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Lo Stretto visto da Forte Siacci (foto di Marco Introini)

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Al via la Biennale dello Stretto: sessione inaugurale dal 18 al 22 settembre. Tra talk architettura e fotografia


LA promessa è stata mantenuta, la Biennale dello Stretto sta per tornare con il suo secondo appuntamento dopo la prima edizione del 2022 della quale conserverà la medesima missione: consolidarsi come centro di attività continua, ricerca e dialogo con un ampio programma di indagini e approfondimenti progettuali sul territorio del Mediterraneo.
Il secondo capitolo della Mostra internazionale, sviluppata da un progetto culturale ideato dall’architetto Alfonso Femia – Mediterranei Invisibili – torna ad indagare in modo critico e propositivo il tema del territorio e del Mediterraneo attraverso talk, dibattiti e mostre che avranno luogo tra la Calabria e la Sicilia, precisamente a Campo Calabro, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina, in tre appuntamenti.

La fitta sessione inaugurale avrà luogo dal 18 al 22 settembre con un programma di conversazioni d’arte, architettura, cinema, fotografia, paesaggio e antropologia; le altre due sessioni saranno il 18 e il 19 ottobre e il 13 e 14 dicembre. Polo espositivo permanente della Biennale sarà il Forte Siacci di Campo Calabro, la più grande delle fortificazioni umbertine dello Stretto insieme al suo gemello messinese. Lo spazio storico è offerto dal sindaco Alessandro Rocco Repaci per ospitare la mostra dei progetti esito della raccolta di contributi attivati attraverso la “call to action” internazionale rivolta ad architetti, designer, antropologi e artisti under 35. Il contest quest’anno si svilupperà sul tema “Abitare in un altro mo(n)do. Nomadismo e via vai” e i vincitori verranno premiati il 19 settembre in Piazza Paolo Orsi, presso il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.

DUE I MACRO TEMI DELLA BIENNALE DELLO STRETTO

I due macro-temi della Biennale 2024 saranno, invece, “Le tre linee d’acqua” e “Le città del futuro”. Il primo rappresenta di per sé una scelta in controtendenza poiché, nell’ottica di rifiutare l’usa e getta degli argomenti, ripropone un tema già al centro della prima edizione. La novità, invece, sarà rappresentata dall’esplorazione del futuro urbano declinato attraverso i capisaldi dello spazio pubblico, della mobilità e delle infrastrutture, ma anche attraverso l’attenzione all’abitare e alla cura nonché alla scuola e ai baricentri culturali delle città.

Intorno a queste due idee si susseguirà una batteria di momenti di cui è difficile offrire un’idea reale tanta è la ricchezza degli eventi previsti per ogni giornata. Non mancherà il puro intrattenimento, la musica sarà, infatti, protagonista di ogni serata; mentre il 19 settembre avrà luogo l’evento artistico “Linee e ponti di luce”, proiezione temporanea di raggi rettilinei luminosi tra Villa San Giovanni e Messina per riflettere sul rapporto tra unione e separazione, vicino e lontano.
Decine saranno le stanze del Forte Siacci occupate dalle installazioni artistiche che avranno il compito di presentare l’architettura quale cuore pulsante della mostra e baricentro delle città del futuro. Si legge a tal proposito nelle presentazione della Biennale: «L’architettura ha un compito enorme, possiede le potenzialità di favorire occasioni di aggregazione contro quelle di segregazione e di creare scenari per le comunità».

IL MEDITERRANEO E LE SUE CONNESSIONI

«La Biennale sarà un laboratorio stimolante in cui confluiranno progetti e pensieri a raggio allargato», spiega Alfonso Femia. Il raggio che la manifestazione intende raggiungere è quello del Mediterraneo. Le connessioni tra le sue tre rive (africana, mediorientale ed europea) troveranno proprio nella manifestazione «l’humus per condividere le differenze e generare uno scambio umano», spiegano gli organizzatori che precisano così l’intenzione di uscire da una logica eurocentrica. In quest’ottica la Biennale diventerà anche “diffusa”: con un percorso itinerante che vedrà le prossime tappe a Badolato, Parigi e Palermo. La prima, tuttavia, sarà sullo Stretto, per rinnovare l’unicità orizzontante e verticale di questo luogo.

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