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Dopo l’Autonomia, il documento inedito con tutte le richieste del Veneto, presentato a Calderoli: l’atto di rinascita della Repubblica della Serenissima


E’ stato già ribattezzato come l’atto di rinascita della Repubblica della Serenissima. Dentro c’è un po’ di tutto: la firma di accordi internazionali per promuovere il “made in Veneto”. Un piano per attrarre investimenti dall’estero. La potestà legislativa e amministrativa in materia di protezione civile con la nomina automatica del presidente della Regione come Commissario delegato e la possibilità di definire contratti ad hoc per il personale impegnato nella gestione delle emergenze.
E, ancora: la stipula di accordi internazionali con Stati esteri confinanti, attuazione di iniziative per la cooperazione internazionale, conclusione di intese con enti interni ad altri Stati. Per non parlare poi dell’autonomia per la gestione dei tributi locali, della previdenza integrativa, dei giudici di pace per finire con gli ordini professionali e il credito agrario. Il Documento firmato dal governatore del Veneto, Luca Zaia, che il Quotidiano del Sud è riuscito a visionare, è sul tavolo del ministro Calderoli da luglio ma è stato protocollato il 10 ottobre scorso, qualche giorno dopo il vertice con il padre della Riforma dell’Autonomia Differenziata e inviato ai consiglieri Regionali e al numero uno della Giunta.

DIECI PAGINE CON LE RICIESTE DEL VENETO IN MATERIE NON LEP

Dieci pagine in tutto in cui, materia per materia, ci sono tutte le richieste che la Regione ha presentato al governo per le cosiddette “Materie non Lep”, in pratica i settori dove si può partire subito senza aspettare la definizione dei cosiddetti “Livelli Essenziali delle Prestazioni”. Un documento inedito, rimasto fino ad ora sottotraccia e che, soprattutto, mette nero su bianco le funzioni e le competenze che dovrebbero passare dallo Stato centrale al Veneto e che, per la prima volta, consentono di toccare con mano gli effetti della riforma Calderoli.
L’elenco è dettagliato e, soprattutto, entra a piedi uniti nel perimetro di alcuni ministeri, partire dalla Protezione Civile e degli Esteri. Non a caso, nei giorni scorsi, era toccato proprio al responsabile della Farnesina, Antonio Tajani, far scattare il semaforo rosso sulle materie relative al commercio con l’Estero o ai rapporti internazionali. Proprio quelle che, per la verità, sono in cima alle richieste del governatore Luca Zaia. Ma ecco, capitolo per capitolo, cosa chiede Zaia.

COMMERCIO CON L’ESTERO

Il Veneto vuole avere competenze legislative e amministrative per promuovere le produzioni venete sui mercati esteri e la realizzazione di iniziative promozionali, concludere accordi con le istituzioni e gli organismi nazionali, europei e internazionali “ai fini dell’internazionalizzazione delle imprese regionali, nonché con la grande distribuzione organizzata e con piattaforme E-commerce, attivare azioni di marketing territoriale e di comunicazione strategica, con la realizzazione di campagne pubblicitarie, azioni di comunicazione ed eventi”.

PROTEZIONE CIVILE

E’ uno dei capitoli più delicati. Qui il Governatore chiede “la potestà legislativa e amministrativa con riferimento al potere del Presidente della Giunta regionale di emanare ordinanze, in deroga Ila normativa regionale e statale al verificarsi o nell’imminenza degli eventi calamitosi”. Per la gestione delle emergenze di rilevanza nazionale e nelle relative fasi di ricostruzione, poi, il Commissario delegato è individuato nella persona del Presidente della Giunta regionale o in altra persona dal medesimo indicata, previa intesa con lo Stato”. La Regione chiede anche “l’adozione di direttive e indirizzi propri, anche in deroga all’art. 15 del Codice, per l’esercizio della funzione e lo svolgimento delle attività di protezione civile”.

RAPPORTI CON L’ESTERO

“In materia di rapporti internazionali – si legge nel documento – salva la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di politica estera, come definita dalle leggi statali, sono attribuite alla Regione del Veneto, le competenze legislative e amministrative per la stipula di intese con enti territoriali confinanti di stati esteri, la partecipazione diretta alla fase di preparazione di Accordi che abbiano immediata ricaduta sul territorio regionale con Stati confinanti con il Veneto attraverso frontiere sia terrestri che marittime, l’attuazione di iniziative di cooperazione internazionale allo sviluppo finanziate con fondi regionali senza il previo parere favorevole del Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo istituito presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale”.

