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Il luogo dell'omicidio di Francesco Cuzzocrea

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Si chiude, almeno in primo grado, la vicenda giudiziaria relativa all’omicidio di Francesco Cuzzocrea per il quale la corte ha condannato il cugino Antonino Cuzzocrea a 30 anni


REGGIO CALABRIA – Trent’anni di carcere. È quanto dovrà scontare Antonino Cuzzocrea per l’omicidio del cugino, Francesco Cuzzocrea, di 62 anni, avvenuto 5 anni fa, il 20 ottobre 2019, in un agrumeto di famiglia a Rosario Valanidi, la zona pedemontana reggina.
Lo ha deciso, venerdì sera, tra la commozione dei familiari di Francesco Cuzzocrea detto Nicolino, la Corte d’assise di Reggio Calabria.

La sentenza è arrivata nell’aula bunker dove la Corte d’assise, presieduta da Natina Pratticò, (Giudice a latere Tiziana Drago) si è ritirata in camera di consiglio dopo le arringhe degli avvocati Francesco Calabrese e Valerio Spigarelli, difensori di Antonino Cuzzocrea.
All’uscita ha condannato alla pena di anni 30 di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e di mantenimento durante la custodia cautelare in carcere, con interdizione perpetua dai pubblici uffici (il pm Daniele Scarpino contestando anche i futili motivi e la premeditazione aveva richiesto la condanna alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno).

OMICIDIO CUZZOCREA, CONDANNATO IL CUGINO ANTONINO MA ANCHE ALTRE DUE PERSONE

Altri due condannati. Oltre ad Antonino Cuzzocrea, arrestato per l’omicidio nel 2022 (dopo che gli inquirenti avevano incrociato e messo a frutto “le attività di sopralluogo, le dichiarazioni dei testimoni e dello stesso indagato, le immagini delle telecamere, le intercettazioni telefoniche e ambientali e gli accertamenti del Ris”, ndr), nel corso dello stesso processo la corte ha condannato altri due imputati (che non rispondono però di omicidio) ma di una sequela di reati avvenuta dopo il tragico fatto di sangue.

Si tratta di Giuseppe Siclari, difeso dall’avvocato Natale Polimeni, al quale la corte ha inflitto una pena di un anno e 4 mesi di reclusione per falsa testimonianza e favoreggiamento, e la madre dello stesso Antonino Cuzzocrea, Antonia Foti, condannata a 6 mesi per minacce nei confronti del nipote, il figlio di “Nicolino” Cuzzocrea. Per Antonia Foti (difesa dagli avvocati Francesco Calabrese e Filomena Saccà) il pm aveva richiesto la condanna a un anno di reclusione.
Antonino Cuzzocrea e Giuseppe Siclari sono stati condannati anche al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili (familiari della vittima), rappresentate dagli avvocati Carlo Morace e Daniele Gattuso, ponendo a carico di Antonino Cuzzocrea anche l’obbligo del pagamento di una provvisionale in loro favore.

L’OMICIDIO DI FRANCESCO “NICOLINO” CUZZOCREA

Il brutale assassinio di “Nicolino” Cuzzocrea avvenne «per motivi abietti e futili – come hanno riconosciuto i giudici – dovuti a banali dissidi familiari connessi all’acquisto di un fondo agricolo, alla gestione di un consorzio di irrigazione e alla ristrutturazione e assegnazione di loculi all’interno di una cappella funeraria di famiglia». Nino Cuzzocrea, che tra l’altro è un noto imprenditore dell’edilizia cittadina ed è stato anche dirigente della società sportiva ASD Hinterreggio, attirò «suo cugino Francesco Cuzzocrea in un terreno adiacente alle loro rispettive abitazioni sabotando o comunque manomettendo il sistema di irrigazione del suddetto terreno». Subito dopo gli avrebbe sparato colpendolo con diversi colpi di arma da fuoco e causandone la morte.

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