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2 minuti per la lettura15enne ucciso a Napoli: sparatoria tra baby gang avvenuta tra il 23 e il 24 ottobre scorso. Due minorenni sono indagati per porto illegale di armi.
NAPOLI – Il tragico omicidio di Emanuele Tufano, il quindicenne ucciso a Napoli in una sparatoria avvenuta tra il 23 e il 24 ottobre scorso, ha sollevato un velo inquietante su una realtà di violenza giovanile che coinvolge anche i più piccoli. Le indagini della Squadra mobile di Napoli hanno portato all’identificazione di due minorenni, un 15enne e un 17enne, attualmente indagati per porto illegale di armi. Entrambi sono sospettati di aver partecipato a quello che sembra essere stato uno scontro armato tra bande rivali, in un conflitto che oppone i ragazzi dei rioni Sanità (dove viveva la vittima) e Mercato (dove risiedono i due indagati).
15ENNE UCCISO A NAPOLI: SPARATORIA TRA BABY GANG, LE INDAGINI
Dai primi accertamenti, è emerso che tra i giovanissimi armati coinvolti nello scontro tra “paranze” di minorenni ci sarebbero anche dei bambini. Le immagini estratte dai filmati di sorveglianza hanno permesso di rintracciare altri partecipanti, tra cui alcuni minori non imputabili. Questa rivelazione ha scosso la comunità e solleva interrogativi sulla crescente spirale di violenza tra le baby gang, un fenomeno che sembra essersi radicato profondamente nelle strade di Napoli.
La complessità dell’inchiesta ha portato a un’operazione coordinata tra la Procura dei Minorenni e la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. Non solo i minorenni sono al centro delle indagini: gli inquirenti stanno esaminando un possibile coinvolgimento di maggiorenni, ipotizzando un sistema di fornitura di armi alle bande giovanili. A conferma di ciò, è stato accertato che sono state utilizzate almeno cinque armi da fuoco durante l’incidente.
L’AUTOPSIA
La Procura di Napoli ha annunciato l’incarico per l’autopsia di Emanuele, che rappresenterà un ulteriore passo per chiarire la dinamica di questa tragica vicenda. L’intera comunità è in attesa di risposte, mentre le indagini proseguono e si spera in una rapida chiusura di un caso che ha toccato il cuore di Napoli.
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