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Roma, 5 ott. (askanews) – Il Verein Düsseldorf Palermo e.V. compie undici anni di attività, e li celebra con una grande mostra collettiva che riunisce undici artiste e artisti che hanno segnato le tracce del suo percorso, delineando anche le nuove direzioni del futuro, nell’ottica di promozione e sostegno dell’arte contemporanea in tutte le sue forme.

ELF- Le mostre di Düsseldorf, questo il titolo dell’esposizione che inaugura sabato 26 ottobre alle ore 18 negli spazi dell’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali alla Zisa, ex Officine Ducrot, Palermo (e fino al 7 dicembre), presenta i lavori di Dimitri Agnello, Stefania Artusi, Giuseppe Borgia, Stefano Cumia, Francesco De Grandi, Daniele Franzella, Adriano La Licata, Gabriele Massaro, Francesca Polizzi, Francesco Romano e Giulia Sofi.

11 artiste e artisti di diverse generazioni e provenienti da diversi ambiti delle arti visive, in una miscela originale e sorprendente dei diversi linguaggi, accomunati dal rapporto con la scena artistica renana con cui si sono confrontati sin dal 2014, grazie ai programmi di scambi e residenza del Verein, in un legame continuo tra le due città di Palermo e Düsseldorf gemellate dal 2015.

Un rapporto che emerge dai lavori in mostra, nei quali si nota uno sperimentalismo di modalità tecniche ed estetiche derivanti dalle diverse esperienze artistiche, come per esempio nei trompe-l’œil di Francesco De Grandi nella mostra presso il Malkasten di Düsseldorf; nel viaggio ucronico nelle opere scultoree di Daniele Franzella in “Chronik der Stadt Ur” o nella ricerca tecnica sul materiale della lana nella mostra “Wir sind die Tiere” di Francesca Polizzi, o in quella sonora nella mostra” Das Gespräch mit denen, die fischen gehen” di Giulia Sofi, per citarne solo alcuni.

Ma non solo. Perché sin dalla sua fondazione, il Verein è stato al centro di importanti processi creativi di produzione e scambio non soltanto tra enti privati ma anche con diverse istituzioni pubbliche e private tra le quali musei, fondazioni e istituzioni. Su questa scia alcuni degli artisti in mostra sono stati scelti da giurie esterne al Verein come nel caso di Stefania Artusi, Francesco Romano e Stefano Cumia, selezionati dal Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Palazzo Belmonte Riso, con cui il progetto di residenza si è inaugurato, o di Daniele Franzella e Dimitri Agnello, selezionati a seguito del Premio FAM Giovani per le Arti Visive organizzato negli spazi delle ex Fabbriche Chiaramontane di Agrigento. Gli altri sei artisti, Francesco De Grandi, Francesca Polizzi, Adriano La Licata, Giulia Sofi, Gabriele Massaro e Giuseppe Borgia sono stati invece scelti da una giuria interna al Verein stesso.

Il leit motiv della collettiva, è ispirato al film del grande Fritz Lang, del 1931 “M., eine Stadt sucht einen Mörder”, (traduzione letterale M., una città cerca un assassino), tradotto in italiano con M. il mostro di Düsseldorf, destando per la prima volta in Italia l’attenzione verso la città renana come del capolavoro di Fritz Lang, ma anche, erroneamente, come teatro di abominevoli crimini.

Come spiegano i curatori infatti nel 1931, a pochi anni dall’avvento del sonoro nel cinema, Fritz Lang, regista già noto per i capolavori come Dr. Mabuse, I Nibelunghi, der Spion, si cimenta con un film capace di condensare le esperienze visionarie del cinema espressionista, il documentarismo dei Kammerspiel e lo sperimentalismo sonoro. Si tratta di “M., eine Stadt sucht einen Mörder”, (traduzione letterale M., una città cerca un assassino). Il film è ambientato a Berlino, in cui le bande criminali si riuniscono alla ricerca di un assassino di bambine che la polizia non riesce a trovare. La M. è del titolo rivela un grafema, un segno visuale, che apre a diverse interpretazioni, il Mörder (assassino), ma anche il Monster o il maligne. In Italia (ma anche in Brasile e in Spagna) al film viene attribuito un titolo che non rispecchia l’originale, M. il mostro di Düsseldorf, utilizzando la notorietà di un serial killer degli anni’30 attivo negli anni di produzione del film nella città renana. Una sovrainterpretazione o un adattamento traduttivo che in Italia impone per la prima volta la città di Düsseldorf come teatro di abominevoli crimini ma anche, erroneamente, del capolavoro di Fritz Lang. Il titolo della mostra all’Haus der Kunst si basa sul film del 1931 per due aspetti in particolare, la capacità di riunire caratteri e motivi artistici diversi e l’esito di una dislocazione immaginaria e reale allo stesso tempo. “ELF, le mostre di Düsseldorf “è una mostra positionell, che presenta le differenti posizioni degli undici artisti che dal 2014 hanno svolto le residenze e, a conclusione di queste, esposto le proprie opere nella città Düsseldorf con il sostegno del Verein Düsseldorf Palermo e. V. e all’interno del programma di gemellaggio tra le città di Palermo e di Düsseldorf.

ELF – LE MOSTRE DI DÜSSELDORF è realizzata con il sostegno di Landeshauptstadt Düsseldorf e Kulturamt Düsseldorf e sarà aperta fino al 7 dicembre 2024 dal lunedì al sabato.

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