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L’agghiacciante vicenda delle presunte violenze sessuali a una bambina si è conclusa con la condanna del nonno. Per lui anche un nuovo processo in Corte d’Assise in quanto dal primo dibattimento è emerso che le violenze sarebbero avvenute quando la vittima aveva meno di 10 anni. Assolti genitori e nonna
VIBO VALENTIA – La vicenda era stata portata alla luce dalla Squadra Mobile di Vibo nel 2022 a seguito della segnalazione di una maestra e dall’indagine era emersa la gravissima condotta di un nonno nei confronti della nipotina minorenne, oggetto di presunte violenze sessuali durate circa tre anni; ebbene, all’esito del processo sono due le novità: la prima è la condanna del 74enne, residente in un comune della costa vibonese, alla pena di 16 anni e 5 mesi di reclusione; la seconda è che si renderà necessario un nuovo processo per l’imputato in quando dal dibattimento è emerso che gli atti sessuali sarebbero stati perpetrati nei confronti della vittima anche quando questa aveva meno di 10 anni e, pertanto, questa volta il dibattimento si svolgerà per competenza dinnanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro.
In questo primo processo, celebrato davanti al Tribunale di Vibo, oltre al pensionato vi erano anche altre tre persone (padre madre e nonna della piccola), accusate di mancata protezione nei confronti della minore, tutte difese dall’avvocato Caterina De Luca, e tutte assolte sulla scorta dell’intensa attività difensiva svolta dal legale che è riuscita ad escludere ogni responsabilità nei loro confronti, anche sulla circostanza che gli stessi genitori avevano presentato a suo tempo denuncia-querela nei confronti del congiunto.
L’INDAGINE SULLE VIOLENZE SESSUALI DEL NONNO ALLA NIPOTINA PARTITA DOPO LA DENUNCIA DI UNA INSEGNANTE
La vicenda giudiziaria aveva portato, ad aprile 2022, il presunto “nonno orco” ad essere arrestato e portato in carcere dai poliziotti. L’inchiesta era scattata subito dopo la denuncia presentata agli uffici della Squadra Mobile di Vibo Valentia da parte di un’insegnante di una scuola primaria del Vibonese. Era stata lei a capire per prima cosa stava avvenendo tra le mura domestiche: presunti abusi e violenze sessuali perpetrati nei confronti della piccola che oggi ha tredici anni da parte del nonno.
Ad insospettire la docente il comportamento anomalo della bimba che tendeva ad isolarsi dal contesto scolastico apparendo spesso triste. A lei, la piccola aveva finito per confidare tutto quello che stava vivendo. Episodi raccontati soltanto in parte alla mamma la quale avrebbe temuto gravi conseguenze in ambito familiare.
La Procura di Vibo Valentia guidata dal dott. Camillo Falvo, aveva ricostruito le presunte violenze: dalla palpazione dei genitali alla frequente masturbazione impostale dal nonno, che l’avrebbe obbligata a toccarlo, fino allo stupro vero e proprio. Episodi che in alcuni casi si sarebbero verificati alla presenza delle due sorelle minori. A comprovare la veridicità del racconto della vittima anche dei video allegati agli atti dell’inchiesta coordinata dal Sostituto Cecilia Rebecchi nei quali si vedeva l’uomo in atti di autoerotismo davanti la nipote, e un un’altra occasione, anche in presenza delle sorelle di quest’ultima.
La bimba avrebbe, tra l’altro, provato a confidare quanto stava avvenendo al papà e alla nonna paterna senza tuttavia essere creduta. Gli inquirenti hanno anche sentito a sommarie informazioni la madre della bimba che ha rivelato di aver affrontato il suocero il quale tuttavia aveva negato gli abusi. Anche loro erano finiti nell’indagine e poi a dibattimento ma ne sono usciti assolti.
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