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Deteneva illegalmente una pistola, arrestata la moglie del latitante Gaetano Emanuele, ritenuto al vertice dell’omonimo clan operante nelle Preserre di Vibo. Il marito è irreperibile da giugno scorso, sfuggito alla cattura in seguito all’operazione “Habanero”


SORIANO – I carabinieri di Soriano calabro, unitamente ai colleghi della Compagnia di Serra San Bruno, hanno tratto in arresto, questa sera, (mercoledì 30 ottobre 2024) Angela Vono, moglie del latitante Gaetano Emanuele, ritenuto ai vertici dell’omonima consorteria criminale operante nel territorio delle Preserre di Vibo. La donna è accusata di detenzione illegale di armi, precisamente una pistola.

UNA PISTOLA TROVATA ALLA MOGLIE DEL LATITANTE DI SORIANO (VIBO)

Il rinvenimento dell’arma è avvenuto nel corso di una perquisizione effettuata dal personale della Benemerita. Lindagata, dapprima condotta nella Stazione carabinieri di Soriano calabro, è stata successivamente trasferita nella sede della Compagnia della città della Certosa per la notifica del provvedimento. È assistita dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. Il difensore, però, non ha inteso rilasciare alcuna dichiarazione in merito all’arresto della sua assistita.
Gaetano Emanuele è latitante dalla fine di giugno di quest’anno. Da allora si è sottratto alla cattura nell’ambito dell’operazione “Habanero”. Si tratta di un’inchiesta condotta contro il clan Emanuele e il gruppo dei Maiolo di Acquaro. Un’operazione che ha fatto luce su reati in materia di estorsioni, danneggiamenti, armi e sulla cosiddetta strage dell’Ariola, risalente al 25 ottobre del 2023 nell’ambito della faida che ha contraddistinto il territorio delle Preserre in provincia di Vibo Valentia, il tutto con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

LA NOTA DEL LEGALE DELLA DONNA

La nota del legale della famiglia. Quale difensore della Signora Angela Vono, “al cui nome vengono associate notizie non veritiere, corre l’obbligo di rappresentare che la medesima non è stata sottoposta ad alcuna perquisizione né tantomeno è stata trovata in possesso di una pistola.  Nessuno ha beccato nessuno. È stata, infatti, la signora Vono a consegnare spontaneamente l’arma ritrovata.  La descrizione erronea dell’intera vicenda perfeziona un notevole pregiudizio alla realtà dei fatti”.

A parlare è l’avvocato Giuseppe Di Renzo il quale evidenzia inoltre che  “la Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa nei confronti di Gaetano Emanuele, marito della signora Vono e fratello di Bruno Emanuele.   Indicare, pertanto, il nome dei miei assistiti nel complesso della generalità di contestazioni non corrette, perfeziona un evidente ed ingiusto pregiudizio reputazionale, impedendo ai lettori di comprendere la reale portata dell’evento. Siamo certi, proprio in ragione della titolarità dell’indagine ad opera della locale Procura che le condotte eventualmente contestate, certamente diverse da quelle indicate dalle testate giornalistiche, verranno agevolmente discriminate e che la vicenda avrà felice e rapida conclusione”.

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