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Vizziello e Chiorazzo

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Alzano i toni Lettieri (Pd) e Chiorazzo e Vizziello (Bacc) in vista dell’assemblea e chiedono le dimissioni di Andretta da Acquedotto lucano


POTENZA – Comincia a salire la temperatura in vista dell’assemblea di Acquedotto lucano spa che giovedì è chiamata all’elezione del nuovo amministratore unico.
Ad alzare i toni, ieri, sono stati il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, e soprattutto i consiglieri regionali di Basilicata casa comune, Angelo Chiorazzo e Giovanni Vizziello, con la richiesta di dimissioni da Acquedotto lucano, dell’amministratore unico uscente, Alfonso Andretta, che il governatore Vito Bardi ha deciso di confermare per un secondo mandato raccogliendo il sostegno della quasi totalità dei sindaci di centrodestra e di alcuni simpatizzanti di centrosinistra. Mentre il centrosinistra ufficiale ha deciso di puntare sull’ex presidente dell’Anci Basilicata, nonché vicesindacao di Colobraro, Andrea Bernardo.

LETTIERI SULL’ASSORDANTE SILENZIO DELLA REGIONE BASILICATA

«Continua l’assordante silenzio del presidente della Regione Basilicata e dell’amministratore unico di Acquedotto lucano sulla crisi idrica che sta mettendo in ginocchio tantissimi operatori economici e migliaia di cittadini lucani». Così ieri il segretario regionale Pd, Lettieri. «Non una parola su cosa è successo; su come mai tale crisi – addebitata ai cambiamenti climatici – abbia interessato unicamente la diga della Camastra; sul perché siamo in queste condizioni e su quali prospettive abbiamo davanti».
Lettieri ha anche chiesto di sapere «quale è il piano industriale di Aql (ammesso che ne abbia uno), quale il piano straordinario messo a terra per fronteggiare la crisi che stiamo vivendo, quali strategie si stanno predisponendo per affrontare i cambiamenti nel mondo della gestione delle infrastrutture idriche».

«A pochi giorni dall’assemblea di Aql -ha concluso il segretario regionale Pd – continuiamo a chiedere discontinuità al vertice per determinare un urgente, necessario, fondamentale cambio di passo in una società strategica per il futuro della nostra regione e dei lucani. Bisogna fare bene ed in fretta, con il necessario coinvolgimento dei sindaci».
Di rispetto per «il grido di dolore di sindaci, operatori commerciali e cittadini», invece, hanno parlato Chiorazzo e Vizziello, rivolgendosi a Bardi e Andretta.
«Bene farebbe a dimettersi per le evidenti difficoltà nel gestire una crisi ampiamente annunciata che si sta consumando sulla pelle dei lucani». Questo l’invito rivolto dai due consiglieri regionali di Basilicata casa comune all’amministratore unico uscente.

L’APPELLO DI CHIORAZZO E VIZZIELLO

«Nei giorni scorsi – hanno proseguito Chiorazzo e Vizziello – abbiamo rivolto l’appello al governo regionale a mettere in campo nuove competenze per superare un modello di gestione più orientato ad alimentare catene corte utilizzando l’azienda pubblica più importante per la Basilicata che non a garantire la fruizione della risorsa idrica. Il fallimento delle politiche di risanamento di un bilancio aziendale che si regge soltanto grazie allo stanziamento di diverse decine di milioni di euro da parte della Regione Basilicata, risorse regionali sottratte ad altri programmi di sviluppo che pur servirebbero come l’acqua, per non dire delle risorse destinate ad investimenti sulla rete revocate per i ritardi accumulati e dei bonus idrici annunciati in piena campagna elettorale e non ancora assegnati ai richiedenti, dovrebbero essere condizioni sufficienti a far fare un passo indietro, per il bene dei lucani, all’amministratore unico di Acquedotto lucano».

«Assistiamo invece – hanno aggiunto ancora i due consiglieri – alla riproposizione della sua candidatura, fortemente voluta dal governatore Bardi e dalla maggioranza di centro destra, che mette in evidenza il limite dell’azione di governo nelle scelte strategiche per una corretta gestione della risorsa idrica in Basilicata, una risorsa pubblica fondamentale per gli interessi ambientali dei lucani oramai ceduta gratuitamente agli interessi nazionali».
«Di fronte a questa protervia – hanno concluso Chiorazzo e Vizziello – è il momento di dire con chiarezza se si sta o meno dalla parte dei cittadini che pagano in bollette e disagi lo scotto di una gestione fallimentare. Tra quanti, a parole, condannano, questo modo di fare, tatticismi, titubanze o assenze tattiche vorrebbero dire stare dalla parte dei manovratori».

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