “giudiziaria”, quello che non è riuscito ad avere in assemblea. Ovvero un mandato pieno, triennale, per il “suo” Andretta. Anche per mettere in riga i suoi in vista delle altre nomine da effettuare nelle prossime settimane, sulle quali è in corso un vero e proprio braccio di ferro interno al centrodestra lucano.
Non è detto, poi, nemmeno che l’intesa tra meloniani, leghisti, pezzi di Forza Italia e centrosinistra resista fino alle elezioni di questo nuovo cda. Quando la Regione potrebbe essere tentata di piazzarvi 5 esponenti di centrodestra, negando la rappresentanza richiesta dall’opposizione.
Dubbi sulla gestione complessiva della situazione sono stati espressi, ieri, dal consigliere comunale di Potenza, Giampiero Iudicello, esponente del movimento degli ex laici cattolici di Basilicata casa comune, che pure avevano un loro sindaco, Nicola Valluzzi, al tavolo delle trattative per l’intesa sul ritorno al consiglio di amministrazione.
«Il livello del dibattito che si sta svolgendo attorno al tema della crisi idrica è deprimente». Ha dichiarato Iudicello «Il tutto sembra ridursi a se sarebbe stato giusto o meno sostituire Andretta o istituire un cda. Sembra tutto un teatrino consociativo. Nessuna analisi sugli errori, quelli degli ultimi vent’anni, e degli ultimi 6 in particolare».
«La politica non deve inseguire, dovrebbe precedere». Ha aggiunto Iudicello. «Il centrodestra in questo ha fallito. Il centro sinistra che si oppone ieri pensa di aver segnato un punto ? Per me siamo rimasti zero a zero, e a zero a zero è pure la nostra Basilicata».
l.a.
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