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La Ministra Roccella, padrona di casa della tre giorni del G7 sulle Pari Opportunità

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Tre giorni di lavori a Matera per il G7 sulle pari opportunità a difesa dei diritti delle donne dentro e fuori le mura domestiche. Nel documento finale anche la ferma condanna degli stupri di guerra e parità nello sport


Alle violenze psicologiche, fisiche, civili, economiche che ogni giorno si abbattono sulle donne nel mondo, si aggiungono in modo ormai sistematico, quelle che in guerra scelgono lo stupro come arma contro le popolazioni. È uno degli elementi di condanna contenuti nel documenti finale emerso dalla tre giorni del G7 delle Pari Opportunità che si chiude oggi a Matera.

LA LOTTA ALLA VIOLENZA E L’EMPOWERMENT FEMMINILE

Un anno fa, il 7 ottobre, il più feroce atto di violenza in Israele, per mano di Hamas i cui effetti pesano ancora sulle famiglie degli ostaggi. Un simbolo del male che i componenti del G7 hanno tenuto a condannare ufficialmente insieme a ogni forma di sopruso verso le donne, in ogni parte del mondo. La sintesi dei lavori che hanno impegnato delegati e ministri provenienti da Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, oltre alla delegazione dell’Unione Europea e a rappresentanti africani, è stata illustrata ieri dalla ministra italiana: «Il documento conclusivo ha riaffermato concetti ormai consolidati come i due temi scelti, la lotta alla violenza contro le donne e l’emporwement femminile – ha spiegato – sono strettamente collegati». Fondamentale, ha sottolineato ancora «L’autonomia economica delle donne attraverso il lavoro e la scelta di essere madri senza dover rinunciare alla realizzazione professionale».

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LA FERMA CONDANNA DEGLI STUPRI DI GUERRA

Il confronto aperto con gli altri Paesi del mondo ha condotto a una ulteriore, severa condanna nei confronti della violenza nei conflitti armati. «Parlo degli stupri di guerra – ha aggiunto il ministro – come quelli perpetrati in Ucraina ma anche quelli più duri e feroci avvenuti il 7 ottobre scorso da parte di Hamas in Israele e tutti quelli che avvengono nelle guerre in tutto il mondo. Quello che è avvenuto in Israele ha prodotto una escalation, con caratteristiche diverse che possiamo definire il primo caso di femminicidio di massa». In tema di strumenti di contrasto, la ministra ha poi chiarito: «Servono strumenti internazionali per rilevare la violenza contro le donne e condannarle. Pilastri sono la prevenzione, la repressione e la protezione delle vittime a cui si aggiunge la direttiva europea appena approvata dopo una lunga elaborazione».

IL LAVORO E LA VIOLENZA ECONOMICA

Tanti i temi che il documento finale contiene da cui non sono esclusi quelli legati al lavoro, alla salute, al lavoro di cura, in continuità con quanto previsto dagli altri G7 che il prossimo anno passa alla presidenza canadese.
Il tema economico resta centrale e diventa strategico.
«La violenza economica è ancora poco considerata – ha aggiunto la ministra – mentre è profondamente legata alla possibilità di uscire da situazioni di violenza, riprendendo in mano la propria vita».

EQUITA’ NELLO SPORT

Dai lavori di Matera, inoltre, è emerso uno dei passaggi che il ministro giudica più innovativo «Sull’equità dello sport: dall’accesso alle differenze fra uomini e donne, dai premi assegnati fino all’ingiustizia consumata sul piano dell’identità nelle gare come si è visto nel dibattito aperto su alcuni casi, affrontati anche perché l’8 ottobre le Nazioni Unite pubblicheranno un Rapporto sulla violenza contro le donne che focalizza l’attenzione su questo tema».
Un paragrafo del documento finale, chiarisce bene la posizione dei Paesi: «Assicuriamo uguali opportunità per le donne e le ragazze nelle attività sportive in tutte le aree, nell’accesso, nel training, nel coaching, nella competizione, nella remunerazione e vogliamo riconoscere l’importanza delle competizioni sportive per tutte le donne e le ragazze basate su trasparenti, scientificamente rilevanti standard condivisi per evitare ogni discriminazione e avanzare nelle uguaglianze di genere».

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