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Roma, 25 set. (askanews) – Per UniCredit al momento la manovra su Commerzbank è solo “un investimento”, non intende chiedere rappresentanti nel Consiglio di amministrazione e l’ipotesi di procedere a qualcosa di “più grande” presuppone un accordo con la banca tedesca. E dopo gli irrigidimenti sempre più espliciti mostrati dal governo della Germania, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel si dice pronto a dialogare con tutti.

Con due colpi relativamente ravvicinati nel corso di settembre, la banca italiana è balzata al 21% del capitale di Commerzbank, diventandone primo azionista. Ma “Commerzbank al momento è un investimento e niente altro. Non c’è un’offerta, Unicredit è un investitore”, ha affermato Orcel durante una sessione ad una conferenza organizzata dalla Bank of America (29th Annual Financials CEO Conference).

Guardando avanti il manager vede tre possibilità: la prima “è restare come stiamo, sperando che si realizzi il valore inespresso che riteniamo ci sia”, ha spiegato. “Dato che possiamo innescare un’accelerazione questa è una possibilità”.

“La seconda ipotesi è che in questo percorso troviamo un modo per fare qualcosa insieme di più grande, ma entrambe le parti – ha sottolineato – devono essere d’accordo”. E in questo caso si partirebbe dal modello di efficientamento che è stato portato avanti con Hvb.

“La terza opzione è che possiamo vendere. Abbiamo preso un po’ di capitale che aspettava di essere distribuito (agli azionisti) – ha detto – e abbiamo cercato di farci qualcosa più grande. Se non si può, tornerà nel nostro capitale lo ridaremo agli investitori. Questo è molto importante, che la gente capisca che non c’è uno scenario predominante qui”.

Al momento, Unicredit non intende comunque chiedere rappresentanti nel Cda. “Siamo un investitore. E in questa fase non penso che sarebbe appropriato, perché siamo competitori”. Invece Unicredit è pronta a riaprire il dialogo con il governo tedesco e in generale con tutti i portatori di interessi e gli investitori su Commerzbank. Orcel ha ribadito che prima di effettuare la sua mossa, la banca aveva dialogato con tutti gli azionisti, incluso lo Stato federale tedesco quindi.

E che proprio a seguito di queste discussioni “quando siamo stati invitati” a partecipare alla procedura per la cessione di una quota pubblica “abbiamo pensato che quella fosse una normale conseguenza di quel processo”, ha spiegato.

Lo scorso 11 settembre la banca ha annunciato di essersi aggiudicata il 9% del capitale, anche rilevando una quota detenuta dallo Stato durante una procedura ad hoc. Berlino ha mantenuto un 12% del capitale e deciso di bloccare sine die la cessione di altre quote. Nonostante ciò, meno di due settimane dopo UniCredit è ulteriormente balzata al 21%, sottoscrivendo una serie di strumenti finanziari, e ha chiesto alla vigilanza bancaria della Bce l’autorizzazione a salire fino al 29,9%, soglia oltre la quale scatterebbe l’obbligo di offerta pubblica.

Già dopo la prima mossa in Germania si erano visto allarmi e nervosismi da politici e sindacalisti, che avevano spinto il governo a cercare di distanziarsi dalla vicenda. Ma dopo il secondo blitz la linea è diventata anche più esplicita. Il cancelliere Olaf Scholz ha affermato che l’esecutivo era contrario a operazioni ostili. E Commerzbank, per parte sua, si è espressa negativamente sulla manovra.

“Ho già spiegato che qualunque banca faccia una mossa di questo tipo ha la tendenza ad andare da tutti gli stakeholder rilevanti – ha rimarcato Orcel -. E non solo una volta, ma più di una volta”.

Negli ultimissimi giorni sono giunte dichiarazioni con sfumature diverse sul caso, in particolare dal ministro delle Finanze, Christian Lindner, secondo cui lo Stato deve uscire dal capitale.

A UniCredit “siamo molto disponibili a riaprire questi dialoghi e avere dialoghi aperti con tutti gli stakeholder – ha proseguito Orcel -. Siamo tutti interessati al miglior interesse di Commerzbank, su cui a questo punto abbiamo 3,5 miliardi investiti. Quindi siamo propensi ad assicurare che faccia bene. E crediamo veramente nei nostri principi, sul fatto che bisogna trovare un punto di equilibrio tra azionisti, dipendenti e stakeholder. E non puoi farlo se non hai il supporto degli stakeholder. Qualunque strada in avanti – ha concluso – richiede dialogo continuo e un dialogo migliore”.

A metà seduta le azioni UniCredit si attestano al pià 1,56% a 37,84 euro, mentre Commerzbank segna un meno 0,13% a 15,15 euro. (fonte immagine: UniCredit)

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