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Roma, 25 set. (askanews) – Il ‘campo largo non regge la prova della Rai, l’unità delle opposizioni che si era realizzata ad agosto salta alla vigilia del voto del Parlamento per il rinnovo del Cda di viale Mazzini, nonostante giorni di colloqui, telefonate e incontri tra i leader per cercare di trovare una linea comune. Il Pd non parteciperà al voto, la linea l’ha illustrata proprio la segretaria Elly Schlein ai parlamentari, con parole che non lasciano dubbi e che segnalano anche lo stato di rapporti nel centrosinistra: “Siamo coerenti con le cose che diciamo e non siamo disponibili a farci tirare per la giacca. Non c’è ragione di rinnovare il cda, visto che già controllano la Rai. Sono altri – ha aggiunto – che devono rispondere di aver cambiato posizione”.
Una linea che era chiara da giorni, anche se gli alleati e persino nel Pd molti ritenevano poco opportuna una scelta ‘aventiniana, sostenendo che di fatto si lascerebbe campo libero alla destra e si metterebbe agli atti la rottura del centrosinistra. I leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno provato più volte a suggerire una possibile mediazione: incassare l’impegno ad avviare la riforma della Rai e trattare su un presidente di garanzia, contando sul fatto che Simona Agnes non avrà i 2/3 necessari in commissione di Vigilanza per essere ratificata.
I contatti però non hanno prodotto il risultato sperato da molti e persino i più dubbiosi sulla linea del ‘non voto si sono rassegnati oggi pomeriggio quando, durante l’incontro tra la Schlein e i parlamentari della Vigilanza, sono uscite le dichiarazioni di Bonelli e Fratoianni che annunciavano l’intenzione di votare domani. “Così diventa difficile”, è stato il commento di molti. Tanto che la proposta della Schlein in assemblea è passata all’unanimità. Anche i contatti con Giuseppe Conte non hanno portato a novità. Solo Iv, a quanto si apprende, seguirà il Pd nella scelta di non partecipare al voto.
“La destra in Vigilanza – dice Schlein ai cronisti al termine dell’assemblea serale dei gruppi parlamentari – ha dichiarato che votano questo cda perché duri tre anni. Il che significa che, al di là dei vuoi proclami, stanno rimandando la riforma necessaria al duemila e mai”.
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