La Prefettura di Reggio Calabria
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – Due giovani studenti, impossibilitati a frequentare le lezioni perché figli di un testimone di giustizia e a rischio di perdere l’anno scolastico, hanno seguito un programma mirato di formazione che alterna lezioni domiciliari ad attività didattiche a distanza.
E’ la soluzione, resa nota dalla Prefettura di Reggio Calabria, trovata grazie alle sinergie istituzionali che si sono attivate dopo la segnalazione di un sacerdote. Le linee guida operative obbligano all’adozione di rigide misure di sicurezza, per cui gli studi dei due ragazzi erano a rischio.
Dopo la segnalazione ricevuta l’istituto scolastico reggino e l’Ufficio scolastico provinciale, il Servizio centrale di protezione del ministero dell’Interno, la Procura della Repubblica e la Prefettura di Reggio Calabria, hanno avviato un dialogo per individuare le più idonee soluzioni per garantire le esigenze di protezione con quelle del diritto allo studio ed alla formazione.
E’ così che si è giunti alla conclusione di predisporre – «con tutte le cautele del caso» sottolinea la Prefettura – un programma mirato di formazione in sinergia tra Uffici scolastici, Prefettura, Servizio centrale di protezione – Nop, d’intesa con la Procura.
«Si è trattato – è scritto in una nota della Prefettura – di un percorso innovativo, mai sperimentato prima, che ha consentito ai due giovani, affiancati con discrezione e professionalità dal Gruppo speciale del Servizio protezione, di poter fruire di un modulo didattico ‘straordinariò, conseguendo proficuamente il diploma. Un esempio di ‘buone prassì delle pubbliche amministrazioni, in favore di una famiglia a rischio, frutto di un proficuo, intelligente e responsabile dialogo istituzionale».
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