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REGGIO CALABRIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito un “Mandato di Arresto Europeo” emesso dal Tribunale di Arad (Romania) nei confronti di un cittadino rumeno nato nel 1953. In particolare, secondo quanto evidenziato durante le indagini, l’uomo è stato sottoposto a controllo da una pattuglia del Nucleo di Polizia Tributaria/Gico mentre si trovava nella città di Reggio Calabria, è risultato dalla consultazione della banca dati “Schengen” in uso alle Forze di Polizia, essere ricercato dal 2014 poiché destinatario di mandato di arresto europeo per reati economici e finanziari commessi in Romania.
Nel dettaglio, quale amministratore di una società commerciale di diritto rumeno esercente l’attività di vendita di cereali, avrebbe, nel corso dell’anno 2008, con il concorso di altri responsabili, omesso di registrare nelle scritture contabili e dichiarare alle autorità fiscali le entrate derivanti dall’esercizio dell’attività commerciale, evadendo in tal modo gli obblighi tributari di quel Paese e causando un pregiudizio al Bilancio dello Stato per un valore pari a 2.212.937 Leu Rumeni (circa € 480.781,00). Per tali motivi, nel 2014 è stato condannato a 4 anni di reclusione dal Tribunale di Arad.
Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato trasferito, in stato di arresto, presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione del Presidente della locale Corte di Appello. Dei fatti è stato dato immediato avviso al competente ufficio del Ministero della Giustizia che curerà i rapporti con lo Stato Membro richiedente, nonché alla Divisione Sirene della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno.
Il “Mandato d’Arresto Europeo” è una procedura giudiziaria semplificata attraverso la quale un’autorità giudiziaria di uno Stato membro dell’Unione Europea richiede che si proceda all’arresto ed alla successiva consegna di una persona, ai fini dell’esercizio dell’azione penale oppure dell’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privativa della libertà. Tale procedura si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie ed è operativa in tutto il territorio dell’Unione Europea.
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