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Nel giorno in cui ricorrono i 20 anni dal mega concerto di Vasco Rossi a Catanzaro e il cantante modenese non ha fatto passare sotto silenzio la ricorrenza esaltando quel giorno sui propri social


Memorabile: quattrocentomila cuori palpitanti sotto la pioggia che ti sembrava di sentirne il battito. Gli sguardi sopra le colline erano tutti nella stessa direzione: il palcoscenico. Su quel palco a Catanzaro, quella notte c’era Vasco Rossi. Venti anni fa: 25 settembre 2004. In molti pensarono: «Caspita ma questa è la “Woodstock del Sud”!». Vasco la ribattezzò “Vascstock” come si ricorda anche oggi nel ventennale sui suoi profili social commentando così quel live indimenticabile: “L’evento più iconico di sempre” . E ancora: “Un concerto incredibile, superbagnato e supervissuto!” . A corredo dell’amarcord ancora foto e video di quell’incredibile 25 settembre. Chi c’era lo conserva tra i ricordi più belli. A cominciare da quella specie di marcia verso il luogo del concerto facendo il conto alla rovescia per l’inizio del live. Una moltitudine colorata era arrivata da ogni dove con largo anticipo.

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Il sole stava quasi per tramontare sulla strada che portava al raduno, la stessa che dal quartiere marinaro porta al centro storico di Catanzaro. In mezzo Germaneto. Gli accessi ai campi erano stati presi d’assalto dalle auto già parcheggiate. “Vita spericolata” , Albachiara” , “Gli spari sopra”… erano questi i nomi dati a quelle aree di sosta. Trenta in totale. C’era da percorrere qualche chilometro a piedi e la pioggia sembrava davvero l’ultima cosa che potesse arrivare in quel posto che fino a qualche giorno prima era solo colline, prato, un distributore di benzina o poco più. Vasco arrivò in elicottero come quegli uccelli liberi di volare e di planare.

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Poi fu un delirio di musica, di storie, di sguardi, di sorrisi, di lacrime e di pioggia. Perché la pioggia arrivò, altroché se arrivò! Tanta pioggia proprio come era accaduto a Woodstock. Ripararsi dall’acqua scrosciante era decisamente poco rock: chi provava ad aprire l’ombrello veniva subito invitato a chiuderlo per non coprire la visuale. Due ore e oltre di canzoni: Un senso, Bollicine, Vivere, Sally e un’Albachiara memorabile come quella notte sotto la pioggia.

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