Inoltre, nelle materie di propria competenza legislativa, la Regione può chiudere Intese con enti territoriali interni ad altro Stato, dirette a favorire il proprio sviluppo economico, sociale e culturale, nonché dirette a realizzare attività di mero rilievo internazionale, informando dell’avvio della negoziazione la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Affari esteri”. Più poteri anche nei rapporti con l’Unione Europea. Il Veneto vuole partecipare direttamente ai negoziati con Bruxelles sulle materie di competenza regionale o che hanno un impatto sul territorio, nelle procedure di contenzioso e precontenzioso con l’Unione europea “che la riguardano direttamente” e la “partecipazione alla costruzione del quadro strategico nazionale (Accordo di partenariato) delle Politiche di coesione previste dall’Unione europea e definizione della propria strategia pluriennale, in modo autonomo, in coerenza con il quadro strategico nazionale, anche mediante la partecipazione diretta ai tavoli negoziali con la Commissione europea”.

LA FINANZA LOCALE

Decisivi anche i capitoli dedicati alla gestione della finanza locale. In particolare, il Veneto chiede di aver mano libera a livello regionale per modificare “d’intesa con il Consiglio delle Autonomie locali, il concorso dei singoli Enti locali in termini di saldo di bilancio annuale”, di istituire tributi locali, determinare le variazioni delle aliquote o le agevolazioni che comuni, province e città metropolitane possono applicare nell’esercizio della propria autonomia, istituire a favore degli enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e della compartecipazioni regionali. La Regione e lo Stato potranno concordare “un piano pluriennale gli interventi infrastrutturali e gli investimenti necessari allo sviluppo del territorio regionale sulla base delle priorità espresse dalla programmazione regionale ed il relativo finanziamento, tenendo conto delle risorse disponibili. I finanziamenti statali confluiscono in un Fondo regionale per gli investimenti alimentato anche dalle risorse regionali disponibili”.

Inoltre, una volta fissati i Lep, i risparmi di spesa “rispetto al fabbisogno finanziario riconosciuto, rilevati a consuntivo nelle gestioni dei relativi servizi, rimangono nella libera disponibilità del bilancio regionale”. Così come resteranno nei forzieri del Veneto gli incassi della lotta contro l’evasione e all’elusione fiscale relativi ai tributi regionali.

PREVIDENZA INTEGRATIVA E GIUSTIZIA DI PACE

Pieni poteri anche sul funzionamento delle forme collettive di previdenza complementare e integrativa istituite nel territorio regionale. La Regione potrà istituire forme pensionistiche complementari. Sarà attribuito al bilancio del Veneto anche il “gettito dell’imposta sostitutiva sui rendimenti dei fondi pensione”. Attribuita alla Regione anche l’organizzazione della Giustizia di Pace, con il passaggio della competenza “relativa alla distribuzione degli uffici dei giudici di Pace nel territorio regionale, all’individuazione delle sedi, laddove non siano già fornite da altri soggetti pubblici, alla fornitura delle attrezzature e dei servizi necessari per il funzionamento degli uffici e alla gestione dei rapporti di lavoro del personale amministrativo da impiegare e alla assunzione dei relativi oneri economici e finanziari”.

PROFESSIONI

La Regione potrà anche istituire nuovi ordini professionali “purché riguardanti competenze connesse alle caratteristiche specifiche regionali”. Inoltre, potrà dettare “norme in materia di professioni non organizzate ed in materia di professioni come individuate dalla legge statale, con riferimento agli aspetti che presentano carattere prettamente locale ed un collegamento con il territorio”.

BANCHE REGIONALI

“Al fine di promuovere lo sviluppo economico regionale e far fronte alle esigenze e alle peculiarità del relativo sistema imprenditoriale, in armonia con la Costituzione, nel rispetto degli obblighi internazionali, la Regione Veneto – si legge nel documento – ha la potestà di emanare norme legislative in relazione all’ordinamento delle casse di risparmio, delle casse rurali, delle aziende di credito a carattere regionale, nonché degli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale”


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