Nicodemo Parrilla
2 minuti per la letturaCIRO’ MARINA (CROTONE) – Nessuna infiltrazione mafiosa, ma la candidatura diretta di personaggi legati alla cosca. Il quadro dei rapporti tra ‘ndrangheta e politica, emerso dall’operazione “Stige” contro la cosca Farao Marincola (LEGGI), è inquietante.
A delineare questi rapporti è stato il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto che ha reso noto come, nelle ultime elezioni comunali di Cirò Marina, tenute il mese di giugno 2016: “Nell’ultima consultazione elettorale – ha detto – ci sono stati due candidati della cosca in disputa tra loro, con lo stesso clan che ha dovuto dare spiegazioni allo sconfitto”.
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I candidati sono Nicodemo Parrilla e Roberto Siciliani: il primo eletto sindaco con il 51,32 per cento dei voti, il secondo sconfitto. Entrambi, però, finiti in carcere con l’operazione di oggi. Siciliani ha alle spalle una legislatura quale sindaco di Cirò Marina tra il 2011 e il 2015, oltre ad essere stato anche presidente del Consiglio provinciale dal 2004 al 2009. Parrilla, oltre ad essere sindaco di Cirò Marina, è anche presidente della Provincia di Crotone. Le accuse nei confronti dei due esponenti politici sono pesantissime.
GLI AFFARI DELLA COSCA: DITTE E INTERESSI
Con Roberto Siciliani sono coinvolti anche i fratelli Mario e Nevio. I tre sarebbero stati intestatari di beni immobili, anche attraverso l’impresa “Ionica Immobiliare Srl” con sede a Cirò Marina, ed imprese per conto della consorteria, mettendo gli immobili a disposizione della consorteria, che vi installa attività imprenditoriali. Nevio avrebbe goduto dell’appoggio della cosca, che ha profuso a di lui vantaggio, proselitismo ‘ndranghetistico in occasione della competizione amministrativa comunale del 2006, ricoprendo l’incarico di assessore con deleghe importanti, cosi frustrando l’agire amministrativo-comunale per l’interesse della consorteria.
Roberto Siciliani avrebbe goduto del sostegno ‘ndranghetistico della cosca per essere eletto sindaco di Cirò Marina nella tornata elettorale del 2011. Anche per Parrilla la situazione sarebbe stata critica, sarebbe uno dei rappresentanti della cosca in seno all’amministrazione comunale di Cirò Marina ed avrebbe goduto del proselitismo ‘ndranghetistico della cosca.
Anche per il ruolo di presidente della Provincia di Crotone, Parrilla avrebbe goduto, secondo le accuse, delle pressioni ‘ndranghetistiche esercitate da Giuseppe Sestito e Francesco Tallarico sui consiglieri comunali della Provincia di Crotone, specie su quelli del Comune di Casabona.
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