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Bruxelles, 30 ott. (askanews) – Sauli Niinisto, ex presidente della Repubblica di Finlandia e Consigliere speciale della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato oggi a Bruxelles il rapporto che era stato incaricato di redigere dalla stessa von der Leyen, e dall’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, con 80 raccomandazioni su come migliorare la preparazione e la prontezza civile e militare dell’Ue per le sfide che l’Unione e i suoi Stati membri stanno affrontando e dovranno affrontare in futuro.

Sfide che vanno dalle catastrofi naturali legate al cambiamento climatico, a possibili nuove pandemie, agli “attacchi ibridi” in campo informatico, della disinformazione, della manipolazione dell’immigrazione, ai rischi per la sicurezza economica con le interruzioni delle catene del valore, fino alle prospettive purtroppo ormai non più irrealistiche di nuove guerre.  

Il rapporto, che è stato presentato in conferenza stampa oggi a Bruxelles da von der Leyen e Niinisto, era atteso anche per vedere se avrebbe indicato, tra l’altro, l’opzione di ricorrere alla possibilità di nuove emissioni di debito comune da parte dell’Ue per finanziare progetti strategici di interesse comune, come alcuni di quelli suggeriti nelle raccomandazioni. Ma von der Leyen ha categoricamente escluso questa opzione.  

“Molti eventi di questi ultimi anni – ha detto la presidente della Commissione nel suo intervento introduttivo – sono stati dei campanelli d’allarme. Le nostre vite sono state sconvolte da una pandemia; la guerra è tornata in Europa; e i fenomeni meteorologici estremi sono la nuova normalità a causa del cambiamento climatico. L’Europa si sta rendendo conto che le principali crisi degli ultimi anni non sono né isolate né transitorie. Al contrario, riflettono linee di faglia più profonde e cambiamenti ‘tettonici’ a livello geopolitico, climatico e tecnologico. Di fronte a questi cambiamenti, spesso abbiamo semplicemente reagito. Ma dobbiamo fare di più. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità. La preparazione deve diventare parte della logica di fondo di tutte le nostre azioni e affrontare l’intero spettro di minacce e rischi”.

Ad esempio, ha continuato von der Leyen, “prendiamo gli attacchi ibridi e le loro numerose forme diverse: disinformazione, la cinica manipolazione dei migranti (usati come arma di destabilizzazione, ndr), attacchi informatici, sabotaggi. Un clic può spegnere le reti elettriche e far sprofondare intere città nell’oscurità. Oppure prendiamo i rischi economici che affrontiamo, come le interruzioni della catena di approvvigionamento. Ci siamo liberati dalle catene della nostra dipendenza dai combustibili fossili russi. Ora dobbiamo ridurre le nostre altre dipendenze dannose in altri campi”.

E poi “ci sono i rischi militari, ovviamente. La guerra di Putin contro l’Ucraina – ha osservato la presidente della Commissione – è la più grande minaccia alla nostra sicurezza. Quest’anno, la spesa per la difesa della Russia sta per superare gli importi collettivi di tutti gli Stati membri dell’Ue messi insieme. Quindi dobbiamo intensificare i nostri sforzi, sapendo – ha sottolineato – che prepararsi al peggio può aiutare a impedire che si realizzi”.

Rispondendo ai giornalisti durante la conferenza stampa, von der Leyen ha poi confermato il suo approccio “tedesco”, contrario per principio alla possibilità di fare ricorso in futuro a nuove emissioni di debito comune, per quanto limitate al finanziamento di progetti di interesse comune europeo, come chiede da tempo invece il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, e come prospettava anche Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea.  

“L’approccio che dobbiamo avere – ha detto la presidente della Commissione – è il seguente: dobbiamo prima discutere se ci sono grandi progetti di comune interesse europeo, ad esempio uno scudo di difesa aerea. Se questo è il caso e si tratta di un progetto transfrontaliero, lo consideriamo allora un progetto europeo comune che vogliamo portare avanti insieme?” In questo caso, ha continuato von der Leyen, “penso che ci siano due modi per finanziarlo: o con contributi nazionali o con nuove risorse proprie” per il bilancio comunitario. “Quindi su uno di questi due elementi dobbiamo decidere come andare avanti. Molto importante – ha insistito – è avere prima la descrizione di ciò di cui abbiamo bisogno, di ciò che è necessario, e poi avere la volontà politica di finanziarlo”.

A una giornalista che chiedeva se quindi sia da escludere qualsiasi ricorso al debito comune, von der Leyen ha replicato: “Qualunque meccanismo di finanziamento si scelga, alla fine deve essere ripagato. E voglio insistere: ci sono solo due modi per pagarlo, o contributi nazionali o nuove risorse proprie per il bilancio europeo: non ci sono altri modi per finanziare progetti futuri”, ha concluso la presidente della Commissione. 

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