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Si è inceppata la macchina dell’economia italiana, l’Istat ha sfornato negli scorsi giorni una serie di rapporti che evidenziano una vera e propria gelata d’autunno su prezzi, lavoro e fatturato industriale


Sembrava che tutto filasse liscio come l’olio e invece la macchina dell’economia si è inceppata. Negli scorsi giorni l’Istat ha sfornato un tris di rapporti che segnano un passo indietro rispetto ai numeri che negli ultimi mesi avevano restituito un quadro a tutta luce dell’Azienda Italia. E invece si scopre che a ottobre i prezzi al consumo, anche se lievemente, crescono, l’occupazione a settembre segna il passo, con un calo di lavoratori a tempo determinato e indeterminato, e ad agosto, per il quarto mese consecutivo, si riduce il fatturato dell’industria e dei servizi. Il caldo autunno ha dunque gelato l’ottimismo. E le difficoltà economiche sono diventate l’ennesimo terreno di aspro scontro tra maggioranza e opposizione sulle politiche economiche del Governo.

PREZZI IN AUMENTO E LAVORO IN DISCESA, L’AUTUNNO INCEPPA L’ECONOMIA ITALIANA

Ma vediamo i numeri di questo dietro front. Il processo di ridimensionamento dell’inflazione si è arrestato. Nessun ritocco dei prezzi al consumo a ottobre, ma sull’anno l’inflazione è salita a +0,9% da +0,7% di settembre. A incidere sul rialzo i beni alimentari che su base tendenziale crescono del 2,4%, sia i lavorati (+2%) che i freschi (3,3%). A invertire la tendenza, spiega l’Istat, i prezzi della frutta fresca che passano da -0,6% a +2,8%, +4,2% sul mese, e i vegetali ( da -2,2% a +8,8%, +8,7% il congiunturale). Si tratta dell’effetto del maltempo con decine di migliaia di ettari nel Centro Nord invasi da fango e acqua con danni, sottolinea un’analisi della Coldiretti, alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole e cereali. Mentre nel Sud si fanno ancora i conti con caldo, siccità e carenza di acqua.

Gli alimentari più “salati” impattano sul carrello della spesa che accelera da +1% a + 2,2%. Salgono anche i prodotti ad alta frequenza di acquisto (da +0,5% a +1%). Si ridimensiona poi la riduzione degli energetici non regolamentati (da -11% di settembre a -10,2%). In decelerazione invece i regolamentati (da +10,4% a +2%) e i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4% a +3,6%). L’inflazione acquisita per quest’anno è +1% per l’indice generale e +2% per la componente di fondo.

GELATA D’AUTUNNO SULL’ECONOMIA, SALGONO I PREZZI, STAGNA IL LAVORO

Le preoccupazioni del Codacons si appuntano su generi alimentari e carrello della spesa che mettono in crisi i bilanci familiari. L’associazione calcola che per una famiglia con due figli l’aggravio in un anno è di 238 euro. “Ma le famiglie – denuncia Codacons – nel corso del 2024 hanno già tagliato i consumi alimentari dell’1,1% proprio per far fronte ai sensibili rincari dei prezzi che negli ultimi due anni hanno investito il comparto”. Più incoraggiante Confcommercio che giudica “fisiologico “ il lieve aumento rilevato a ottobre su base annua, anche se sottolinea che “alcuni spunti di ripresa dei prezzi su segmenti sensibili, come l’alimentare e l’istruzione potrebbero creare qualche problema in termini di sentiment”.

La battuta d’arresto nel mercato del lavoro è un indice del rallentamento dell’economia. A settembre l’Istat calcola una riduzione rispetto ad agosto di 63mila unità (-0,3%) e il tasso di occupazione scende al 62,1% con una perdita dello 0,1%. Il calo coinvolge i dipendenti permanenti (da 21 milioni a 16 milioni) e quelli a tempo determinato, mentre gli autonomi restano stabili. Il tasso di disoccupazione è fermo al 6,1%, ma sale dello 0,3% quello giovanile a 18,3%. A settembre comunque rispetto allo stesso mese del 2023 gli occupati crescono di 301mila unità (+1,3%) e l’aumento interessa uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione di quella tra 35 e 49 anni. Si riduce anche il numero di chi cerca lavoro (-21,4%), ma aumentano gli inattivi (+2,8%) pari a 337mila unità in più.

CONFESERCENTI INVITA A MONITORARE CON ATTENZIONE IL DATO DI SETTEMBRE

Per Confesercenti il dato sul lavoro di settembre va monitorato con attenzione perché “si collegherebbe alla frenata in atto dell’economia nel suo complesso” anche se sull’anno si conferma la crescita. La frenata degli occupati – sottolinea Confesercenti – sembra confermata dall’aumento del ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese soprattutto nell’industria. Nei primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023 le ore autorizzate, secondo i calcoli della Confesercenti, risultano aumentate del 20% per il totale dell’economia e del 32% per l’industria manifatturiera.

Per Confcommercio la riduzione degli occupati a settembre “si iscrive in un quadro coerente di indicatori che testimoniano un forte rallentamento dell’attività economica”. Ma l’associazione del commercio non drammatizza e ricorda che non sono mancati nella storia economica recente, come a luglio 2023, episodi di riduzione degli occupati a cui ha fatto seguito un “cambio di tendenza”. Ma se il fenomeno dovesse proseguire allora ci potrebbero essere gravi effetti sulla crescita.

PREZZI E PROSPETTIVE DI LAVORO, LA SITUAZIONE NELL’AGRICOLTURA E DELL’INDUSTRIA TRA FINE ESTATE E INIZIO AUTUNNO

Intanto c’è un settore che ha perso posti nell’ultimo anno, ma che è pronto a offrirne di nuovi. In agricoltura, afferma infatti Coldiretti, nei prossimi anni saranno necessarie almeno 5mila nuove posizioni lavorative per accompagnare il processo di digitalizzazione in atto nelle campagne dove servono analisti, dronisti ed esperti in blockchain. Gli investimenti nell’hi tech raggiungeranno quest’anno 2,5 miliardi e per la gestione di Gps, immagini satellitari e sensori le aziende dovranno assumere nuovi professionisti, altamente specializzati.

Se l’agricoltura guarda al futuro, per l’industria le prospettive sono nere. Ad agosto il fatturato dell’industria è calato su luglio dello 0,1% in valore e dello 0,7% in volume. Anche i servizi perdono colpi (-2% in valore e quantità), in particolare il commercio all’ingrosso (-2,6% in valore). Flessioni confermate nel trimestre giugno-agosto sul precedente sia per l’industria che per i servizi. Ed è ancora più accentuato il calo su base tendenziale per l’industria: -4,6% in valore e -3,6% in volume che è il risultato del -5% sul mercato interno e del -3,8% su quello estero. Non va meglio per i servizi (-2% in valor e -4% in quantità sull’anno).

Le performance negative del fatturato si aggiungono a quelle dello stesso segno della produzione industriale (-3,2% su base annua). Mentre l’andamento lento delle economie europee non apre spiragli favorevoli a una ripresa industriale. Il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto negli scorsi giorni sulla crisi del settore auto annunciando che si sta valutando di rafforzare i fondi per la filiera della componentistica “orgoglio del Made in Italy”.


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