La spedizione punitiva
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Ecco perché regge in Appello la tesi del tentato omicidio di Davide Ferrerio a Crotone: «Estrema professionalità nell’uso della violenza». La sentenza stride però col rito abbreviato
CROTONE – «L’imputato pose in essere una condotta oggettivamente finalizzata a determinare alternativamente la morte o processi lesivi gravissimi alla vittima…». Dimostrando «estrema professionalità nell’uso della violenza a mani nude». La Corte d’Appello di Catanzaro ha depositato le motivazioni della sentenza con cui, tre mesi fa, ha quasi dimezzato, da 20 anni e 4 mesi di reclusione a 12 anni e 8 mesi, la condanna per Nicolò Passalacqua. Il 24enne è imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese Davide Ferrerio. Il giovane ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita nell’agosto 2022 a Crotone a causa di un clamoroso errore di persona. Al vaglio dei giudici d’appello è caduta l’aggravante della minorata difesa. Resta in piedi, però, l’accusa di tentato omicidio, riqualificata in lesioni gravissime dal Tribunale penale di Crotone nel filone processuale del rito ordinario.
UNICO PUGNO
Per la Corte presieduta da Giancarlo Bianchi la condotta dell’aggressore va valutata complessivamente, in quanto la ginocchiata allo sterno appare preparatoria di colpi successivi al fine di paralizzare la reazione della vittima. Il fatto che abbia sferrato un unico pugno, secondo i giudici, è dovuto al fatto che Ferrerio «si afflosciò nell’immediato dopo essere stato raggiunto dal colpo, perché privo di sensi» e cadde a terra sbattendo violentemente il capo al suolo. Essendo la vittima a terra e immobile, insomma, non c’era bisogno di infierire e «diventava impossibile proseguire con altri pugni».
CROTONE, TENTATO OMICIDIO FERRERIO. PASSALACQUA CONSAPEVOLE
Secondo la Corte, Passalacqua, nonostante fosse «consapevole del brutto colpo e delle probabili lesioni che Davide aveva riportato e della gravità delle conseguenze… Scelse di allontanarsi velocemente» dal luogo dell’aggressione insieme agli altri autori della spedizione punitiva. I giudici valorizzano le chat in cui l’imputato affermava di essere andato “in bestia” e voleva proteggere la ragazza che riteneva sua fidanzata da un misterioso corteggiatore, che non era certo Ferrerio. I giudici rilevano anche se non l’avessero soccorso Ferrerio sarebbe morto sul posto, non per una casualità e non per la preesistente patologia ossea.
LA SENTENZA
Restano in piedi anche in Appello la condanna al risarcimento di un milione e 305mila euro in favore di Davide e le provvisionali immediatamente esecutive di 200mila euro ciascuno in favore dei suoi familiari, più la condanna al risarcimento del danno morale da quantificare in separata sede. La pg Raffaela Sforza aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Richiesta a cui si erano associate le parti civili, rappresentate dagli avvocati Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni.
LA DIFESA
L’avvocato Salvatore Iannone, difensore di Passalacqua, aveva chiesto una pena congrua ma sollecitando la derubricazione da tentato omicidio a lesioni gravi. Negando che sia mai stato utilizzato un tirapugni e riconducendo i traumi riportati dalla vittima al fatto che sia caduto battendo la testa sul marciapiedi. Il difensore ha fatto leva sulla sentenza del Tribunale penale di Crotone (allora ancora non motivata) che ha condannato a 8 anni di reclusione la presunta istigatrice della spedizione punitiva (e ha assolto coimputato rumeno Andrej Gaju) riqualificando l’originaria imputazione di tentato omicidio in lesioni gravissime.
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L’avvocato Iannone ha ricondotto buona parte del suo ragionamento alle conclusioni a cui è giunto il professor Francesco Introna. Il consulente nominato dal presidente del Tribunale pitagorico ha sostenuto che grazie a un video “migliorato” si può desumere che la vittima non fu colpita con due pugni, come si riteneva prima, di cui uno al cranio, ma soltanto con uno sferrato alla regione frontale. E che sarebbe stato l’impatto col cranio al suolo ad essere letale a causa della fragilità ossea di Davide, affetto da osteogenesi imperfetta, una patologia rara.
CROTONE, LA PERIZIA CHE METTE IN DISCUSSIONE IL TENTATO OMICIDIO DI DAVIDE FERRERIO
La stessa consulenza è stata versata nel processo d’appello e viene valorizzata in sentenza e compatibile con la sequenza filmata dagli impianti di videosorveglianza. La ricostruzione avvalorata dai giudici è fondata su un iniziale inseguimento da parte di Passalacqua che raggiunge Ferrerio e afferra da dietro la vittima, facendola roteare di 180 gradi per colpirla con una ginocchiata e con un pugno che determinò la perdita dei sensi. «L’attivazione di un processo causale lesivo gravissimo e voluto», osservano i giudici.
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