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Martino Tarasi

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Imprenditori e commercialisti del Nord a lezione di false fatture dal nipote del boss Arena, la Dda di Brescia chiede 38 condanne per la cosca


ISOLA CAPO RIZZUTO – La pm antimafia di Brescia Claudia Moregola ha chiesto 38 condanne e una sola assoluzione nel procedimento che due anni fa portò a una maxi retata tra Calabria e Lombardia per un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro e fece luce su una presunta organizzazione criminale di cui avrebbero fatto parte, oltre a esponenti della cosca Arena, anche imprenditori e commercialisti del Nord.

La pena più alta, a 18 anni di reclusione, è stata chiesta per Martino Tarasi, nipote del boss Nicola Arena, deceduto qualche anno fa. Associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività della nota cosca ‘ndranghetistica del Crotonese, con attività di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari le accuse ipotizzate. I professionisti contabili, in particolare, avrebbero ideato e messo in atto modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Imprenditori e commercialisti del Nord, secondo la ricostruzione della pm Claudia Moregola, andavano a lezione di false fatturazioni dal nipote del boss. È quella parte di Nord a cui i soldi sporchi, i soldi facili, i soldi della mafia non fanno schifo.

LA COSCA ARENA E LE LEZIONI DI FALSE FATTURAZIONI A IMPREDITORI E COMMERCIALISTI DEL NORD

È un’intercettazione da manuale quella eseguita da finanzieri e carabinieri di Bergamo mentre, ignaro di essere captato, nel gennaio 2020, il nipote del patriarca del clan e presunto capo dell’organizzazione criminale spiegava quanto rendeva un giro vorticoso di fatturazioni per operazioni inesistenti. Non serve trovarsi un’occupazione reale. Tarasi in quest’attività illecita era impegnato sistematicamente da almeno un paio d’anni, con «modalità standardizzate e professionali», è detto nelle carte dell’inchiesta.

«La cosa meglio è quando non ho lavorato… solo fatture, solo fatture, solo fatture dalla mattina alla sera… non le devi fare a nome tuo, mio, mai…avevo due, tre ragazzi con due, tre aziende e nemmeno un operaio… loro fatturavano a ‘sti clienti, i clienti gli facevano il bonifico, loro li toglievano e io glieli riportavo in contanti e mi tenevo il 10, il 15, il 12 per cento, l’Iva, dipende». Gli imputati, ai quali sarebbero riconducibili sette società cartiere, confidavano nell’assenza di controlli delle forze dell’ordine a fronte di ricavi ingenti. Una sfilata di imprenditori del Nord chiedeva consulenza alla ‘ndrangheta e ci faceva “affari”, secondo l’accusa. Tarasi sghignazzava e imitava la cadenza a cantilena tipica dei veneti, mentre illustrava ai suoi interlocutori come funzionava il sistema.

«C’era un vecchietto di Verona che mi chiamava sempre… 75 anni, veronese proprio, ancora mi chiama ogni tanto… “quando vieni”? Quando vengo? Arrivavo subito e ci facevo la fattura… c’era una ragazzina, la ragioniera, che faceva il bonifico, glieli facevo togliere e glieli portavo». A organizzare frodi fiscali era così bravo, Tarasi, che perfino un commercialista del Nord gli chiedeva lumi.

NIENTE CONTROLLI ALLE POSTE

Al Nord non fanno schifo i soldi sporchi ma non ci sono manco controlli, per esempio alle Poste, in occasione dei prelievi che la cricca esegue per monetizzare le Foi.  Spettacolari, poi, le intercettazioni all’ufficio postale di Isola Capo Rizzuto dove il nipote del boss offriva caffè a tutti i dipendenti appena entrava. Tra gli imputati il direttore, Salvatore Rocca, di San Mauro Marchesato, da poco in pensione, che ha scelto il rito ordinario (in tutto gli imputati sono 62), ma all’epoca dei fatti contestati era il dominus della filiale di Isola. Rocca, però, agli arresti (poi revocati) non è mica finito per i caffè.

È accusato di associazione a delinquere finalizzata a fatturazioni per operazioni inesistenti con l’aggravante mafiosa e di favoreggiamento poiché, in plurime circostanze, avrebbe consentito prelievi di somme cospicue senza segnalare operazioni sospette. Ma il direttore sarebbe stato anche a disposizione delle esigenze del sodalizio criminoso per garantirne l’impunità per i reati fiscali e le intestazioni fittizie. I prelievi erano anche negli uffici postali del circondario. Nelle intercettazioni si parla delle Poste di Crotone, Le Castella, Botricello, Cropani Marina, non solo di Isola: in un caso nell’arco di una sola giornata sarebbero stati fatti numerosi prelievi, per un importo complessivo di un milione e 800mila euro.

LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, maxi richiesta dei pm per il fatturificio degli Arena al Nord – Il Quotidiano del Sud

LE RICHIESTE DI CONDANNA DELLA DDA DI BRESCIA NEI CONFRONTI DEI PRESUNTI ESPONENTI DELLA COSCA ARENA ATTIVI AL NORD

Ecco, nel dettaglio, le richieste della Dda di Brescia.

  1. Domenica Apa (44), di Strongoli: 1 anno e 4 mesi;
  2. Antonella Arena (32), di Isola Capo Rizzuto: 6 anni;
  3. Salvatore Arena (44), di Isola: 6 anni e 8 mesi; .
  4. Antonio Astorino (49), di Isola: 10 anni e 8 mesi;
  5. Carmine Astorino (51), di Isola: 2 anni e 8 mesi;
  6. Salvatore Pietro Astorino (25), di Isola: 4 anni;
  7. Mirko Borini (49), di Fiesso Umbertiano (RO): 1 anno;
  8. Carmela Brasacchio (46), di Strongoli: 4 anni;
  9. Giuseppe Brasacchio (48), di Strongoli: 1 anno;
  10. Nicola Brasacchio (62), di Strongoli: 5 anni e 4 mesi;
  11. Claudia Buratti (56), di Casorate Primo (PV): 1 anno e 4 mesi;  
  12. Michelangelo Lorenzo Caminneci (55), di Giussago (PV): 5 anni e 4 mesi;
  13. Salvatore Cappa (56), di Cutro: assoluzione;
  14. Antonio Ciccone (68), di Milano: 1 anno e 4 mesi;
  15. Orlando Demasi (49), di Motta Visconti (MI): 4 anni;
  16. Vincenzo De Masi (51), di Motta Visconti (MI): 3 anni;
  17. Giuseppe Geraldi (37), di Isola: 9 anni e 4 mesi;
  18. Francesco Giordano (52), di Isola: 2 anni;
  19. Maria Greca Iannone (45), di Isola: 2 anni e 8 mesi;
  20. Luca Litta (38), di Motta Visconti (MI): 3 anni e 6 mesi;
  21. Salvatore Matteo (22), di Crotone: 2 anni e 8 mesi;
  22. Mario Notaro (68), di Vigevano (PV): 1 anno e 2 mesi;
  23. Giuseppe Papaleo (55), di Isola: 8 anni;
  24. Santo Claudio Papaleo (36), di Isola: 7 anni e 4 mesi;
  25. Gregorio Riillo (37), di Isola: 1 anno e 8 mesi;
  26. Rosario Scumaci (40), di Catanzaro: 5 anni e 4 mesi;
  27. Alberto Tarasi (28), di Isola: 6 anni e 8 mesi;
  28. Luigi Tarasi (61), di Isola: 2 anni e 8 mesi;
  29. Martino Tarasi (36), di Isola: 18 anni;
  30. Giovanni Tonarelli (58), di Casorate Primo (PV): 8 anni;
  31. Ottavia Tonarelli (37), di Milano: 2 anni;
  32. Antonio Vasapollo (38), di Isola: 7 anni e 4 mesi;
  33. Vincenzo Verterame (34), di Isola: 6 anni e 4 mesi;
  34. Antonio Villirillo (56), di Crotone: 3 anni;
  35. Rocco Villirillo (29), di Crotone: 5 anni e 8 mesi;
  36. Giuseppe Vittimberga (25), di Isola: 1 anno e 6 mesi;
  37. Ilaria Vittimberga (30), di Isola: 1 anno e 6 mesi;  
  38. Lucia Vittimberga (47), di Isola: 1 anno e 6 mesi;
  39. Luigi Vrenna (52), di Crotone: 3 anni e 4 mesi.

LA DIFESA

Spazio alla difesa nelle prossime udienza, Interverranno gli avvocati Giuseppe Gervasi, Anna Marziano, Pino Napoli, Tiziano Saporito, Vincenzo Sorgiovanni, Luigi Villirilli, Gregorio Viscomi e altri.

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